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IL DIARIO DEL ‘CANC’

Massimo Cancellieri scrive a ROSETO.com il Diario della sua ottima stagione a Montecatini.

Teramo
Domenica, 11 Giugno 2006 - Ore 20:00
L’ESORDIO IN TERRA TOSCANA

E’ già difficile racchiudere in poche battute tutto ciò che succede in una stagione cestistica, immagina poi se ti ritrovi ad esordire a Montecatini, uno dei posti storici del basket italiano, con una squadra che punta sul settore giovanile: Mario Boni ed Andrea Niccolai gli esterni titolari!!!

In estate i giornali fanno il tuo nome ma tu pensi “è na cazzata….”, finchè non ti chiamano e ti dicono che è tutto vero, e tu non sai se impazzire di gioia o ordinare una buona dose di Prozac per i tempi duri che verranno.

La diffidenza era il primo sentimento, cioè tutti erano sicuri che avessi le carte in regola per allenare, ma nessuno mi aveva mai visto…

Pre-campionato con una squadra di montecatinesi a Montecatini, tu e gli americani unici “stranieri”, e fra me e me pensavo “indovina chi insulteranno quando si perde…”

Poi vinci in amichevole con Milano, con un solo straniero, con Mario e Nick che sembrano rinati e cena successiva alla Torretta. Qualcuno comincia a pensare che quasi quasi tutto può funzionare…

Amichevole la domenica prima dell’inizio del campionato, alla fine del terzo quarto qualcuno, dopo aver sentito tirare forte dietro la coscia, comincia ad imprecare: “Ma chi le organizza ‘ste amichevoli del c…o!”. Era Mario. Stiramento e fuori per un mese.

Comincio a pensare che forse non è l’anno fortunato…

A un giorno dall’inizio del campionato firmiamo l’ultimo americano (che poi è il primo che se ne andrà!). Oggi, alla fine dei giochi, dico “che io sia stramaledetto per la volta che ho detto … va bene, è una scommessa che possiamo vincere…”

La prima con Sassari si vince, Nick ne mette 39 e io incredulo me ne vado a casa con una folta delegazione di teramani venuti per l’esordio e quasi quasi penso “però, potrebbe funzionare…”

Se ne vincono altre, il trend è buono, finché non si arriva all’apoteosi della partita con Scafati in casa, 3.000 persone, noi con Mario rientrato da poco, +16 e secondo posto in classifica. Addirittura penso che alla fin fine si possa fare un grande campionato…

E quindi, ovviamente, il Nick si stira e via fuori un mesetto…

Si va dunque a Fabriano e se ne prendono 30, una mazzata devastante, ma tutti ci diciamo che è un incidente di percorso…

A Casale l’episodio che forse più ricorderò di quest’anno, quello che mi fece comprendere quale potenziale umano avevo in quella squadra. Una ventina di secondi dalla fine, pari e palla a loro. Io chiamo time out e comincio a pensare se fare o non fare fallo. Ad un certo punto un vocione con la erre moscia fa: “Facciamo passare un po’ di secondi, poi facciam fallo. Dopo i tiri liberi palla A ME, PALLA A ME, E VIA TUTTI ZIO CAN!”. L’avversario fa 1 su 2, sbaglia il secondo, rimbalzo nostro, Meini che corre verso il canestro e poi cambia direzione all’improvviso e va verso Mario, che prende palla in angolo da due, fade away e canestro della vittoria … e io sul tiro ero già quasi sulla porta degli spogliatoi e avevo già salutato Ciani e gli arbitri…

Ancora secondo posto, tutti meravigliati e arrapati, il giovedì dopo arriva Ferrara e ce ne rifila 25 e domenica a Pavia dopo 2 minuti siamo sotto 22-6.

Allora aspettiamo Jesi la domenica dopo su Raisat. Sempre avanti, ma si perde di 8 e ancora mercoledì a Rieti, dove se ne prendono una trentina anche lì…

Allora viene Natale, siamo tutti più buoni e la società mi grazia non cacciandomi, ma cacciando l’americano, e cercando di cambiare un po’ le carte.

Le vacanze ci rigenerano, si respira positività, si cerca il nuovo straniero e intanto si ricomincia il campionato senza un americano e senza play di riserva.

Viene Imola, si inizia alla grande, dopo 12 minuti espulsione di Mario per proteste, e si gioca tutta la partita in 6, perdendo di 3.

Andiamo a Sassari 3 giorni dopo, stavolta si blocca Banti, si rigioca in 6 e si riperde.

6 sconfitte di fila, neanche Messina l’avrebbe fatta franca, e invece arrivano Salyers, Berdini, e la partita con Novara. E il Canc rimane sulla panca!

Tutta la settimana c’è una tensione pazzesca, io faccio cyclette ogni giorno, la notte è fatta per studiare l’avversario. Arriva la domenica, partita durissima ma si vince, Salyers gioca da Dio, tutti si rilassano un po’…

Continua il campionato, vinciamo le gare che dobbiamo vincere per salvarci, la squadra è tesissima, Mario e Andrea sanno che la posta in palio è grande e siamo alla fine, cominciano ad affilare le lame…

E allora che dire della partita con Castelletto, pari a 3 secondi dalla fine, Rusconi lancia una preghiera da metà campo, e Kotti sbaglia un tap in da sotto DA SOLO. Un tiro che cambia una stagione…

E ancora con Fabriano in casa, avanti di tanto, poi rientrano, supplementare e 16 punti di seguito di Mario, 60 di valutazione e 45 punti totali!

E poi Casale, io contro Franco Gramenzi, ore e ore a preparare la partita, per noi scontro salvezza determinante, per me momento difficile soprattutto perché, se vinciamo, Franco è nei guai per la salvezza…

Si vince di 10, ma sempre avanti di 20, la salvezza per noi è cosa fatta...

Da qui in poi cambia tutto, la tranquillità ci permette di giocare partite bellissime, vinciamo le ultime sette di fila, un ruolino di marcia da primi posti e all’ultima giornata, dopo un supplementare ad Imola, si vince e si accede ai play off, da ottavi. Un sogno, incredibile, un risultato oltre ogni aspettativa…

Il resto è storia recente, si esce 3-1 con Caserta ai quarti, facciamo due gare in casa nostra, si esce fra gli applausi, il pubblico di Montecatini è strepitoso….tutto ha funzionato..

La morale della favola: un’annata così, partita fra mille incertezze, con tante scommesse e dei momenti durissimi, con un finale bellissimo ed entusiasmante, è come corteggiare una donna splendida…

Lei se la tira, ti fa impazzire, ammicca e ti allontana, e tu aspetti lì, con tensione ed entusiasmo. Se poi lei dice sì, l’emozione che provi supera i confini della realtà, sei al settimo cielo e ti senti una divinità. Se ti respinge, provi un dolore inenarrabile, sei deluso e vicino al tracollo, ma poi pensi che sei già pronto e più carico di prima per abbordarne un’altra…


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