Mancanze
ADDIO, ANDREA DI GIANCROCE.

È scomparso dopo una lunga malattia l’eterno ragazzo rosetano. Un ricordo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 06 Aprile 2025 - Ore 00:45

Bello come?
Bello come Andrea Di Giancroce!


Se non avete mai visto Andrea Di Giancroce, non avete mai visto uno bello davvero.

Andrea, classe 1970, è morto pochi minuti fa. L’assist che non avrebbe mai voluto fare – lui, ex cannoniere – me lo ha smazzato Marco Verrigni, suo inseparabile amico d’infanzia e vicino di casa.

Andrea Di Giancroce me lo ricordo fendere l’aria dei corridoi dell’ITC Moretti – le Ragionerie – negli Anni Ottanta, quando la sede era ancora prima del curvone per Montepagano, di fronte all’attuale Distretto Sanitario di Base.

Andrea non camminava... avanzava in sospensione, sulla nuvoletta del combinato disposto di adolescenziale bellezza e contagiosa simpatia.

Entrambi frequentavamo la Sezione E, lui un anno più giovane.

E ogni giorno erano sorrisi e risate, per la sua capacità di passare in rassegna le porte delle classi aperte come fossero scuderie e lui il duca che doveva scegliere un cavallo, dispensando riflessioni, sottolineature, frasi dolci e frasi sferzanti.

La sua rosetanità era fatta di sensualità allo stato puro, visto come se lo mangiavano con gli occhi le ragazze.

Cultore del buon cibo e dell’ottimo bere, quando lo vedevi impegnato come cameriere alla “Cantina di Epicuro” non potevi non chiederti perché invece di sfilare ti stava servendo a tavola, dandoti preziosi consigli.

A lui penso non importasse molto della sua bellezza, né del suo carisma derivante dalla simpatia mista alla gentilezza.

Andrea se la viveva col sorriso, nelle sue molteplici iniziative. Come quando me lo ritrovai dietro il bancone del “+3,2%”, locale in cui attendere le estive albe di qualche decennio fa, nella zona delle “Favelas” in cui, nonostante il nome, tutti aspiravano ad avere un posto a sedere, tirando notte e brindando.

Il suo ultimo posto era in alto, a Belsito, e si chiamava “Punto di Vista”, con la sua compagna. Ci intervistai – grazie a Morgan Fascioli – un batterista scozzese molto bravo, che aveva dato corpo alle ballate di Antonello Venditti: Derek Wilson.

Andrea l’ho ammirato, in camicia bianca, tifare Roseto ed aspergere eleganza in Curva Nord, come un principe.

L’ultimo abbraccio è stato qualche settimana fa, al funerale della Mamma di Marco Verrigni: il messaggero della triste notizia di questa notte che ora ha un groppo in gola.

Riposa in pace e leggero, André.



Stampato il 04-30-2025 14:16:46 su www.roseto.com