Grazie ad alcuni amici – Fabio Di Marco della libreria “La Cura”, Silvia Mattioli de “La Trottola - formazione in movimento”, Gaby Florea e Marco Pasquini del “Pacaya arrosticini” – è stato possibile organizzare due incontri a Roseto degli Abruzzi con lo storico Marco Patricelli, che ringrazio della solita squisita disponibilità.
Sono due incontri in luoghi insoliti, quindi fuori dalla piccola e accogliente libreria “La Cura”, ma d’estate è bello anche associare la presentazione di un buon libro a un aperitivo o a un arrosticino (oddio, proprio uno no... diciamo multipli di 10).
Perciò, amanti della storia o semplici cittadini che vogliono meglio capire il nostro tempo, segnatevi questi due appuntamenti, perché sentir parlare Marco Patricelli è tanto raro quanto utile.
Mercoledì 25 luglio 2018, ore 18.30.
Roseto degli Abruzzi, Lido La Bussola.
Info: 320.386.55.74 – 329.427.82.98.
Presentazione del libro “L’ITALIA DELLE SCONFITTE. Da Custoza alla ritirata di Russia”.
Nell’ambito della piccola rassegna estiva “al mare con i libri”, organizzata da “La Trottola - formazione in movimento” di Silvia Mattioli.
Letture ad alta voce a cura di “Letture ad Alta Voce” di Roseto degli Abruzzi.
Lunedì 30 luglio 2018, ore 21.00.
Roseto degli Abruzzi, Pacaya Arrosticini.
Info: 333.794.59.90.
Presentazione del libro “SETTEMBRE 1943. I giorni della vergogna”.
Letture ad alta voce a cura dell’attore e doppiatore Luca Luciani.
Io avrò il coordinamento di entrambi gli incontri, cercando di fare a Marco Patricelli domande che possano sia parlare dei libri sia stimolare il pubblico a leggerli.
E siccome – per dirla con Francesco De Gregori – la storia siamo noi, vi invito tutti a partecipare alle serate.
Di seguito, un breve profilo biografico di Marco Patricelli e i riassunti dei due libri in presentazione, che saranno acquistabili nelle due serate.
MARCO PATRICELLI
Ha insegnato Storia dell’Europa contemporanea all’Università G. d’Annunzio di Chieti ed è stato consulente storico per programmi di Rai 1, Rai 3 e Rai Storia.
Dai suoi libri sono stati tratti documentari prodotti da Rai e Mediaset-Zdf.
Tra le sue più recenti pubblicazioni, “Liberate il Duce! (Milano 2010) e “Morire per Danzica (Milano 2011).
Per Laterza: “L’Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945” (2007, Premio speciale Città delle Rose); “Settembre 1943. I giorni della vergogna” (2009); “Il volontario” (2010, Premio Acqui Storia 2010); “Il nemico in casa. Storia dell’Italia occupata 1943-1945” (2014); “L’Italia delle sconfitte. Da Custoza alla ritirata di Russia” (2016).
I suoi libri sono tradotti in più lingue.
L’ITALIA DELLE SCONFITTE
Da Custoza alla ritirata di Russia
La vittoria ha mille padri ma la sconfitta è orfana. Di certo non in Italia, dove è figlia legittima di uomini che hanno fatto la storia col sangue di altri uomini. Loro malgrado.
«La guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai militari». Per non farla fare solo ai militari i politici dell’Italia unita ci hanno messo di loro, riuscendo a realizzare un perverso mix che ha portato a una lunga teoria di eclatanti sconfitte. A Custoza si perde una battaglia già vinta perché La Marmora e Cialdini conducono una guerra privata. A Lissa l’inesperto ammiraglio Persano e i suoi vice neppure si parlano, e i sogni di gloria vanno a picco assieme alle navi e ai marinai. A Caporetto Badoglio, pur sapendo che gli austro-tedeschi stanno per attaccare, se ne va a dormire. L’attacco alla Grecia soddisfa solo le manie di grandezza di Ciano e Mussolini e si incanala subito verso un clamoroso disastro che fa sogghignare mezza Europa. Una tragedia che è la prova generale della campagna di Russia…
Ma le sconfitte non hanno pesato solo sul piano militare. Spesso sono state l’occasione per scatenare psicodrammi assurdi o ancora più ridicole cacce a capri espiatori di comodo, rivelando tutta la fragilità della nostra identità nazionale, come accaduto con il disastro di Adua e la caduta di Crispi. In altri casi hanno prodotto una presa di coscienza e uno scatto di orgoglio che ha mutato, in meglio, la storia successiva.
Cinque battaglie, cinque sconfitte che hanno contribuito a ‘formare’ l’Italia.
SETTEMBRE 1943
I giorni della vergogna
Il piccolo re, il grande dittatore, novanta ore di cinismo e di incapacità sufficienti per azzerare uno Stato. Marco Patricelli racconta l’incredibile e grottesca sequenza di eventi che dal 9 al 12 settembre 1943 sconvolse l’Italia e la consegnò a un destino di macerie.
«La colonna di sette automobili aveva già lasciato Roma illuminando le strade ancora buie e deserte con la luce azzurrognola dei fari schermati. Vittorio Emanuele, la regina Elena, il generale aiutante di campo del re e il tenente colonnello Buzzaccarini erano a bordo di una Fiat 2800 nera, guidata dall’autista che faceva incredibilmente sfoggio del guidone reale: noblesse oblige, ma a nessuno viene in mente che la nobiltà vorrebbe ben altro contegno che una fuga nell’oscurità.»
È così, alle prime luci del 9 settembre 1943, ad armistizio appena proclamato, che il re abbandona la Capitale per fuggire al sud, lontano dalla vendetta tedesca. In Italia intanto si spara e si muore. Tra quell’alba e il pomeriggio del 12 settembre il Paese si disgrega e precipita nel caos di un vuoto istituzionale senza precedenti. In meno di quattro giorni, e nel raggio di pochissimi chilometri, si compiono due fughe eccellenti: quella tragicomica del re dal porto di Ortona, in Abruzzo, e quella rocambolesco-spionistica di Benito Mussolini dalla prigione dove è stato rinchiuso, sul Gran Sasso. Questa è la storia di quelle fughe, delle loro conseguenze e della vigliaccheria di chi poteva e doveva agire diversamente.