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Serie B Femminile – Panthers Roseto
LE PANTERE VISTE DA GIORGIO POMPONI: MILLE ROSETANI PER IL BIG MATCH CONTRO IL SAN RAFFAELE!
Giorgio Pomponi.

Intervista al giornalista, già ‘Sindaco del Basket’ nel periodo del Roseto in Serie A1.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 05 Dicembre 2019 - Ore 15:45

Affermato giornalista sportivo rosetano, attuale coordinatore dell'area marketing e comunicazione per la Lega Basket Femminile, e profondo conoscitore sia della pallacanestro in rosa che del contesto in cui operano da diverse stagioni le nostre Panthers: chi meglio di Giorgio Pomponi, che ringraziamo per la cortesia e disponibilità, poteva darci una visione a 360° su questa realtà e sulle sue prospettive presenti e future?
Ecco l'intervista completa!

Giorgio, è stata una partenza di campionato folgorante: te l'aspettavi?
Mi aspettavo un inizio forte ma, ad essere sincero, non così scoppiettante. La partenza di Erica Degiovanni, che per me è stata una meravigliosa scoperta quando l'ho commentata alle Finali Under 20 dello scorso maggio, immaginavo si sarebbe fatta sentire. Ma è stata bravissima la società sul mercato, con l'innesto di una giocatrice importante come Claudia Pallotta, delle due esterne Servadio e Lucente che possono anche giocare in categoria superiore, e poi con l'apporto di altre ragazze che a turno diventano protagoniste. A De Vettor manca solo un po' di continuità ma in prospettiva è un'altra che può stare al piano di sopra, la giovanissima Rospo è già andata un paio di volte in doppia cifra, senza dimenticare la leadership di Francesca Marini. E' un bel gruppo, spesso vedo nove/dieci giocatrici a referto, e poi c'è la difesa che è il vero marchio di fabbrica di coach Franco Ghilardi: il bilancio di 8-1 maturato fin qui, con l'unica sconfitta arrivata al fotofinish contro il San Raffaele e con soli 4 punti complessivi della coppia Pallotta-De Vettor, parla da solo. E poi, questa squadra ha già dimostrato grande carattere: vincere una partita dopo tre supplementari, e la settimana dopo andare a Roma e vincere ancora all'overtime contro l'Elite, non è cosa da tutti.

Un pensiero anche sulla società Panthers, che ormai da diverse stagioni porta avanti questo progetto?
Mi viene molto più di un pensiero, e sono tutti pensieri positivi. Roseto ha la pallacanestro nel DNA, ma purtroppo (e parla uno che ha seguito gli uomini per 25 anni) negli ultimi tempi è stata quasi esclusivamente legata a quella maschile. La passione di Gianpaolo Pigliacampo e Giuseppe Marini ha portato alla nascita di questa realtà, ma ogni anno sembrava potesse essere l'ultimo: c'è sempre stata poca attenzione verso le Panthers e scarsa presenza al palazzetto. Eppure la loro perseveranza ha fatto sì che il progetto acquisisse notorietà e soprattutto autorevolezza: un progetto serio, che non urla ma c'è, continua, resiste, combatte e non lo fa per venti spettatori in più o uno sponsor da aggiungere sulla maglia ma perchè crede nel progetto, e questo pian piano ha finito per contagiare anche la gente. Il settore giovanile sta crescendo anch'esso moltissimo, per la prima volta c'è anche una squadra Esordienti e sono state bellissime le parole di coach Tavani dopo l'esordio di queste giovani atlete in un campionato tutto maschile. C'è tanta passione e questa traspare a ogni livello della società: la pallacanestro è un gioco complicato, il pallone è il più grande e pesante fra tutti gli sport, e quel canestro è maledettamente alto. Se non hai passione, se non hai voglia, se non hai perseveranza, come puoi raggiungere un obiettivo così difficile?

L'impressione è che, soprattutto dopo il mondiale di calcio, lo sport femminile stia guadagnando sempre più spazio e visibilità. Credi che anche a Roseto si possa crescere in questo senso?
Il mondiale femminile di calcio è stata una grande operazione di marketing ben sostenuta dalla FIGC, ma non vorrei che ci si fermasse solo al marketing come è un po' successo con il Sei Nazioni di rugby. Roseto in passato ha avuto un periodo d'oro del basket femminile, ma quella generazione non riuscì a mettere dei semi. Voi lo state facendo, e mi piacerebbe che a Roseto si arrivasse ad avere 'One Basket': che la pallacanestro fosse una, e tra maschile e femminile si potesse giocare in un'alternanza solo di calendario e non di pubblico, perchè Roseto ha la pallacanestro, Roseto E' la pallacanestro, anche se Aldo Giordani ogni tanto la chiamava 'Spineto degli Abruzzi' perche le rose hanno le spine: le spine servono a ricordarci che le cicatrici ci hanno resi più forti. Sono convinto che a Roseto il basket femminile possa arrivare allo stesso livello di attenzione o quasi di quello maschile: certo, bisogna avere ambizioni. Le ambizioni costano, non solo sacrifici ma anche soldi: già un campionato come quello di quest'anno, con tante trasferte lunghe, pesa molto sul bilancio. Per andare più in là bisogna continuare a lavorare molto sul marketing come sta già facendo molto bene Stefano Blois, emozionare le persone, essere empatici. Il territorio non è facile, essere profeti in patria ancora meno: ma il più grande rimpianto sarebbe quello di non averci provato.

Chiudiamo con un doppio pronostico: dove pensi arriveranno le Panthers in questo campionato, e quanto pubblico ti aspetti al PalaMaggetti per la sfida di vertice contro il San Raffaele del 19 gennaio?
Credo che Roseto possa ambire a uno dei primi tre posti. Ho visto giocare il San Raffaele ed è una squadra forte, che già l'anno scorso è andata vicinissima al salto di categoria, stesso discorso per la Stella Azzurra che ha perso solo due volte: alla prima giornata e in un derby di un punto. Poi ci sono Aprilia, Esquilino, le stesse Elite e Orvieto che alla lunga verranno fuori. Per quanto riguarda il pubblico, io sogno che questo filotto di vittorie continui e si arrivi alla partita di ritorno con il San Raffaele con una presenza di pubblico 'a quattro cifre': sarebbe una festa non solo per le Panthers, ma per tutta la pallacanestro a Roseto. E io spero di essere tra questi!

ROSETO.com
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