Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
IL GABBIANO, LO SCOIATTOLO, IL CANE: DA SIDFORD A SIDMOUTH, UNA FIABA SULLA SOLIDARIETÀ.

Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 09 Febbraio 2022 - Ore 12:15

Questa mattina, mi sono detto, voglio fare una bella passeggiata lungo il sentiero che da Sidford porta a Sidmouth, al mare.

Sono circa quattro chilometri di un viottolo che, costeggiando il fiume Sid, porta direttamente al mare. Qui il mare è diverso da quello di Roseto degli Abruzzi: l’acqua è fredda e scura. Il sole brilla alto nel cielo soltanto pochi minuti; poi le nuvole lo avvolgono e, immancabilmente, scende un’acqua leggera, leggera, che ti avvolge come quando ti trovi vicino ad una cascata.

Senza accorgertene dopo pochi minuti sei zuppo.

Ad ogni buon conto, indosso un impermeabile ed un cappello nordovest. È un po’ buffo, lo so, ma altrimenti il freddo e l’acqua mi rimarrebbero addosso per tanto tempo.  

Mi avvicino al sentiero e leggo un cartello che ammonisce i padroni dei cani di averli sempre sotto controllo e li invita a portar via i bisogni che i loro amici a quattro zampe lasciano. Questi cartelli inglesi non ti danno  scampo.

Il tono non è per niente conciliante. L’imperativo è d’obbligo. Ce l’avete presente la scritta: “Keep clear”. Sembrerebbe: “Lascia pulito!” In effetti vuol dire: non occupare questo spazio, altrimenti sono...

Cammino per qualche minuto e godo del piacere del silenzio che mi sta intorno. Il fiume Sid scivola lungo il pendio. Gli alberi gli rendono tutti gli onori. Piegano i loro rami nella sua direzione e le loro foglie sembrano non stancarsi mai di bere e rinfrescarsi.
 
Mi avvicino e metto una mano dentro l’acqua. Brrr, ma è freddissima!  Un border collie black and withe vivacissimo e con un musetto simpatico corre avanti ed indietro. Appartiene a quella razza che a seconda del tipo di fischio che gli lancia il padrone, indirizza le pecore ad  andare in una certa direzione.

Per capirci: appartiene a quella razza che aiuta i pastori delle Highlands Scozzesi.

È allegro ed abbaia. Si tuffa nell’acqua per recuperare il bastone che il padrone ha lanciato. Lo afferra e tenendolo in bocca lo riconsegna in attesa del successivo lancio. È instancabile.

Lo guardo e mi viene in mente che  una volta ho assistito ad un contest in cui questi preziosi collaboratori riuscivano a fare entrare un gruppo di pecore dentro un recinto. Che spettacolo! Sono quegli eventi ai quali non hai mai assistito che evidentemente colpiscono i tuoi sensi.

E qui un altro ricordo affiora: quasi sette ore in un parco di Edimburgo a sentire suonare le cornamuse ed alla fine capire che ogni cornamusa emette un suono diverso dall’altra.
 
Ho con me un libro e mi metto seduto su una panchina a leggerlo (è  scritto in lingua inglese e chissà cosa capirò...). Sento chiacchierare dietro di me e mi distraggo. Non riesco a sentire bene. Mi alzo e dietro un cespuglio vedo un gabbiano ed uno scoiattolo.  

In genere i gabbiani vanno in giro tronfi, quasi che il mondo gli appartenesse. Questo, invece, pur avendo una bella struttura, ha un portamento dal quale si vede chiaramente che è in difficoltà, e poi, i suoi occhi sembrano spenti. Lo scoiattolo è simpatico, ha una coda lunghissima ed un musetto accattivante.

Sono proprio loro che parlano!

Il gabbiano dice allo scoiattolo: “Ciao, sono seagull Max. Quest’anno i pesci sono pochissimi . Il Sindaco della città ha vietato ai cittadini di darci da mangiare. Lui dice che dobbiamo stare lontani da loro. Ma dove dobbiamo andare, se qui siamo nati e cresciuti ? Non mangio da tre giorni. Lo stomaco mi fa tanto male. Ho veramente tanta fame. Debbo mangiare! Non hai qualcosa da darmi?

Lo scoiattolo lo guarda con compassione e gli risponde: “Ciao, sono squirrell Helen. Caro Max, ti aiuto con piacere! Ho raccolto i frutti di questi alberi per l’inverno. Prendi quelli che ti servono.

“Che peccato – risponde il gabbiano Max – ma il mio stomaco non riesce a digerire i frutti degli alberi. Io mangio solamente carne o pesce. Ti ringrazio comunque tantissimo per la tua disponibilità.
 
Il gabbiano Max si sta allontanando dispiaciuto, quando si avvicina quel bel cane bianco e nero che avevo visto prima tuffarsi nel fiume. Questa volta in bocca ha un bel pezzo di carne. Giunto all’altezza del gabbiano Max e dello scoiattolo Helen, si ferma e chiede: “Cosa sta succedendo?”

Lo scoiattolo gli racconta quanto gli aveva detto il gabbiano Max. Il cane, allora, si porta vicino al gabbiano e gli dice: “Dividiamo questo pezzo di carne a metà”.

Max ringrazia e, prima di iniziare a mangiare, chiede al cane: “Come ti chiami?”.

Il cane gli risponde: “Mi chiamo border collie Peter”.

Il gabbiano comincia a mangiare. Quando ha finito il suo pezzo di carne, si sente di nuovo in forze per riprendere a volare. Ma prima si rivolge ai due animali, ormai divenuti suoi amici e dice loro: “Vedrete che saprò ricompensare la vostra generosità. Se non avrete da mangiare, venite al porto a cercarmi. Dividerò con voi quello che ho”.

E vola via. Il cane ritorna dal suo padrone e lo scoiattolo al suo albero.

Io mi dirigo alla panchina, ma non ho più voglia di leggere il libro. Ripenso a quanto ho visto e sentito e mi rendo conto quanto sia giusto essere generosi e altruisti col nostro prossimo, così come mi hanno mostrato  Max, Helen e Peter.
 
Arrivo al mare. Cerco un po’ di sole, ma è sparito. La sottile pioggia ricomincia a cadere.

Mi incammino verso casa e sono rilassato.

Lo sento: la mia giornata continuerà a darmi gioia.
 
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