Compirà 20 anni il prossimo 13 agosto, ma ha già fatto la storia cestistica a Roseto degli Abruzzi: città in cui si gioca a basket da 104 anni.
Gianella Aluhe Espedale risponde al telefono sotto una fitta nevicata, nella natia Plaza Huincul, Provincia di Neuquen.
In Argentina è inverno e in Patagonia si battono i denti, ma il sorriso di questa orgogliosa discendente del popolo Mapuche (la parola significa “Gente della terra”) si fa spazio, grazie alle moderne tecnologie video, quando pensa alla prossima stagione in Serie A1.
La faccia tosta di “Giane” è la solita, visto che dichiara: «Ci sono meno squadre che in A2, ma alcune sono fortissime. Noi, da neopromossa, non dobbiamo partire mai sconfitte, pur rispettando tutti, e puntare a stare nella media classifica».
Dunque nessun timore reverenziale, per la play-guardia che lo scorso 24 maggio prese per mano le Panthers, giocando un “folle” ultimo quarto da 17 punti e ribaltando da MVP la partita che è valso l’approdo in A1 alle Pantere del Lido delle Rose.
Due mesi dopo, Espedale ancora si emoziona: «Ho rivisto la partita almeno cinque volte, per meglio apprezzare ciò che abbiamo fatto e, seppur a mente fredda, ancora non me ne capacito. Personalmente, ero in uno “stato di flow” giocando a pallacanestro. È stato tutto fantastico e ho ancora i brividi dall’emozione».
Il futuro nella massima serie la vedrà, ancora ragazzina, giocarsi un posto nel salotto buono della pallacanestro italiana. E la fiera Mapuche mostra ancora lo spirito di chi, per quanto giovanissima, da anni è abituata a solcare i marosi dell’esistenza, dichiarando: «Sono una ragazza che non ha ancora 20 anni, andata via di casa quando ne aveva 16. Crescere da sola in anni così importanti mi fa apprezzare tutto e vedere la vita come un continuo insegnamento. Tornerò a Roseto per giocare la Serie A1, completare i miei studi frequentando il quinto anno della scuola superiore e diplomarmi. Saranno due obiettivi importanti per me e sarà bello viverli godendosi ogni attimo e dando tutto sia sui banchi di scuola sia in campo con le mie compagne di squadra».
Circa la squadra allestita dalle Panthers Roseto per il loro esordio nel gotha della pallacanestro italiana, Espedale conclude: «Secondo me saremo competitive, con il blocco delle italiane e le straniere statunitensi, la bosniaca e la croata. Potremo toglierci delle soddisfazioni, a patto di giocare sempre in modo unito e, come si dice dalle mie parti, gettarci di testa su ogni pallone, mettendoci tutta la grinta della quale siamo capaci. Sono certa che il nostro staff saprà ancora una volta valorizzarci al meglio».