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Venerdì, 29 Marzo 2024 - Ore 15:39 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Serie A2 Est – Roseto Sharks
SQUALI 2018-2019: PUNTI DI FORZA E INCOGNITE.
2004. Mahmoud Abdul-Rauf e Lorenzo Settepanella.

2008. Valerio Bianchini e Lorenzo Settepanella.

2009. Michele Martinelli e Lorenzo Settepanella.

L’ingegnere del basket Lorenzo Settepanella fa il punto, a mercato ancora aperto, sul Roseto che verrà.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 16 Luglio 2018 - Ore 11:45

Quello messo in piedi da coach Germano D'Arcangeli appare indubbiamente un progetto intrigante, caratterizzato da sicuri punti di forza ma, parallelamente, altrettanto evidenti incognite.

In riferimento ai primi, è innegabile che i nuovi Sharks stellati siano dotati di un prorompente atletismo, conseguenza sia della gioventù di cui beneficia gran parte del roster sia della presenza di un nutrito gruppo di giocatori di colore dalle grandi qualità fisiche. Atletismo che, abbinato ad un organico abbastanza profondo, lascia intendere il ricorso ad una pallacanestro esuberante e particolarmente aggressiva, a rotazioni spinte, alla continua ricerca del contropiede, al pressing a tutto campo in pianta stabile più che come arma tattica.

Le incognite, tuttavia, sembrerebbero altrettanto evidenti. In primo luogo una assai probabile fragilità sotto canestro ove, eccezion fatta per il piccolo ma tostissimo Brandon Sherrod, centro undersized carico come una sveglia al terzo anno in A2 dopo un secondo anno ancora migliore del primo in termini di cifre e qualità di pallacanestro prodotta, manca un altro lungo di peso che faccia da complemento all’uomo di Bridgeport. Un altro “4-5” dalla struttura fisica imponente che all’occorrenza marchi i centri avversari più alti e grossi e che soprattutto sia in grado di fargli spazio garantendo pericolosità dal post alto.

L’ultimo acquisto, Akele, per la verità un tantino intristito negli ultimi due anni a Rhode Island, specie dopo il cambio di ruolo, da esterno puro a secondo lungo somministratogli oltreoceano da coach Dan Hurley, dovrebbe giostrare da “numero 4”, e coach D'Arcangeli spera che possa avvicinarsi all'identikit di cui sopra e che non si pesti i piedi con l'alter ego Eboua (anche lui descritto come un “3-4” ma più fisico, con strabilianti doti di salto, ma meno solido tecnicamente).

Il back up di Sherrod, il camerunense Bayehe, è descritto come un altro lungo verticale dal grande atletismo e dalle ridotte risorse tecniche, cosa che quindi renderebbe complicata una eventuale coesistenza con Sherrod in un quintetto più massiccio. In tal caso i due lunghi tenderebbero a giocare uno addosso all'altro e non uno di fianco all'altro, compromettendo le spaziature. In difesa non sarebbe un problema per la rapidità di entrambi, ma in attacco sì.

La dimensione tattica ottimale, ma dal solo punto di vista tecnico e non fisico, calzerebbe a pennello su Pierich, tiratore puro dai nervi d'acciaio, esperto e navigato, ma, per statura e struttura, pur sempre un “3” naturale, negli ultimi anni utilizzato da “stretch 4”, talvolta e solo per pochi minuti come arma tattica e per l'età ormai non più verdissima. E un assetto con l'ex forlivese vicino a Sherrod renderebbe gli Sharks la compagine meno alta vicino a canestro della intera A2. Potrebbe funzionare, ma anche in questo caso, probabilmente, per pochi minuti e non contro gli avversari più fisici.

Sherrod che in attacco, a causa di mezzi tecnici non eccelsi, andrebbe poi innescato in velocità e da pick and roll assai più che da pivot basso contro difesa schierata.  Per massimizzarne le doti sarebbe quindi fondamentale la presenza un playmaker capace di far viaggiare la palla nel cuore dell'area con tempismo e regolarità (ricordiamo che negli ultimi due anni Brandon ha beneficiato dei suggerimenti di grandi passatori quali Fultz e Lawrence).

Considerazione, quest'ultima, che suggerisce un’altra riflessione, quella relativa alla cabina di regia degli Sharks. Possono un ragazzo dalla struttura fisica imponente per il ruolo e di gran talento ma di appena 19 anni, Lazar Nikolic, e un bomber proveniente dalla B come Yancarlos Rodriguez (ricordiamo che casi quali Venucci e Marulli dimostrano che la conversione da scorer della cadetteria a regista in serie A2 è assai innaturale e problematica), garantire qualità e profondità in un settore così nevralgico delicato? Il dubbio è più che legittimo.

Il probabilissimo ingaggio di Franko Bushati assicurerà pericolosità offensiva immediata in uscita dalla panchina e anche esperienza e leadership, ma è dalla scelta del secondo straniero, una guardia capace di fornire congrui bottini anche costruendosi il proprio tiro e magari fornendo qualche supporto in regia, che dipenderanno molto i destini degli Sharks, alle prese con un processo di ricostruzione tutt’altro che scontato.

L’inesperienza del coach a questi livelli costituisce un’incognita ulteriore, sebbene il tentativo di esportare e impiantare il modello Stella Azzurra in un altro contesto non potrà che aiutarlo nell’individuazione dei propri riferimenti.

Lorenzo Settepanella
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