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Mercoledì, 24 Aprile 2024 - Ore 6:25 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Serie A2 Est – Roseto Sharks
LA SOCIETÀ DENUNCIA I TIFOSI PRESENTI A CAGLIARI
Daniele Cimorosi e Antonio Norante, oggi in conferenza stampa.

Qualche ricordo, partendo dalla stagione 1996/1997, il comunicato stampa del Roseto Sharks e qualche ulteriore riflessione.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 21 Gennaio 2019 - Ore 16:45

«I violenti e i cattivi non faranno mai la storia del basket rosetano».

Giovanni Giunco


Roseto degli Abruzzi, palasport, stagione 1996/1997, Serie B2.
All’indomani dei vergognosi fatti di Montegranaro (teppisti rosetani al lavoro in trasferta), il Presidente Giovanni Giunco condannò in modo netto e vibrante quelle persone che con la loro follia avevano disonorato un posto storico per il basket come Roseto, che ha sempre fatto parlare di sé per l’accoglienza e il calore della stragrande maggioranza delle persone.
Ne stavamo parlando insieme al compianto Giovanni e all’amico e collega Giorgio Pomponi, quando arrivò una persona visibilmente alterata che si scagliò contro il già anziano Giovanni, reo di aver condannato quei fatti vergognosi.
Giorgio e io ci frapponemmo evitando il peggio, l’alterato se ne andò, Giovanni disse la frase con la quale ho aperto questo articolo. Una frase che avrebbe ripetuto altre volte. Tutte quelle in cui ce ne fosse stato bisogno.

Oltre 20 anni dopo, ci tocca ancora parlare – e in questi anni abbiamo purtroppo dovuto farlo diverse altre volte – di “non basket”, associato a una piazza storica come Roseto. Che ogni volta perde un po’ del suo blasone a causa di notizie vergognose che nulla c’entrano con la pallacanestro.

Quindi la prima domanda è: perché una piazza storica deve essere ostaggio di un manipolo di “scellerati” (la definizione è di Daniele Cimorosi) che mai o quasi mai ha capito i bivi storici ed epocali del basket rosetano, contestandoli sempre senza neanche capire di cosa stava parlando?

Oggi, un gruppo di una cinquantina di persone odia (letteralmente) la partnership biennale con la Stella Azzurra e coach Germano D’Arcangeli, identificato come la figura principe di uno scippo che non c’è, visto che Roseto resta Roseto, gioca a Roseto e la società è di Roseto.

Una ventina di anni fa, quando Michele Martinelli ipotizzava la Serie A, partendo dalla B2 con ripescaggio in B1, mandrie di liberi pascolatori e adoratori del biglietto omaggio lo criticavano e deridevano, dicendo che non era possibile e contrastandolo in ogni modo (anche sleale). Risultato? Roseto andò prima 2 stagioni in A2 e poi 6 stagioni in Serie A, giocando anche la Coppa Uleb. Alla faccia dei gufi.

Prima lezione da imparare per i contestatori e gufi in servizio permanente effettivo: se non capite una cosa e non riuscite a ragionarci sopra, astenetevi dal frequentarla. Restate a casa, fate passeggiate sul lungomare, ma non danneggiate chi lavora a qualcosa di bello, grande, sano, destinato alle famiglie e alla gloria cestistica di una città.

Il basket rosetano è troppo importante e storico per essere il personale giocattolo di una cinquantina di persone che pretendono di dettare la linea. In 50 si è minoranza e non si possono imporre le proprie decisioni.

Dopo quasi 20 anni, la storia si ripete. La Stella Azzurra Roma paga 200.000 euro l’anno per costruire una partnership con una società storica come il Roseto Basket, garantendone la vita. Il Roseto resta in mani rosetane, nessun titolo viene venduto o scambiato e la squadra diventa un laboratorio intrigante fatto di giovani (dopo la partenza di Bushati, l’età media è di 22,9 anni) e in grado di fare 12 punti in 17 giornate, andando molto meglio dello scorso campionato (4 punti in 17 giornate). Risultato? Contestazione, urla, insulti, tentativo di arrivare alle mani.

Cioè, per capire. Roseto fa una cosa che apre la strada a nuovi modi di fare sport a livello italiano ed europeo, trovando una società – la Stella Azzurra – che riconoscendo a Roseto i quarti di nobiltà necessari accetta di pagare per entrare a far parte del progetto e valorizzare i suoi giovani e qual è il la risposta di una piccola parte di tifosi? Insulti e tentativi di aggressione. Perché?

Roseto fa la storia ancora una volta, tracciando un solco operativo che potrà fare scuola e che in America sarebbe stato oggetto di documentari di approfondimento... e quelli che hanno ideato una cosa che – se regge (questa è l’unica incognita degna di riflessione e controllo) – è da prendere ad esempio rischiano le botte e prendono insulti e sputi. Che senso ha?

Non ci credete? Leggete il comunicato stampa emesso oggi dal Roseto Sharks, che ha tenuto oggi a mezzogiorno una conferenza stampa al PalaMaggetti.

ROSETO SHARKS

Il ROSETO SHARKS s.s.d. a r.l.  intende esprimere la propria ferma condanna per i gravi fatti accaduti al termine dell’incontro di domenica scorsa tra la Hertz Cagliari e il Roseto Sharks e che hanno avuto come responsabili componenti del solito gruppetto di pseudo-tifosi rosetani che, in ogni trasferta, si è contraddistinto per offese e improperi nei confronti dei giocatori, del coach, dello staff rosetano oltre che nei riguardi dei responsabili del Roseto Sharks e della società Stella Azzurra Roma.
In questa occasione riteniamo sia stato superato ogni limite, tenuto conto che al termine della gara, oltre a gravi offese verbali, insulti, ingiurie e sputi, sono stati lanciati oggetti di vario genere contro allenatore, staff e giocatori ed è stata tentata un’aggressione all’uscita degli spogliatoi nei riguardi di uno dei due vice-allenatori.
Per questi motivi, che si aggiungono a tutte le altre manifestazioni di contestazione incivile a cui si è assistito nelle gare in trasferta finora sostenute, è giunto il momento di dire basta e mettere fine ad ogni tipo di comportamento che non rientri nei leciti canoni si civiltà e correttezza a cui ogni pubblico maturo e autenticamente sportivo dovrebbe sempre attenersi.
Pertanto la società da deciso di rivolgersi alle autorità competenti al fine di identificare questi individui e mettere in atto ogni azione utile affinchè venga impedito, in futuro, il ripetersi di episodi violenti di questo genere che nulla hanno a che vedere con lo sport o le buone maniere e che, tra l’altro, sono un esempio deteriore per i giovani, compresi quelli  nei riguardi dei quali  si svolge la maggior parte dell’attività sportiva ed agonistica  del Roseto Sharks e dell’Academy.
Il Roseto Sharks intende manifestare la propria solidarietà per l’episodio accaduto al Coach Germano D’Arcangeli, all’intero staff tecnico e a tutti i giocatori del roster che sono impegnati a disputare un difficile campionato di A2 di basket, solidarietà e vicinanza che, siamo certi, verrà manifestata nei prossimi giorni anche dai tanti tifosi rosetani che hanno realmente a cuore le sorti della pallacanestro cittadina e la domenica desiderano poter assistere serenamente e in tranquillità, con la propria famiglia, ad un evento sportivo che prosegue la tradizione cestistica di Roseto.

Roseto degli Abruzzi, lì 21/01/2019

Roseto Sharks


E torniamo a chiederci: perchè? Perché spendere soldi e prendere un aereo per volare fino a Cagliari (tornando con lo stesso volo della squadra) per insultare e aggredire quelli per cui si tifa? Che senso ha?

Premesso che chi insulta e aggredisce non ha mai senso, proviamo a interrogarci sulle ragioni di un simile comportamento.

Contestare la squadra? Non ha senso, visto che ha 12 punti dopo 17 giornate, contro i 4 dello scorso campionato e che ha un’età media di 22,9 anni e gioca con 2 soli giocatori che hanno già fatto la A2 (Pierich e Sherrod) e 9 matricole esordienti.

Contestare il progetto? Non ha senso. Se non ti piace il progetto fai come ha fatto una parte della tifoseria storica, che ha scritto a chiare lettere la propria contrarietà e oggi non frequenta più il palasport, avendo detto che rientrerà quando cambierà il progetto.

E allora... perché?

Credo che la ragione profonda sia sempre la solita: credersi il depositario del basket rosetano (non so in base a quale convincimento o dato oggettivo) e quindi combattere in modo antidemocratico (se non sei d’accordo con me, ti insulto e ti meno) per imporre la propria posizione. Che però, ricordiamolo, è la posizione di 50 persone su 2.000. E che quindi non può comandare, a meno che non diventiamo un posto in mano a un pugno di dittatori. E direi che dobbiamo combattere tutti, civilmente e pacificamente, affinché questo non avvenga.

A diversi tifosi non piace coach Germano D’Arcangeli. Chi scrive è stato il primo a sottolineare le due vittorie gettate al vento in trasferta a Cento e a Piacenza, all’andata. Ma un conto è riflettere sulle situazioni oggettive, un conto è “puntare” una persona. Ragioniamo, o proviamoci. Mi riferisco a tutti quelli che odiano D’Arcangeli o che lo considerano inadeguato. Io dico che è oggettivamente, insieme al coach del Cagliari, Iacozza, il coach con meno esperienza di tutti, non avendo mai fatto la A2 e avendo sempre allenato i giovani. Bene, siamo d’accordo. Già, ma allora... dovremmo fargli un applauso ancora più grosso, rispetto a un allenatore veterano, se dopo 17 giornate, con una squadra dall’età media di 22,9 anni e con 9 matricole esordienti su 11 ha 12 punti! Perché l’unico criterio oggettivo, in uno sport senza pareggio, è la vittoria: se vinci hai ragione, se perdi hai torto. Tutto il resto, è “puntare” una persona.

Ai tanti amici più competenti di me, che da settimane mi pettinano la sacca scrotale sottolineando ogni e qualsiasi manchevolezza del coach, vorrei ricordare che mi hanno detto che abbiamo vinto contro Mantova perché era una squadra di cadaveri. Eppure la stessa squadra ieri ha vinto di 18 contro Udine. E Cagliari – che i soliti professori di pallacanestro dicono essere squadra scarsa – pare abbia un budget di un milione di euro e nel confronto con Roseto è notevolmente più esperta e meglio pagata e con giocatori oggettivamente con più curriculum.

Ci vuole tanto ad accettare il fatto che abbiamo una squadra “quasi under”, che “si paga da sola” e che, nonostante tutto, siamo in corsa per salvarci come e più dello scorso anno? Ci vuole tanto ad ammettere che questo progetto forse sta funzionando?

Ci vuole tanto ad accettare che il progetto comprende che più della metà della squadra sia portata in dote dalla Stella Azzurra – che aggiunge anche 200.000 euro a stagione oltre a vitto e alloggio e trasferimenti dei giocatori, quindi circa 350.000 euro complessivi a stagione – e che quindi la guida tecnica sia quella?

Germano D’Arcangeli non è la persona più simpatica del mondo? Concordo. Ma “io tifoso” posso contestarlo se dopo 17 partite ne ha vinte 2, 3... invece – con la squadra laboratorio e più giovane di tutte – ne ha vinte 6. E sta lottando per la salvezza. Non è meglio, allora, se lo incoraggio e se con lui incoraggio tutti i componenti del suo gruppo (perché la Stella Azzurra è, che ci piaccia o no, un gruppo coeso che ruota intorno a lui), che indossano la maglia del mio Roseto e che quindi possono farmi divertire?

È tanto complicato capire questo?

Ai tanti amici che mi dicono di preferire una Roseto che si allena a Roseto, anche se gioca in Serie C2, io rinnovo l’invito: fondate voi una C2 e giocate a Roseto di sabato o domenica mattina. Roseto.com vi seguirà con affetto e passione. Ma che senso ha rovinare una squadra che liberamente porta avanti un progetto, in A2, solo perché non piace a voi?

Infine, un appello diretto a quei giovani che credono di diventare importanti mostrandosi tosti e contro tutti. A quei giovani, spesso giovanissimi, dico – nel loro interesse – di non rovinarsi la vita deragliando dai binari della contestazione civile e accettabile. A quei giovani ricordo che non ha senso macchiarsi la fedina penale (con conseguenti problemi per tutta la vita), per seguire una cosa bella come la propria squadra di basket del cuore. Non ne vale la pena. Mai. Rovinarsi per qualcuno o qualcosa, non vale mai la pena. Tifate, urlate, incitate, ma ricordatevi che se andate oltre le regole prima o poi pagherete il conto. E che non vale la pena rovinarsi la vita essendo sempre contro. Chi ama, costruisce.

APPELLO FINALE, TORNANDO A PARLARE DI PALLACANESTRO.
Domenica 27 gennaio 2019, alle ore 18, al PalaMaggetti c’è Roseto-Cento: scontro diretto per salire in classifica e continuare a lottare per la salvezza diretta.
Rosetane e Rosetani, tifate Roseto e siate vicini a squadra e staff.
Le eventuali critiche, civili, a partita finita.
Proviamoci, tutti insieme e per tutte le partite.
E vediamo come va a finire la stagione.
Non vi piace questa modalità? State a casa, invece di venire a gufare.
Grazie.

Luca Maggitti
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