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Mahmoud Abdul-Rauf a Udine. Buona fortuna.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 01 Agosto 2005 - Ore 15:30
Innanzitutto, a Udine dovranno trovargli un altro soprannome.
Già, perché il grande Mahmoud Abdul-Rauf, che la prossima stagione difenderà i colori della Snaidero (niente drammi, please), diventò “Il Califfo del Lido delle Rose” e poi, più in generale “Il Califfo”, quando arrivò, appunto, nel Lido delle Rose.
Gli affibbiai io quel soprannome, cedendo per l’ennesima volta alla mia voglia di dare “nickname” agli atleti. Oggi ne sono orgoglioso.
Quindi, a rigor di logica, ci vorrebbe un altro soprannome, più calzante con la città friulana. Ma se vogliono lasciargli “Califfo” non è mica un problema, poi, a pensarci bene …
Abdul-Rauf se n’è andato a Udine e molti rosetani sono tristi. Gli sportivi volevano il Califfo ancora a Roseto, in giro per la città, con i suo sorriso dolcissimo e la sua disponibilità da campione, circondato dai suoi 4 splendidi figlioli e con a fianco la moglie: più perfetta e rigorosa di una first lady.
Ma Roseto degli Abruzzi è questo. E’ una bandiera che non può permettersi bandiere con i tempi e i prezzi che corrono. L’ultima è stata Mario Boni e forse è giusto chiudere ricordandosi Marione che urla mulinando i pugni chiusi levati verso il cielo.
Altri giocatori verranno, altro entusiasmo verrà portato nel Lido delle Rose da chi è incaricato di costruire la squadra.
Il Califfo se n’è andato, seguendo una logica normale per un professionista: più soldi, più garanzie. Non bisogna crocifiggere nessuno per questo. E’ la logica dei lavoratori. Tutti i lavoratori, con uno stipendio molto più alto in prospettiva, cambierebbero datore.
Quindi inviamo un grande abbraccio a Mahmoud Abuld-Rauf, augurandogli le migliori fortune professionali. Se lo merita perché ha dimostrato di essere una persona speciale in campo e fuori.
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