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Il documento pubblicato sull’Albo Pretorio Comunale parla chiaro: 138.946 Euro di costi, a fronte di un contributo del Comune di 32.754,10 Euro. Salvo l’edizione del Venticinquennale, costata circa 40.000 Euro, le precedenti stavano sui 25.000.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 05 Ottobre 2022 - Ore 19:00
Dategli la Rosa d’Argento!
Dico a voi, Amministratori comunali: date un premio agli organizzatori del 26° Festival Roseto Opera Prima, che hanno speso 138.946 Euro per mettere in piedi l’edizione 2022 della kermesse dedicata alla settima arte fondata dal compianto Tonino Valerii, ricevendo dal Comune 32.754,10 Euro e rimettendoci la stratosferica somma di 56.591,90 Euro, ottenuta sottraendo ai costi precedentemente detti (138.946 Euro), i ricavi pari a 82.354,10 Euro (comprensivi del contributo comunale).
Queste cifre sono state pubblicate nella relazione firmata dal legale rappresentante della società FUORI LUOGO Srl, organizzatrice del festival. Il documento è stato pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune di Roseto degli Abruzzi, dal quale l’ho scaricato e lo propongo alla pubblica riflessione.
Già, perché i festival degli precedenti 10 anni (gestioni Pavone e Di Girolamo) – esclusa l’edizione 2021 del Venticinquennale (costata circa 40.000 Euro, ma dedicata a 3 recital teatrali) – sembra siano costati sempre intorno ai 25.000 euro (sentendo telefonicamente, a conferma, gli amministratori che in quegli anni se ne occupavano direttamente e cioè la vicesindaca Maristella Urbini per la sindacatura Pavone e il vicesindaco Simone Tacchetti per la sindacatura Di Girolamo).
Com’è stato possibile salire da 25.000 circa a 138.946 Euro?
E meno male che il Comune ha incontrato un organizzatore che è pure un vero e proprio mecenate del terzo millennio, disposto a rimetterci 56.591,90 Euro, altrimenti sai che botto!
D’altronde, se la società che ha organizzato il festival ha fatto (giustamente) di testa sua, sono poi fatti suoi se non soltanto non ci ha guadagnato (chi organizza cose lo fa ovviamente per guadagnarci, essendo una società di capitali), ma ci ha pure rimesso oltre 100 milioni delle vecchie lire.
Quindi, ripeto: dategli un premio, o Amministratori comunali. Perché dove lo troviamo qualcuno così ben disposto verso la nostra comunità rosetana?
Prima del premio, però, fate una cosa. Controllate che tutti i fornitori siano stati tacitati.
Perché i giornalisti scrivono e verificano le fonti (e questo è un documento pubblico, ufficialmente pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune), ma fanno il loro lavoro che è quello di dare notizie. Non fanno i poliziotti, né gli agenti del fisco.
Siccome voi del Comune vi occupate invece del rispetto di regole e conti, dando ovviamente per scontato che tutti i costi riassunti nel documento sia veri, reali e certificati dalle cosiddette “pezze d’appoggio”, sinceratevi – per mero controllo aritmetico – che la società organizzatrice, avendoci rimesso la considerevole somma di 56.591,90 Euro, abbia provveduto a saldare tutti colori i quali hanno lavorato per essa alla realizzazione del festival fornendo beni e servizi.
Non che vi spetti, visto che avete affidato l’organizzazione e la società di capitali risponderà in proprio. Ma proprio perché siete l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi e il festival Roseto Opera Prima è una delle eccellenze rosetane da sempre in campo al Comune, fatelo questo veloce controllo (che vi costa?) e poi – accertato che la generosa società abbia saldato tutti – datele un premio.
Se mi permetto di suggerire il controllo, è soltanto per l’intimo legame esistente fra Roseto Opera Prima e il Comune (sorta di Patron della manifestazione, al di là di deleghe e affidamenti). Perché sarebbe davvero disdicevole – ragionando ovviamente per assurdo – se qualcuno avanzasse ancora qualcosa, nonostante il Comune abbia tirato fuori 40.000 Euro (per il Comune l’IVA è un costo, quindi sono 40.000 di nostre tasse, diventati 32.754,10 Euro di contributi netti). Ma siccome i conti sono lì e la perdita secca è importante, io ritengo che il Comune debba farsi parte diligente, nell’interesse dei propri cittadini.
Per il futuro, invece, consiglio al Sindaco Nugnes e all’Assessore Luciani di parlare bene con la società organizzatrice. Perché se errare è umano, perseverare è diabolico. E io non credo che una società di capitali sia contenta di organizzare un evento che accumula una perdita così netta. Dunque, consigliatela per il meglio, nel suo stesso interesse.
Lo dico perché, nei giorni del festival, si parlava di affidare l’organizzazione a questa società per 5 anni. Per cui delle due l’una: o la società impara a organizzare meglio, oppure ha oltre 250.000 euro da “buttare” per far felici i cinefili di Roseto degli Abruzzi. E – in questo caso – non dategli la Rosa d’Argento. Bensì la Rosa d’Oro!
Quanto alla società – se non erro costituita appositamente per organizzare questo festival – direi, dopo aver visto i costi specificati nel documento, che ha decisamente speso troppo soprattutto in vitto e alloggio, allestimento villa, personale e artisti. Ma, ripeto, sono soldi suoi e non ho consigli da dare.
Da giornalista, invece, la cifra che mi ha fatto strabuzzare gli occhi è quella spesa per la diretta televisiva, indicata in 25.620 Euro. E ripenso alla polemica politica fatta dagli Amministratori quando, per risparmiare credo 6.000 Euro di riprese del Consiglio Comunale (costo annuo), scomodarono un comunicato stampa. Personalmente, ritengo che spendere 25.620 Euro (il costo totale delle singole precedenti edizioni, esclusa quella del Venticinquennale) per mandare in diretta televisiva su una emittente regionale e sul web le serate di un festival dedicato al cinema, sia un ossimoro. Ghiaccio bollente, insomma. Anche perché tutti gli altri mass media – piccati per la scelta della società organizzatrice, che ha privilegiato soltanto un editore – hanno di fatto boicottato il festival, “oscurandolo”. Ecco, magari per il futuro quei 25.000 Euro possono essere risparmiati, trattandosi di un costo mai sostenuto prima, paradossalmente ottenendo maggiore visibilità.
Ripeto: con i suoi soldi, una società di capitali, privata, ci fa ciò che vuole. E ognuno è libero di spenderli come crede. Perfino gettandoli. E però, essendoci qui di mezzo una manifestazione di rilevanza pubblica in capo al Comune, rinnovo le richieste: premiate gli organizzatori per averci rimesso una cifra così esorbitante senza battere ciglio, ma prima verificate – per puro scrupolo, sia chiaro – che tutti gli operatori economici e i prestatori di servizi di Roseto degli Abruzzi siano stati soddisfatti, visto l’enorme sbilancio in perdita.
Perché i film più belli sono quelli con il lieto fine. Ed è giusto che, dopo Roseto Opera Prima 2022, si possa dire: e vissero tutti felici e contenti.
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