Italia d’Oro alle Olimpiadi di Tokyo
TAMBERI E JACOBS NELLA STORIA: LE EMOZIONI DI CLAUDIO MAZZAUFO.

Il tecnico abruzzese, raggiunto telefonicamente a Tokyo, racconta il giorno più importante della storia dell’atletica leggera italiana.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 01 Agosto 2021 - Ore 19:45

Domenica 1° agosto 2021 è una giornata storica – forse la più importante della storia, finora – per l’atletica leggera italiana.

Già, perché nel breve volgere di qualche minuto nel pomeriggio, ora italiana, alle Olimpiadi di Tokyo l’Italia ha vinto due medaglie d’oro.

Gianmarco Tamberi – che si è allenato ed ha difeso i colori, nel 2010/2011 e nel 2020, dell’Atletica Vomano di Morro d’Oro, in provincia di Teramo – ha vinto la Medaglia d’Oro nel Salto in Alto, saltando 2,37 metri.

Marcell Jacobs ha vinto i 100 Metri con il tempo di 9 secondi e 80 centesimi, nuovo record italiano ed europeo.

Dopo l’Oro di Tamberi, mi è tornata in mente una dichiarazione letta pochi giorni fa, rilasciata al collega Roberto Ragonese del quotidiano Il Centro lo scorso 25 luglio 2021. È del professor Claudio Mazzaufo, abruzzese, che è a Tokyo in qualità di responsabile nazionale dei settori salti, lanci e prove multiple e che è alla sua seconda Olimpiade dopo Pechino 2008 (e dopo essere andato, nel 2015, a “preparare il terreno” per gli atleti in vista di Rio 2016).

Sul saltatore in alto nativo di Civitanova Marche, Mazzaufo aveva detto una settimana fa: «Tamberi non conosce mezze misure. A Montecarlo, lo stadio dove subì il grave infortunio nel 2016, ha avuto una controprestazione. Ma alle Olimpiadi non farà sicuramente gara anonima. Sono sicuro che saprà tirare fuori il massimo».

Quel satanasso del “Prof” ci ha preso ancora, pronosticando una grande prova per “Gimbo” Tamberi – tra l’altro “matto per il basket” –, che nel 2016 dovette disertare l’Olimpiade brasiliana a causa di un grave infortunio.

Così, incurante – e me ne scuso – del fuso orario, ho provato a contattare Claudio Mazzaufo per sentirlo poco dopo la splendida doppietta “Oro Tamberi, Oro Jacobs”.

Il tecnico Azzurro, che io ho conosciuto per i suoi anni nella massima serie da responsabile della preparazione atletica del Teramo Basket (oltre a tante altre esperienze), è il solito monumento alla gentilezza e così posso fargli qualche domanda, prima di lasciarlo al riposo notturno.

Ecco l’intervista.
 
Prof, complimenti all’atletica leggera italiana. Oggi avete scritto la storia...
«Complimenti a Gianmarco e Marcell: due grandi campioni, che hanno permesso all’Italia di fare un grande salto in avanti nel medagliere. Guardate dove siamo adesso, con 4 Ori vinti invece di 2».

In effetti è un balzo poderoso, che ha portato l’Italia in 9^ posizione, attualmente con 4 Ori, 8 Argenti e 15 Bronzi, per un totale di 27 medaglie. Un balzo poderoso come quello di Tamberi...
«Gimbo ha fatto una gara “voluta”. All’ultimo salto, a 2,39, ha tirato fuori il gambaletto di quando si era fatto male, dopo l’infortunio di Montecarlo nel 2016, con la scritta “Road to Tokyo 2020”, poi diventato 2021. Pensa che se lo è portato dietro, vivendo per 5 anni con questo incubo, ma nel contempo coltivando questo sogno che è riuscito a coronare qui. È stato davvero immenso».

La magia della regina degli sport. Vinci e sei il primo al mondo...
«Vero. Sei tu. Non c’è una squadra, sei il primo al mondo, sei l’unico di questo pianeta che è salito così in alto. Anzi insieme a Barshim, che però era il netto favorito, come dimostrano le quote. Gimbo non era favorito, per questo dico che ha disputato una prova immensa. Tutti i salti, dal 2,19 in poi, superati alla prima prova. E dico che al 2,39 è stato l’unico a dimostrare che poteva anche farcela. Quindi gara perfetta, saltando molto bene. Grande merito a Gianmarco e al suo strepitoso staff, con papà Marco Tamberi in testa».

Claudio, ti abbiamo riconosciuto, nonostante la mascherina, esultare in tribuna inquadrato dalla regia delle Olimpiadi...
«Bellissimo. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, era con noi e ha fatto un tifo eccezionale, insieme al nostro presidente federale, Stefano Mei. Anche perché due Ori nell’atletica leggera, sport mondiale, hanno un peso specifico davvero fondamentale».

Che effetto vi ha fatto, poi, tornare al Villaggio Olimpico “coperti d’oro”?
«Stupendo. Ci hanno fatto tutti i complimenti e ci guardavano come marziani, perché nessuno se lo aspettava. E invece io dico che da un po’ di tempo l’atletica italiana sta tornando davvero grande».

Prof, sappiamo tutti di quanto Tamberi ami il basket, tanto che dopo il salto riuscito ha mimato il tiro a canestro. Avendo pure militato in Abruzzo, si merita una cena di arrosticini dopo l’Oro olimpico?
«Quello sempre! E mi aveva appunto detto, qualche tempo fa, che voleva venire dalle nostre parti a Teramo, con Centanni e Lollo (giocatori di basket, n.d.r.) a mangiare un po’ di arrosticini con calma a settembre. Glielo ricorderò quando torniamo e le acque si saranno un po’ calmate».

Immagino vi sarete sgolati sugli spalti e il coretto “popopò”, a poche settimane dalla vittoria del Campionato Europeo di Calcio. Prof, ti invidio per quanto ti sarai divertito, anche se ti sento con la voce roca...
«Ci siamo sgolati, Luca. Emozione unica. Abbiamo fatto impazzire di gioia pure gli steward giapponesi».

Ti sento emozionatissimo, anche se sei uno abituato a vincere. Dai campionati nel basket a Andrew Howe, troppe ne ricordi di gioie...
«Sì, ma sai ogni volta è diverso e poi questa doppietta di Ori in 10 minuti è davvero qualcosa che entra dritta nella storia. Quindi poi realizzi e davvero ti vengono i brividi dall’emozione».

Detto del “nostro” – essendo matto per il basket – Tamberi, non possiamo che concludere con Marcell Jacobs, oro nella prova regina della regina degli sport: i 100 metri...
«Vincere in 9 secondi e 80, davanti agli Stati Uniti e con tutti i giamaicani dietro (il podio femminile è stato tutto giamaicano), credo dia la dimensione dell’eccezionalità della prova di Marcell. Questo ribadisce l’importanza dell’apporto che, nella storica giornata odierna, l’atletica italiana ha fornito all’intero movimento sportivo nazionale».

Grazie, Claudio. E scusami l’orario.
«No, è che devo riposare. Qui ormai è passata la mezzanotte e domani mi aspetta la sveglia presto per finale del salto in lungo (c’è Filippo Randazzo, n.d.r.)».

Grazie ancora, Claudio Mazzaufo, abruzzese buono per il mondo e grandissimo tecnico – nell’atletica e nel basket – la cui Olimpiade continua sia con il salto in lungo sia tifando la teramana Gaia Sabbatini (anche lei in pista domani).







Stampato il 04-25-2024 13:12:32 su www.roseto.com