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Martedì, 23 Aprile 2024 - Ore 15:39 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Uomini che fanno imprese [Giannicola De Antoniis Bacchetta]
STEFANO BLOIS
Stefano Blois.

Stefano Blois e Giannicola De Antoniis Bacchetta.

Stefano Blois.

Giannicola De Antoniis Bacchetta, business coach rosetano, intervista imprenditori e liberi professionisti che hanno avuto successo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 30 Agosto 2019 - Ore 10:30

In questa sedicesima intervista ho incontrato Stefano Blois, giovane manager sportivo e organizzatore di eventi. Ci dirà cosa intende per ‘molto più di un torneo’, cosa significa la Passione per lui, l'importanza delle emozioni, del coinvolgimento, dell'incontro tra sportivi e diversamente abili. Ci dirà quali sono i Valori alla base del Successo della Roseto Cup, il ricordo di ragazzi che non ci sono più, suggerirà interessanti e pratici consigli per evitare errori quando si parte con una start up e tanti utili spunti e riflessioni toccando anche l’ambito politico locale. Ci racconterà infine cosa hanno in comune lo sport, le relazioni e lo spirito d’iniziativa e tanto altro ancora…

Come succede sempre, in questa rubrica, condividiamo punti di vista utili grazie ad imprenditori, Liberi Professionisti e Manager a chi ci legge. I consigli che darà oggi il nostro ospite sono di inestimabile valore sia dal punto di vista della vita personale che professionale.

In più ci tengo a precisare che queste interviste non servono per far emergere, incensare o adulare il personaggio di turno ma esclusivamente per dar loro la possibilità di essere utili. Ci offrono spunti pratici e pensieri interessanti per dar forma ad un futuro migliore, per chi sa e vuole approfittarne, attraverso questa memoria scritta.

Niente è più interessante del Modello Mentale, dei Pensieri, dei Presupposti, delle Credenze, della Visione di Persone e Manager che ce l’hanno fatta, di Imprenditori Innovativi, di Liberi Professionisti all’avanguardia, che si raccontano con il loro personale modo di esprimersi, con il loro singolare linguaggio.

Perché, alla fine, l’elemento indispensabile è sempre lo stesso: le Persone.
E nessuno dovrebbe mai fare l’errore di preferire un oggetto ad una bella conversazione…

Per questo spazio ringrazio Luca Maggitti, perché senza di lui tutto questo non si sarebbe realizzato.

Ognuno come può…
Abbi Gioia!


Giannicola De Antoniis
Business Coach

                
Sedicesimo appuntamento con “Uomini Che Fanno Imprese” e oggi con noi c’è Stefano Blois, già team manager ex Roseto basket e nell'ultimo anno alla Eurobasket Roma. È studente in scienze delle comunicazioni ma è qui per via di una particolarità. Ha avuto un’idea brillantissima: insieme ad un gruppo di amici ha creato la Roseto Cup.

Giannicola: quindi, cos'è la Roseto Cup?
Stefano: la Roseto Cup è un evento sportivo che si svolge a Roseto e la scorsa estate, 2019, è stata la terza edizione e siamo un gruppo di amici che ha avuto quest’intuizione. È nata da due ragazzi, Quirino e Antonello nel 2017, e poi ci siamo aggiunti io e altri componenti dello staff come Chicca Marini ed Emanuele - detto ‘impavido’ - e questo è lo staff  al completo. La Roseto Cup è un evento che si propone di offrire qualcosa di diverso, di speciale, di regalare delle emozioni non solo chi partecipa ma anche a tutti quelli che vengono a vedere. Speriamo di esserci riusciti.

Giannicola: diciamo subito che l’obiettivo principale di queste interviste della rubrica “uomini che fanno imprese” è duplice: il primo è quello di intervistare persone che sono riuscite ad avere successo in quello che fanno e l'altro di dare consigli a chi ci legge. Quindi qual è la Singolarità, l'elemento distintivo, della Roseto Cup rispetto ad altre iniziative che si svolgono a Roseto, o comunque sulla costa, in estate?
Stefano: noi lo riassumiamo con un hashtag, in un motto, in uno slogan, che è #moltopiùdiuntorneo. Quello che ci siamo posti, quello che abbiamo in testa veramente, nell'organizzare e nel promuovere questa iniziativa, è di regalare un qualcosa in più. Saremo anche forse un po’ presuntuosi, però rispetto a tutti gli altri tornei dove vai, giochi e finisce lì, noi cerchiamo di offrire un'esperienza a  360 gradi. Cioè un’esperienza di sport, di divertimento, di condivisione; che siano dei giorni in cui si possono stringere amicizie e si possono provare delle emozioni e si possono fare nuove esperienze. Quindi questo è quello che cerchiamo davvero di fare e non limitarci allo sport, alle partite, al torneo, che sono tutte cose belle ma tutte cose viste e straviste. Noi cerchiamo di dare qualcosa in più e ovviamente c’è tanto lavoro dietro.

Giannicola: vuoi spiegare di che cosa si tratta? Perché non è un torneo monotematico, cioè con un unico sport, ma si tratta di un evento con più discipline.
Stefano: sì, esatto. Nell'ultima edizione gli sport erano il basket, il beach volley, il beach tennis e poi abbiamo aggiunto il beach golf e infine abbiamo aggiunto il SUP, grazie a Roberto Candelori di ‘East Sealing’ che ci ha dato questa possibilità.

Giannicola: SUP cos’è?
Stefano: SUP vuol dire ‘Stand Up Paddle’ ed è un divertentissimo sport acquatico. Scrivendo su internet la parola SUP troverete delle grandi immagini di questo sport. L’anno prossimo probabilmente avremo anche il flyboard che quest’anno non siamo riusciti ad avere per problemi di maltempo. Oltre a questo abbiamo tante altre iniziative extra sportive: abbiamo coinvolto tutte le scuole danza di Roseto, abbiamo coinvolto varie palestre e ogni anno cerchiamo di aggiungere qualcosa nel tentativo di avere veramente un'esperienza a 360 gradi. Non solo e non tanto per chi gioca ma anche per tutte le persone che passano e si fermano e che rimangano attratte e spero anche un po’ affascinate da quella che è l'atmosfera che si respira.

Giannicola: io ci sono passato e posso assicurare che è veramente impressionante vedere la cornice di pubblico, questa montagna di persone che sta proprio lì tutta intorno ai campi nei quali si svolgono le attività sportive. Prima dell’intervista, scherzando, stavamo proprio dicendo che non è tanto un campionato del mondo di un'unica disciplina sportiva ma assomiglia di più ad una Olimpiade. Come vi siete organizzati all’interno per creare un evento di questo genere?
Stefano: allora, il paragone con le Olimpiadi è impegnativo però l’idea è quella di avere più sport possibili e riuscire a convogliare un po’ tutti i tipi di attività. Devo dire che per quanto riguarda i vari sport ci avvaliamo di collaboratori molto preziosi. Per il beach volley c’è stato Piero Cialé in tutte le edizioni, per il beach tennis ci sono stati Filippo Recinella con Erika e Antonino Zapparata, per il beach golf c’è stato Mauro De Marco. Quindi oltre allo staff nostro, dell’associazione QUAM, abbiamo anche dei referenti sui singoli sport che ci danno una grande mano. Voglio citare e ringraziare anche l'ImpressoVisual che cura tutti i nostri contenuti video e Alberto Ghianni che è il nostro responsabile marketing e comunicazione. C'è un torneo che dura tre-quattro giorni ma c’è un lavoro di un anno dietro a tutto questo ed è sempre molto impegnativo coordinare iogni aspetto. Ci siamo organizzati cercando di avere tutti i ruoli coperti, cercando di non lasciare nulla al caso anche se è molto difficile. Però abbiamo le persone giuste e per ‘giuste’ intendo persone che abbiano i nostri valori e il nostro stesso fuoco. Perché noi abbiamo un fuoco che ci arde dentro per organizzare questo torneo, questo evento, quindi cerchiamo persone che abbiano lo stesso fuoco e non si limitano al compitino.

Giannicola: perfetto! Vuoi dare qualche dato dell'ultima manifestazione?
Stefano: l’ultima edizione si è svolta su quattro giorni e abbiamo complessivamente raccolto fra le 3 mila e le 4 mila presenze totali di pubblico. Abbiamo avuto circa 400 atleti distribuiti fra tutti i vari sport. Il QUAM star game, che è il nostro evento di punta, del sabato sera, ha avuto un boom di pubblico perché quest’anno abbiamo inserito anche gli spalti intorno al campo; non c’era solo la passerella sul lungomare ma c’erano anche gli spalti di fronte. Poi anche sui social abbiamo quasi 3.000 followers su instagram e  2.500 su facebook che crescono in continuazione e anche lì è stato fatto un lavoro importante. Insomma, siamo contenti delle risposte che abbiamo ricevuto.

Giannicola: come dicevi tu, in effetti durante tutto l'anno viene spalmata la vostra idea e soprattutto i vostri valori attraverso le immagini, le interviste, i momenti clou di tutti gli eventi che avete fatto nell'anno precedente. Vero?
Stefano: sì, anche perché siamo fortunati ad avere talmente tanto materiale, grazie ai nostri fotografi Andrea Cusano e Asya Rodilossi, che le foto e i video vengono mostrati tutto l’anno in modo da mantenere alta l'attenzione. È chiaro che quando c'è l’evento, in quei tre-quattro giorni se ne parla, lo si vive e lo si pratica in modo più intenso, poi, però, c'è tutta una fascia di tempo che va da Agosto fino all’anno successivo, in cui se tu non sei bravo e non sei costante nel mantenere alta l’attenzione - senza farlo diventare un bombardamento - mettendo ogni tanto una foto, inserendo un video, scrivendo un post, è chiaro che si perde un pochino di quello che è stato il lavoro fatto.

Giannicola: allora dicevamo del QUAM. Vuoi spiegare che cosa significa questa parola e poi in che cosa consiste questo evento?
Stefano: certo! QUAM è semplicemente il nome della nostra associazione e, a proposito di paragoni impegnativi, ci siamo ispirati all’ALL STAR GAME NBA e quindi l'abbiamo chiamato QUAM star game - giusto per fare una cosa di ‘basso profilo’! - e l’idea è quella di riunire i migliori giocatori abruzzesi, o comunque legati all’Abruzzo, farli giocare in una partita di esibizione, di puro spettacolo, ed è chiaro che a Roseto - una città innamorata del basket e con una tale tradizione - siamo stati convinti fin da subito che un evento del genere potesse riscuotere grande successo. Sono state due grandi edizioni, 2018 e 2019, molto belle e l'ultima soprattutto ha visto tornare delle leggende come Mario Boni, Claudio Bonaccorsi, c'era anche Giampaolo Ricci - della Virtus Bologna - quindi una partita di alto livello. Ma la cosa che voglio dire, senza essere troppo lungo, è che abbiamo unito allo sport anche il ricordo di due ragazzi che purtroppo ci hanno lasciato, Nico Nardi e Mattia Loschiavo, e che quest'anno uno dei momenti più belli è stato far giocare dei ragazzi diversamente abili dell'associazione OLTRE insieme a questi campioni, durante questa partita. Unire giocatori professionisti di alto livello con i ragazzi, che invece lo sport hanno più difficoltà a praticarlo, è stato un binomio speciale ed è stata una grandissima emozione.

Giannicola: voi siete nati da poco, quindi questo evento che ha così grande successo deve avere alla base una solida organizzazione ma anche un budget dal punto di vista economico. La domanda che voglio farti a questo punto è questa: quanto è stato difficile e quanto è difficile parlare con gli sponsor e coinvolgerli affinché voi abbiate un piano economico che riesca a sostenere un evento di questo genere?
Stefano: tantissimo. devo dire anche, però, che con il tempo si migliora perché comunque s’impara dagli errori, si capisce che una cosa poteva essere fatta in modo diverso, quindi comunque poi è anche bello e stimolante perché ti consente di fare pratica sul campo. Mi ricordo le prime volte che andavo a parlare con gli sponsor, che a pensarci adesso non è proprio bello! Adesso, rispetto a prima, mi muovo con un pochettino di dimestichezza in più. Ma il vero problema è che comunque le attività commerciali sono bombardate letteralmente dalle tante iniziative estive. Se mi metto nei panni del commerciante o dell’imprenditore, che riceve un milione di queste richieste, capisco comunque che non è facilissimo scegliere. Bisogna però anche saper distinguere e valutare quello che è il tipo di proposta, di offerta, perché non tutti gli eventi sono uguali. Spesso ci viene detto che ci verrà dato un contributo come a tutti gli altri che lo chiedono ma secondo me il discorso non dovrebbe essere quello, dovrebbe essere invece capire che facciamo un discorso più strutturato, con un’esposizione mediatica importante e con un un ritorno d’investimento di un certo tipo per chi sponsorizza. Le domande che dovrebbe farsi un commerciante/imprenditore dovrebbero essere più rivolte a questi fattori di visibilità e ritorno d’investimento e valutare di conseguenza. Poi quest'anno abbiamo messo un ledwall luminoso - uno schermo gigante - che faceva molta scena, sul lido Azzurra, all’angolo del campo. Uno schermo da 4 metri per 2,5 su cui venivano proiettati video, loghi e qualsiasi cosa legata agli sponsor. Sono sincero e sono onesto nel dire che abbiamo anche fatto degli errori perché poi la gestione di tutto questo non è facile. Siamo in quattro e va gestito il torneo, l’organizzazione, gli sponsor, i social, i premi e mille altre cose… Quindi è capitato anche che abbiamo fatto degli errori e mi scuso pubblicamente con quelli con cui abbiamo avuto qualche disguido però, anche lì, gli errori fanno esperienza e s’impara tanto grazie a loro. In ogni caso, al di là degli errori, io credo che una visibilità del genere, a Roseto, mi permetto di dire che non c’è in nessuna altra manifestazione. A proposito del discorso economico, per noi è stato un investimento molto importante quanto oneroso, però io credo che avere un ledwall, uno speaker durante una manifestazione del genere, con quel pubblico, con quella presenza, sia qualcosa che non tutti possono offrire. Io comunque, a nome di tutto lo staff, sono abbastanza soddisfatto della risposta che abbiamo ottenuto dagli sponsor perché le spese erano veramente tante da coprire. Quello su cui purtroppo, invece, ci siano rimasti male è stato il contributo delle istituzioni, del Comune di Roseto. Non solo a livello economico, non sono ipocrita in quanto il discorso economico è importante, però è più un discorso di attenzione, di presenza e anche di avere dei complimenti per quello che è stato fatto. Invece siamo stati completamente ignorati, lo dico proprio com’è. Faccio un esempio breve perché non mi piace lanciare accuse nel vuoto: ad inizio estate il Comune ha apposto un grande manifesto all’entrata del municipio con tutti gli eventi sportivi, e non, dell’estate ma noi non c’eravamo! Ci sembrava di essere su ‘scherzi a parte’!!! Per carità non dico che il nostro evento sia meglio degli altri però non c'era neanche un motivo per cui esserne esclusi. Insomma, sinceramente, sono cose che ti fanno passare la voglia di riorganizzarlo. Anche perché, e chiudo qui, noi abbiamo fatto, due mesi prima, una presentazione dell’evento alla BAIA DEL RE di Cologna, con le istituzioni, con i giornalisti, con gli sponsor, con gli imprenditori, etc… Anche lì è stato organizzato un evento che ha richiesto tempo e anche delle spese. C’è stato tutto un allestimento, una preparazione, un’organizzazione e penso che il nostro lo abbiamo fatto bene per far sapere di questo evento. Magari lo potevamo fare meglio, sicuramente, però più di quello che abbiamo fatto per avere attenzione, per avere un minimo di aiuto e di appoggio maggiore non so proprio cosa avremmo dovuto fare. Ci dispiace, al di là del discorso economico che è fondamentale, ci dispiace anche, addirittura, non essere nella locandina degli eventi estivi di Roseto.

Giannicola: tu hai 25 anni e ti faccio i complimenti per la presenza, per come parli, per la della chiarezza di idee e, ovviamente, per i risultati che hai avuto, non per niente sei qui e l’intervista è il riconoscimento del vostro successo. Perché è vero che parliamo di un evento sportivo ma non dobbiamo dimenticare che ha tutte le caratteristiche di un’impresa. Dunque, quali sono i consigli che ti senti di dare per chi vuole fare business? Quali sono i consigli che tu puoi dare ad una start up - perché alla fine della fiera di quello stiamo parlando - o ai giovani che vogliono iniziare un'attività sia sportiva, come quella che state facendo voi, o comunque anche un altro tipo di attività commerciale?
Stefano: non ho la presunzione di dare consigli a livello economico e di reddito, visto che per adesso su questi aspetti dobbiamo ancora migliorare tanto e io sono il primo che lo sa però qualche consiglio dal punto di vista di come organizzare un evento, e di come farlo riuscire, credo di poterlo dare. Il consiglio principale è quello di essere veri, essere sinceri, essere franchi anche con i propri difetti e con i propri limiti perché queste caratteristiche pagano sempre. Oltre a questo, ovviamente, possedere una smisurata passione per quello che si fa.

Giannicola: ho una scaletta per valutare le persone che sono in grado di ottenere successo e vediamo se sei d’accordo e se ti rivedi in questa: la prima abilità è la Passione. Seconda è la Padronanza. Poi viene lo Spirito d’Iniziativa. Infine la Resilienza e questa l'ho notata prima quando dicevi che il comune di Roseto non è stato molto attento alla vostra iniziativa ma andate avanti imparando dagli errori. Sei d’accordo?
Stefano: sì. Voglio specificare che non mi riferisco solo al Comune perché non è un attacco frontale. Ci sono stati tanti problemi e tante difficoltà e sono quelli che ti fanno crescere. Ripeto che la cosa che ci dispiace è che facciamo un evento che coinvolge tutta la città, che porta gente anche da fuori, che consente anche ai ragazzi diversamente abili di avere un loro palcoscenico, etc… Noi pensiamo di fare qualcosa a 360 gradi, qualcosa di bello per tutti, che faccia emozionare tutti ed essere snobbati, essere non considerati è una cosa che ci fa un po’ pensare.

Giannicola: a questo punto dell’intervista la domanda potrebbe diventare: “come mai?”. Lasciamo aperta la possibilità a chi fa parte dell’amministrazione e ci legge, di rispondere, se ne avesse voglia. Anche perché queste interviste escono su roseto.com di Luca Maggitti e quindi se qualcuno vorrà, potrà rispondere direttamente con una nota al suo indirizzo o sul suo sito.
Stefano: visto che hai citato Luca, lo ringrazio perché sono nato professionalmente con Luca Maggitti e con roseto.com e quel poco che ho fatto l’ho fatto, in buona parte, anche grazie a lui.

Giannicola: bene, hai parlato spesso degli errori. Quali sono stati quelli che avete commesso, i più clamorosi, dai quali però avete tratto un grande insegnamento?
Stefano: tantissimi. Facciamo errori tutti i giorni. Anche quando non c’è il torneo continuiamo a fare errori. Per dirne uno in particolare, quest’anno abbiamo rischiato tantissimo per il maltempo. Abbiamo avuto grande paura per la pioggia. Ecco, una cosa che consiglio a tutti, anche quando si fa un evento in Estate, è quello di non lasciare nulla al caso. L'ultima cosa a cui siamo stati a pensare, a metà luglio, è stata la pioggia! Mi riferisco soprattutto al QUAM star game, perché per il torneo, se un giorno piove un pochino, si può fare qualcosa e recuperare gli incontri. Per la partita secca del QUAM star game viene gente da tutta Italia, giocatori professionisti, e quindi se dovesse piovere diventa un problema. È chiaro che tu la data la devi organizzare mesi prima perché non puoi avvisare giocatori di serie A tre giorni prima e fai tutto pensando di non avere problemi perché il tempo regga. Poi qualcuno ha iniziato a chiederci: “ma se dovesse piovere cosa fate?”. Abbiamo pensato subito alla ‘gufata’! Fatto sta che la settimana prima ascoltiamo le previsioni meteo e si parlava di temporali, pioggia, acquazzoni… Eravamo nel panico. Io non ho mai controllato le previsioni del tempo in vita mia ma da quel momento in poi lo facevo ogni giorno, di mattina, di pomeriggio e di sera, tre-quattro volte al giorno; mi svegliavo e la prima cosa era controllare il meteo e le previsioni continuavano a dare sempre-pioggia-sempre-pioggia e alla fine dobbiamo predisposto, ovviamente, un piano B ma abbiamo sperato fino all'ultimo di non doverlo attuare. Avevamo pensato di andare al palazzetto in caso di pioggia, oppure di spostare la partita nella palestra della scuola D’Annunzio, oppure addirittura di giocarla il giorno dopo. Per fortuna la pioggia non è arrivata e tutto è andato bene, perché non sarebbe stata la stessa cosa. Da lassù ci hanno dato una mano Nico e Mattia, a cui era dedicato l’evento, e hanno fatto sì che tutto restasse com’era. Quindi, non lasciare nulla al caso e imparare dai propri errori. Anche con gli sponsor: un altro esempio che è capitato quest’anno è stato l’errore che abbiamo fatto con il ledwall. Da questa cosa deriva il consiglio di diversificare i compiti. In che modo? La faccio molto pratica: vado dallo sponsor, gli dico che abbiamo il ledwall e gli chiedo se vuole mettere foto e video su questo supporto. Dice sì. Ok, benissimo. A quel punto gli do la mia mail, che è quella dello staff - che usavamo per tutto - da questa email giravo il contatto acquisito ai responsabili del ledwall (ImpressoVisual) con i files delle foto e dei video. Fra le mille cose che succedono, che ci sono da fare, può capitare che per uno sponsor tu ti possa dimenticare di fare ‘inoltra’… Non deve succedere, lo so, però è successo. Poi lo sponsor viene a vedere l’evento e  non trova il suo logo e giustamente ti fa ‘il mazzo’. Ora, come si può ovviare a questo problema per l’anno prossimo? Creare un indirizzo email gestito direttamente dai ragazzi di ImpressoVideo che poi utilizzano il ledwall, dare quell’indirizzo email in modo tale che loro avranno direttamente dallo sponsor tutti i contenuti di cui hanno bisogno. Anche se si verificasse nuovamente l’errore, nel peggiore dei casi, almeno sappiamo che l’errore è stato loro. Può sembrare una banalità ma ti assicuro che non lo è.

Giannicola: tu hai parlato prima di emozioni, di passione, del fuoco dentro che ognuno ha e quindi questa è una cosa bellissima perché se manca questo spirito, poi diventa tutto sterile. Allora, ti faccio questa domanda: in questi giorni del torneo, dove succede di tutto, dove c'è di tutto e dove dormi poche ora a notte, con grande stress ma anche vivendo grandi emozioni appunto, ce n'è una in particolare che ti è rimasta più nel cuore?
Stefano: sì, te ne dico due velocissime di quest’anno: la prima, sempre ripartendo dal concetto #moltopiùdiuntorneo,  quest'anno abbiamo aggiunto anche l'area Food&Drink per consentire a tutti di mangiare e di bere e di avere veramente un'esperienza completa per poter stare dall'inizio alla fine lì al lido Azzurra - ringrazio a tal proposito il titolare Bruno e tutto lo staff, saluto Marco e Antonio, che è stato fantastico - e avevamo anche il camioncino degli arrosticini direttamente da Spoltore, il mio paese di origine, con due ragazzi molto giovani e molto preparati. Finivamo di lavorare e si rimaneva lì, a notte tarda dopo il torneo, a fare due chiacchiere, una birra e quindi loro sono entrati non solo a livello lavorativo ma anche a livello familiare, di amicizia, nell’ambiente. Finiscono i quattro giorni del torneo e mi dicono: “che cavolo! Peccato che sia finito il torneo perché ci siano divertiti veramente un sacco”. Ci tengo a sottolineare che non si riferivano tanto all’incasso, certo c'è stato ed è stato anche proficuo, ma il loro ‘ci siamo divertiti un sacco’ era legato soprattutto all’aspetto emozionale, all'aspetto ludico, che comunque non ti aspetti quando vai a fare un lavoro. Credo che sia una cosa che non si vede in tutti gli eventi e sentirmi dire una cosa del genere, sono sincero, mi ha reso molto felice. Un altro momento è stato nel terzo quarto del QUAM star game, quando  Giampaolo Ricci, Innocenzo Ferraro e altri giocatori affermati hanno giocato insieme a dei ragazzi diversamente abili. Io penso che per questi ragazzi, già di per sé fare sport sia una grande emozione ma poi riuscire a farlo con giocatori di questo calibro, e davanti ad una platea così forte, così grande, penso davvero che per loro sia stata un'emozione che resterà dentro per tutta la vita. Ad ogni canestro il pubblico urlava. Mi vengono i brividi adesso solo a ripensarci. Ultimissima cosa, ci sono stati anche i ragazzi dell'Amicacci Giulianova - basket in carrozzina - e anche lì è stato un momento molto bello; la gente passava e vedeva questi ragazzi giocare sulla spiaggia. È una cosa insolita, una cosa che non si vede, un’esperienza altrettanto forte.

Giannicola: senti Stefano, cosa hanno in comune lo sport, le relazioni e lo spirito d’iniziativa? Che sono poi quegli aspetti che tu hai toccato in questa intervista. Qual è il filo conduttore di tutta questa storia?
Stefano: quello di non sedersi mai, di non rimanere mai fermi, di cercare sempre di migliorare, di fare sempre un passo in avanti. Non mi piacerebbe fare un lavoro dove tutti i giorni devo fare sempre la stessa cosa, sempre con le stesse persone, nello stesso ufficio, con lo stesso compito. La routine non fa per me, non fa per noi, e penso non faccia per chi ha quei tre capisaldi in testa a cui hai fatto riferimento. Quindi essere dinamici, essere attivi, propositivi, ascoltare tanto gli altri, osservare ed essere sempre pronti a dire ‘questa cosa posso farla meglio’, ‘da lui posso imparare questo’, ‘da lui posso imparare quest’altro’. Cerco sempre di prendere il buono da tutti. Credo che ognuno abbia difetti ma soprattutto dei pregi e quindi penso che cercando di capire e anche un po’ di ‘rubare’ - con l’accezione positiva del verbo - questi segreti, si possa crescere tanto.

Giannicola: abbiamo detto prima che la Roseto Cup è un po' una piccola Olimpiade, rispetto invece ad eventi di un unico sport che potrebbero essere considerati come dei mini campionati del mondo. Il barone de Coubertin diceva che l’importante è partecipare, per voi invece qual è il mantra?
Stefano: il mantra della Roseto Cup è dare il 120 per cento di agonismo quando si è in campo, ovviamente ci sta anche la gomitata, una botta, e fa tutto parte del gioco - rimanendo nei limiti della sportività - ma appena finisce la partita tutti amici, tutti contenti, tutti insieme. Quest’anno è stato bellissimo il torneo misto, che è stata una novità del 2019: in finale c'erano dei ragazzi obiettivamente più forti sulla carta - con loro giocava anche Alberto Serafini, giocatore di serie B - contro una squadra più giovane e sfavorita che ha vinto però la partita. I ragazzi favoriti, finita la partita hanno stretto la mano agli avversari, li hanno applauditi, si sono complimentati. Ti assicuro che non è da tutti. Quindi questo è un altro piccolo esempio, un Bignami, di quello che è lo spirito che noi vogliamo avere nel torneo.

Giannicola: per il 2020 già siete organizzati?
Stefano: ci stiamo organizzando. Noi vogliamo fare sempre un passo in avanti, quindi dobbiamo capire se ci sono i presupposti per farlo. Noi siamo dei ragazzi con un grande pregio: che siamo dei ragazzi coraggiosi. Però da coraggiosi non dobbiamo diventare incoscienti! Quindi bisogna avere delle basi solide e bisogna ogni tanto anche ricevere. Abbiamo dato tanto, continuiamo a dare tanto, però in ogni tipo di relazione si dà e prima o poi un minimo si deve anche ricevere. Quindi dobbiamo capire cosa possiamo dare e cosa possiamo ricevere. In base a queste due chiavi, poi, possiamo organizzare e definire quale sarà il futuro. Un po’ di tempo davanti ce l’abbiamo, quindi vedremo cosa succede.

Giannicola: va benissimo. Ti ringrazio e ti faccio tanti in bocca al lupo ovviamente per il tuo futuro e per la Roseto Cup, insieme ai tuoi collaboratori.
Ognuno come può! Abbi Gioia! Giannicola.
Stefano: Viva il lupo! Grazie a te.

www.giannicoladeantoniis.com
Il video completo dell’intervista lo trovi su
https://www.singolarmente.net/stefano-blois/


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Giannicola De Antoniis Bacchetta
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