Ricordo
O NICO’ …

Lettera di Michele Martinelli a Nicola Mariani.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 21 Settembre 2005 - Ore 11:00
Pubblicato sul Forum di ROSETO.com, al Topic “Ditemi che non è vero …”.

O Nico\', stavolta una fregatura me l\'hai data.

E manco mi posso rifare. Uno scacco matto che chiude la partita e che fa riflettere. Pensare.

E intanto mi ricordo dell\'ultima telefonata quella sera, passate da dieci minuti le undici. Mi raccontavi com\'erano andate le cose a Veroli dopo avermi mandato, un\'ora prima, l\'sms del risultato, credo col pallone ancora in aria dopo il tiro da 3 di Mala.

E\' tutto così incredibile che ancora adesso faccio fatica a capire, digerire, accettare l\'indecente durezza della vita.

Vorrei averti intrattenuto più a lungo, magari per farti perdere quel minuto che ti avrebbe, che a tutti voi avrebbe, fatto mancare l\'appuntamento col destino.

Ma quante cose sarebbero potute accadere per risincronizzare quel maledetto viaggio verso l\'eterno?

Ricordi Samarcanda? Mica ci possiamo fare molto quando quel che sta scritto deve avvenire. Possiamo solo farci trovare con i conti a posto, con la coscienza decentemente pulita e senza troppi rimpianti per quel che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Né pugni né baci in tasca, spendiamo quel che possiamo perchè sulla vita non si risparmia.

Oh, e ti ricordi quella sera, mica tanti giorni fa, che ci siamo fatti quella lunga passeggiata sul lungomare di Roseto, a partire dal Residence Felicioni, giù verso sud fino al porto turistico?

Le sette di sera, più o meno, e un\'aria fredda, umida che ci diceva come l\'autunno fosse in arrivo, quest\'anno quasi senza passare dall\'estate.

Affrontammo anche qualche goccia di pioggia, leggera e portata dal vento ma camminavamo come due vecchi amici tra parole e silenzi, mentre raccoglievo le confessioni di qualche tua amarezza.

Tanto sono acceso ed istintivo io nelle mie reazioni quanto moderato e pacato tu nelle tue, ma la tua tristezza era una cosa che mi entrava nelle ossa, mi rovinava il gusto di fare, mi pareva un\'ingiustizia contro la quale lanciare la bomba della mia locomotiva.

Ma mi dicevi di no, che sarebbe passato e che ogni cosa doveva passare perchè ci dovevamo divertire quest\'anno, come se fosse l\'ultimo.

Caxxo se avevi ragione, e se non l\'avevi, per Dio, te la farò avere.

E ti divertirai anche tu, con gli altri amici della tribuna Nuvola (scusa Luca, rubo un po\') a vedere \'sto campionato! Ci andiamo giù duri come se non ce ne potesse essere un altro, vedrai, vedrete, vedranno.

Ma torniamo a noi, a quella passeggiata.

Quasi un bilancio delle nostre cose, degli anni passati insieme e di quel solo anno divisi nel quale, però, ci sentivamo quasi ogni giorno, ognuno a raccontare i suoi guai.

Non ci sarà un altro rapporto così, so che se mi serviva qualcosa bastava chiedertelo e quella cosa era lì, fatta, trovata, realizzata o non so che cos\'altro, ma era lì.

C\'era il \"nuovo\" che incombeva però, le parole tanto più difficili quanto vuote di contenuti, e la paura di essere inadeguati, con l\'orgoglio però di esserlo sempre stato, adeguato dico, e ovviamente mi riferisco a te. Exceeding the expectations, come dicono quelli che non si vogliono far capire per non correre il rischio di farsi capire.

Ma tant\'è, vorrei ricreare, per mio proprio piacere, le sensazioni e gli umori di quell\'oretta di manco una settimana fa.

Mano mano che camminavamo, verso sud, ricordi?, il mare si faceva più vicino e l\'infrangersi delle onde sui sassi spargeva un odore di salsedine che faceva bene al cuoree aiutava la conversazione.

Fu quando una certa tua frase, che rimarrà per sempre fra me e te, mi rivelò un aspetto umano e triste del tuo carattere, fu allora dico che forse il vento bastardo che soffiava da nord, s\'infilò sotto la mia camicia per un brivido non so se di freddo, di dispiacere, di tristezza, di rabbia o chissà cos\'altro.

Tutti lo sanno, non sono un espansivo, un emotivo e cerco sempre di tenere dentro le emozioni più forti. Non è incapacità, è una scelta, la considerazione che le sensazioni più profonde sono solo nostre e non vanno condivise semplicemente perchè sono solo nostre.

Ma in quel momento, dicevo, sentii il bisogno di condividere con il vecchio Nick la mia emozione e gli misi un braccio attorno la spalla. Non so se ne fu sorpreso, certamente lo fui io quando, come un calcio nei reni, con quella violenza emotiva voglio dire, mi accorsi che aveva messo il suo attorno la mia vita, da dietro.

Camminammo un po\' in silenzio così, finché con una reciproca stretta, incredibilmente contemporanea, ci dividemmo e decidemmo di tornare indietro.

Tutto era stato detto e fatto e l\'anabasi ci fece tornare quelli che eravamo sempre stati con una consapevolezza in più: ci volevamo bene e ce lo eravamo detto.

Ce lo diremo ancora Nico\', dammi tempo e arrivo, però, per carità, da\' un\'organizzata lassù: mica possiamo sempre stà a cantà rosari e andà appresso a processioni.... che ne sò, un torneo, \'na serata, qualche cubista, ma mica si divertono mai sa\' ssì?


Stampato il 04-20-2024 11:12:00 su www.roseto.com