Ricordi rosetani
QUANDO FABRIZIO DE ANDRÉ CENÒ, ALL’UNA DI NOTTE, ALL’HERCULES...

Gabriella e Alfonso ricordano quella notte speciale, esattamente 5 mesi prima della scomparsa del grande Faber. In calce, un ricordo di Pierluigi Biondi, attuale sindaco dell’Aquila.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 11 Gennaio 2021 - Ore 22:15

Oggi, 11 gennaio 2021, è un anniversario triste, perché 22 anni fa, l’11 gennaio 1999, lasciava questa terra il grande Fabrizio De André.

Esattamente 5 mesi prima, l’11 agosto 1998, il compianto Faber aveva tenuto un concerto nel parco Chico Mendez di Giulianova. Dopo il concerto, grazie al portiere dell’epoca del residence Hercules, amico dello staff degli organizzatori, Fabrizio De André finì a tavola all’una di notte al ristorante pizzeria Hercules di Roseto degli Abruzzi, gestito da Alfonso Borghese ed Enrico Marziani.

Gabriella, moglie di Alfonso, oggi si è ricordata commossa di quella serata, del vino rosso bevuto da Fabrizio De André, della sua gentilezza e amabilità e del fatto che non rifiutò nessuna foto e nessun autografo, anche se si vedeva già che era affaticato da qualcosa che, nel giro di pochi mesi, lo avrebbe portato via.

Gabriella, infatti, ricorda l’unica richiesta di De Andrè: poter fare le foto senza togliere gli occhiali, probabilmente per celare uno sguardo provato.

La cena fu bella e trascorse in letizia sul terrazzo estivo del locale, protraendosi fino a notte fonda, con la solita ospitalità “senza orari” dell’Hercules. Lo storico cameriere, Marco Quaranta, scappò a casa per prendere un bottiglia di olio extravergine di oliva fatto a Roseto degli Abruzzi e regalarlo a Faber, oltre che prendere i 33 giri “Storia di un impiegato” del 1973 e “Le nuvole” del 1990 per le dediche del grande artista, che di buon grado le appose.

Dopo il concerto di Giulianova, Fabrizio De Andrè tenne un concerto a Roccella Ionica due giorni dopo, il 13 agosto. Il tour prevedeva poi un’altra tappa a Saint-Vincent il 24 agosto, ma durante le prove l’artista accusò forti dolori e il concerto fu annullato. Da quel giorno, il male lo assalì definitivamente e Faber non tenne più concerti, morendo l’11 gennaio 1999.

Quella cena all’una di notte, oltre a Gabriella e Alfonso, se la ricorda bene anche l’attuale sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, all’epoca giovane fan del cantautore genovese.

Infatti, l’11 gennaio 2012, in occasione del 13° anniversario della morte di Fabrizio De André, Pierluigi Biondi – giornalista, oltre che politico – scrisse un pezzo per il sito AbruzzoWeb che riporto in calce a questo ricordo e che vale la pena rileggere.

Ho voluto pubblicare questo ricordo, fortificato da una foto di quella serata, essendo un ammiratore di Fabrizio De André e avendolo sentito – nello spettacolo pomeridiano – al palasport di Roseto degli Abruzzi il 7 febbraio 1982, in occasione del tour invernale l’Indiano. Avevo 13 anni.

[Pubblicato su www.abruzzoweb.it]
13 ANNI FA L’ADDIO A ‘FABER’, QUEL GENOVESE A ROSETO CHE VOLLE PAGARE IL CONTO
di Pierluigi Biondi – 11 Gennaio 2012

L’AQUILA – Un giorno dell’estate 1998, Giulianova (Teramo) salutò quello che sarebbe stato l’ultimo concerto abruzzese di Fabrizio De André. Il cantautore aveva già il corpo minato dalla malattia che lo portò alla morte pochi mesi dopo, l’11 gennaio 1999, esattamente 13 anni fa.
Chi scrive quella sera visse un’esperienza indimenticabile. Non tanto per le due ore di intensa emozione consumata durante il concerto al parco “Chico Mendez” della località rivierasca, in cui De André era accompagnato, oltre alla consueta band, anche dai figli Luvi e Cristiano, quanto piuttosto per quello che accadde dopo.
Per una serie di eventi e circostanze troppo lunghe da raccontare, il rito della firma degli autografi si concluse con un inaspettato invito a cena per il gruppetto di appassionati di Villa Sant’Angelo (L’Aquila) che si era mosso fin sulla costa per ascoltare le note dell’evento.
Seduti intorno a un tavolo all’aperto di un ristorante di Roseto (Teramo), discreto e semideserto per l’ora tarda, rompere il ghiaccio non fu compito facile. Una volta preso il via, però, la discussione diventò subito di una straordinaria naturalezza.
Scoprimmo così il “lato segreto” del musicista, così composto e pacato da sembrare addirittura timidissimo, lui che pure aveva cantato davanti a centinaia di migliaia di persone nella sua carriera.
Si parlò di poesia e musica, dell’amato Genoa (a tavola non può mai mancare un discorso di calcio…) e di pesca.
De André non si sottrasse neanche ai fastidiosi flash delle nostre macchinette fotografiche, chiedendo in cambio unicamente di poter indossare gli occhiali da sole per camuffare il volto affaticato dal palcoscenico e dal male che lo stava divorando.
Ci lasciò con questa frase: “Domani ai vostri amici non dite che avete cenato con De André, raccontate la vera cosa insolita di questa serata, che un genovese vi ha offerto da mangiare”.
Gli promettemmo che lo avremmo seguito ancora in una sua performance live quando fosse tornato dalle nostre parti, ignari che si stava avviando verso la fine, cosa di cui era consapevole. Ci guardò, non disse nulla e sorrise.



Stampato il 03-29-2024 10:31:40 su www.roseto.com