Politica
VALENTINA CORNELI: UNA ROSETANA RELATRICE DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE.

Intervista alla Deputata del Movimento 5 Stelle, che con il suo lavoro ha contribuito a modificare la prima parte della Carta costituzionale.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 09 Febbraio 2022 - Ore 21:45

Ieri la Costituzione della Repubblica Italiana è stata adeguata ai tempi dal Parlamento, mediante modifiche a due articoli – il 9 e il 41 – che hanno portato la legge fondamentale del Paese e recepire la tutela dell’ambiente e degli animali, al fine di garantire ecosistemi e biodiversità.
L’Italia si è allineata a paesi come Francia, Germania e Spagna, che da anni prevedono la tutela ambientale tra i principi fondanti della legge.
La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge costituzionale con 468 voti a favore, 1 contrario e 6 astenuti. Il 3 novembre 2021, il Senato aveva dato la sua approvazione con la maggioranza dei due terzi.
In estrema sintesi, nella Costituzione aggiornata dal legislatore la salvaguardia dell’ambiente e la protezione degli animali entrano a far parte dei valori fondanti dello Stato, a tutela delle future generazioni.
Lo storico aggiornamento della Costituzione ha visto relatrice della riforma Valentina Corneli, deputata di Roseto degli Abruzzi eletta nel Movimento 5 Stelle, che svolge il lavoro di avvocato e che in Parlamento fa parte della Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e del Comitato per la Legislazione.
Stante l’importanza della questione, abbiamo rivolto all’onorevole che viene dal Lido delle Rose alcune domande in merito.

Onorevole Corneli, dire che abbiamo la Costituzione “più bella del mondo” significa anche saperla aggiornare ai tempi?
«La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, la struttura del nostro ordinamento e la base del “patto sociale”, che fissa i valori e i principi cardine della Repubblica. Si tratta, pertanto, di un testo comunemente ritenuto “sacro” ma non per questo intoccabile. Difatti, occorre adeguarne il contenuto al progresso sociale e della comunità internazionale (il mondo di oggi non è più quello del 1948), quindi ai nuovi valori che emergono e che divengono suscettibili, per rilevanza, di essere coperti costituzionalmente. Pertanto, da costituzionalista, ho sempre visto di buon grado la possibilità di intervenire con modifiche, a patto che siano chirurgiche e non stravolgano i delicati equilibri di quella bellissima Carta che i padri costituenti ci hanno lasciato in eredità».

La soddisfazione di ieri, per lei, è la seconda in relazione all’aggiornamento della Carta costituzionale, giusto?
«Ero già intervenuta, sempre da relatrice, correggendo quella stortura che impediva a più di 4 milioni di giovani, tra i 18 e i 25 anni, di votare per eleggere il Senato. Questo, oltre che un vulnus democratico, creava instabilità determinando maggioranze diverse tra Camera e Senato. Dalle prossime elezioni i giovani potranno votare per entrambe le Camere».

In relazione alle modifiche approvate ieri, l’ulteriore responsabilità di modificare la prima parte della Costituzione...
«Bisognava sottrarre la Corte Costituzionale dal gravoso onere di soddisfare le esigenze di cambiamento della società in via meramente interpretativa. Per tale motivo accolgo assolutamente con favore l’approvazione in quarta lettura, con maggioranza dei 2/3, della riforma che introduce la tutela dell’ambiente, delle biodiversità, degli ecosistemi e degli animali in Costituzione. Una riforma – che ho promosso e di cui ho avuto ancora l’onore di essere la relatrice – che segna un passaggio fondamentale per la storia del nostro Paese. Per la prima volta nella storia si modifica la prima parte della Costituzione, quella che appunto contiene il nucleo fondamentale dei principi e dei valori, andando proprio a colmare un vuoto ultra-decennale non solo normativo ma anche valoriale, ponendo fine a quel tipo di azione politica che ha sempre messo al primo posto le “future elezioni” e non le “future generazioni”».

Un impegno, il suo, in linea con alcune storiche battaglie del Movimento 5 Stelle?
«Per il Movimento era indispensabile raggiungere l’obiettivo di colmare tale lacuna, in quanto solo uno sviluppo sostenibile può garantire al Paese crescita e benessere. Lo abbiamo già dimostrato, penso al super bonus 110% o alle comunità energetiche, ed è solo l’inizio. Da oggi la legislazione dovrà sempre essere orientata in questo senso. Bisognava iniziare 30 anni fa, ma meglio tardi che mai».

La tutela degli animali è un argomento che, negli anni, ha conquistato sempre più spazio nell’opinione pubblica...
«La sensibilità nei confronti degli animali è cresciuta esponenzialmente nel corpo sociale, gli animali sono esseri senzienti e non possono più essere trattati come oggetti. Nell’ultima legge di bilancio, ad esempio, abbiamo definitivamente vietato gli allevamenti di visoni, che oltre a praticare crudeltà sugli animali rappresentavano una bomba biologica, e dopo il Covid-19 oggi conosciamo bene i rischi che si corrono. Oltre a ciò, ricordo a tutti che il modo in cui si trattano gli animali dà la misura dello stato di civiltà di un Paese».

Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nell’iter di approvazione?
«Nel corso dell’esame ci siamo scontrati con una mentalità più conservatrice, soprattutto da parte di alcuni partiti di destra che hanno presentato numerosi emendamenti per bloccare l’iter della riforma. Il grande lavoro del Movimento è stato proprio quello di forzare fino allo spasimo queste resistenze. La bontà del risultato si misura dal fatto che, alla fine, la riforma è stata votata trasversalmente, a parte alcune sparute eccezioni in Fratelli d’Italia. Siamo molto felici e soddisfatti perché, grazie a questa legge, abbiamo consentito al Paese di fare un grande passo avanti, convincendo anche i più riottosi. Un passo di civiltà che rivendico con grande gioia».



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