Mario Boni
“SuperMario”: l’uomo che urlava ai canestri.
Mario Boni, classe 1963, arrivò a Roseto in corsa nella stagione 1999/2000 per sostituire lo sfortunato Paolo Moretti, che sull’altare della Cordivari Roseto poi promossa in Serie A1 sacrificò un ginocchio. SuperMario era finito fuori squadra in Spagna, giocando nella ACB per i Cantabria Lobos. A domanda sul perché della tribuna, ridendo, rispose: «L’allenatore mi disse che mi avevano ingaggiato perché pensavano fossi un grande difensore!». Michele Martinelli invece lo ingaggiò per fare il suo lavoro: canestro. La sua prima partita rosetana fu il 13 febbraio 2000, in casa contro Avellino, nella prima giornata della seconda fase. Roseto veniva da 3 vittorie consecutive senza Moretti e più di qualcuno mormorò che Boni – arrugginito e piantagrane – avrebbe dato più dolori che gioie a coach Phil Melillo. La storia invece è un’altra, a cominciare dall’esordio: partenza in quintetto, 25 punti in 35 minuti con 16 su 17 ai liberi e amore a prima vista con i tifosi. Si ritrovò condottiero ma lui, intelligentemente, disse che il leader di quella squadra era Leo Busca (che a sua volta sottolineò l’importanza di Giovanni Savio). Ecco Mario Boni: maramaldo fino alla rabbia con gli avversari e odiatissimo dalle tifoserie avversarie, ma capitano leale pronto a dare la ribalta ai compagni dopo la vittoria e a rispondere in prima persona quando la sconfitta chiude più di qualche bocca. Non la sua. Capocannoniere della Serie A 26 anni dopo Dado Lombardi, dio in terra a Montecatini, idolo delle folle in Grecia a Salonicco, dove vinse Coppa Korac e Coppa di Grecia con i tifosi che gli cantavano “E’ matto l’Italiano” e poi ancora uomo della provvidenza per l’Abruzzo cestistico, visto che prima portò in Serie A1 Roseto e poi concesse il bis con la maglia di Teramo. Ma prima di trasferirsi nel capoluogo, Mario Boni giocò due stagioni in Serie A1 con la maglia rosetana, segnando e offrendo sempre uno spettacolo diverso a guardarlo in viso: occhi che esplodevano, bocca contorta ed urlante, pugni chiusi e tesi verso il prossimo canestro. In Serie A2 giocò 10 gare (tutte in quintetto), segnando 20,6 punti di media (high di 30) in 32,5 minuti. In A1 nella stagione 2000/2001 giocò nella stagione regolare 34 gare (33 in quintetto) con 23,7 punti di media (high di 40 a Verona che gli valse la copertina di Superbasket) in 34,5 minuti. Giocò anche la Final Eight di Coppa Italia e 3 gare di Playoff Scudetto, come ciliegina sulla torta di una stagione strepitosa. Sempre in A1, nella stagione 2001/2002, giocò in stagione regolare 34 gare (sempre in quintetto) a 21,1 punti (high di 32) in 31,1 minuti, con 2 gare di Playoff Scudetto. Oggi “l’ultimo dei romantici” gioca ancora a 51 anni, avendo vinto lo scorso campionato di DNC e un anno fa i Mondiali Over 50. Già volto televisivo di Sky, è Vice Presidente della GIBA, il sindacato dei giocatori di basket. A Roseto la sua immagine imperitura è la gladiatoria esultanza dopo aver espugnato Roma, con il coretto dei tifosi in visibilio: “Ce l’abbiamo solo noi… Mario Boni!”.
Luca Maggitti
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ROSETO 100
1921-2021: un Secolo di Pallacanestro nel Lido delle Rose.
0008.Mario Boni.
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0007.Cesare Pancotto.
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0006.Giustino Danesi De Luca.
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0005.Giampiero Porzio.
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0004.Vincenzo Di Bonaventura.
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0003.Iwan Bisson.
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0002.Claudio Bonaccorsi.
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0001.Luca Maggitti (lancio del progetto).
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