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Venerdì, 26 Aprile 2024 - Ore 1:09 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

1° Concorso Sportalent
TUTTI I TEMI DELL’EDIZIONE 2020 RISERVATA ALLE SCUOLE MEDIE
Narciso Sciolè, vincitore del concorso riservato alle scuole medie, premiato dal giornalista Paolo Di Vincenzo.

Foto di gruppo al termine della giornata di premiazione di Sportalent 2020.

I lavori premiati e quelli che hanno partecipato al concorso.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 03 Marzo 2020 - Ore 10:30

Sportalent 2020
SCUOLE MEDIE
Podio
1° Narciso Sciolè, “Hannes”.
2° Alexa Paulescu, “Il calcio è la mia gioia”.
3° Arianna Santarelli, “Basket... per Passione”.



TESTI PREMIATI-SCUOLE MEDIE

1° posto (50/50)
HANNES, IL NOSTRO PORTIERE: UN IDOLO (di Narciso Sciolè-2°D D'Annunzio)

Sono un grande tifoso della nazionale islandese, così ho deciso di intervistare HannesHalldórsson alla fine della partita Islanda-Argentina, terminata 1-1 nei mondiali di Russia 2018.
<<Allora Hannes, prima di parlare della partita, vorrei chiederti qualcosa che riguarda la sfera privata della tua vita. Da quanto tempo giochi a calcio?>>.
<<Mah, io ho iniziato a giocare a calcio a 6 anni come portiere. Sono sempre andato abbastanza bene a coprire il mio ruolo, ma all’età di 12 anni dovetti lasciare il gioco del calcio>>.
<<Perché?>>.
<<Mi slogai una spalla, dopo l’operazione provai ad allenarmi di nuovo, ma ero ancora dolorante e quindi non ebbi buoni risultati. Così verso i 19 anni intrapresi la carriera di filmaker>>.
<<E poi, come sei tornato a giocare a calcio?>>.
<<Fu nel 2002, la passione per il calcio era troppo forte e mi impegnai molto per tornare a giocare. Esordii con il Leiknir nella partita decisiva per la promozione (il portiere titolare si era fatto espellere durante la partita precedente), avevo 24 anni e nessuna presenza in alcun campionato. Sbagliai un rinvio e regalai la vittoria alla squadra avversaria>>.
<<E dopo, cosa accadde?>>.
<<Telefonai a tutte le squadre di terza categoria islandese dicendo che avrei potuto anche giocare gratis, senza problemi. Solo l’Afturelding mi accettò. Quella stagione, la 2004-2005, fu fantastica, parai tutto senza sconti>>.
<<Dopo è arrivata la convocazione nella serie A islandese… come ti sei sentito?>>.
<<Ero molto contento ed emozionato quando mi chiamò il KR Reykjavík e soprattuttoincredulo per la convocazione in Nazionale. Ci qualificammo agli europei e arrivammo ai quarti di finale, molti mi chiesero come ci fossimo riusciti, ma ciò che è maggiormente importante, almeno per me, è fissarsi degli obbiettivi e provare a raggiungerli a tutti i costi, sfidando i nostri limiti, di sicuro questa era stata la nostra arma vincente>>.
<<Tu ad oggi, credi di aver raggiunto questi obiettivi? >>.
<<Io mi sento realizzato. Prima di andare a dormire guardavo ogni giorno il poster dei mondiali di Russia 2018 ed ero convinto di poterli raggiungere. La testardaggine è una virtù degli islandesi, in Russia ci siamo andati, ed eccoci qui, la nazione con meno abitanti al mondo che si è qualificata a un mondiale. E noi andremo avanti,continueremo a credere in questo sogno, poiché riuscire a credere in un sogno è già una grande vittoria, vero?>>.
<<Certo, lo penso anch’io. Ti ringrazio per la disponibilità e soprattutto per la sincerità con cui hai risposto alle mie domande,continuerò a seguirticon emozione e speranza>>.
<<Grazie,alla prossima!>>.

2° posto (46/50)
IL CALCIO E' LA MIA GIOIA (di Alexa Paulescu-1°D D'Annunzio)

Tutti dicono che gli sport sono difficili,secondo me non è così , perché  basta intelligenza,amicizia e lavoro di gruppo per riuscire  a fare sport. Io non ho mai praticato nessuna disciplina sportiva,ma vorrei farlo,darei tutto il mio impegno. Mi piacerebbe  fare calcio. Purtroppo i miei genitori pensano che non sia uno sport prettamente femminile . Oh se solo riuscissi a convincerli… Potrei aiutare i miei compagni di squadra e se vincessi, donerei  la mia ricompensa  ai giocatori della  mia squadra  avversaria, perché mi piacerebbe vederli sorridere piuttosto che arrabbiati con me. Lo sport  è molto importante per la salute per l’equilibrio e per l’amicizia. So anche che in ogni sport si deve perdere e lottare  per imparare a vincere e, nel mio caso,  si deve soffrire all’inizio perché  è più difficile per me,  giacché penso che ci sono alcuni ragazzi che potrebbero prendermi in giro e farmi anche piangere. So che bisogna essere molto coraggiosi ad affrontare prove e  gare,ho un’amica che fa danza classica ,è molto brava e sono andata a guardarla durante i suoi saggi  e , nonostante a volte non sia stata perfetta nelle sue esibizioni, rimane  comunque molto brava perché fa del suo meglio e con  coraggio affronta i giudizi e gli sguardi di  tutte quelle persone del pubblico che la fissano e la fotografano. Come stavo dicendo, penso che lo sport sia molto importante. A proposito del calcio io so che anche le ragazze possono praticarlo e so che ci sono anche squadre femminili , per questo mi piacerebbe riuscire a convincere i miei genitori affinché mi permettano di inserirmi in una squadra. Già conosco qualche regola: non è possibile toccare la palla con le mani, non si deve farla uscire dal campo e se si commette un fallo si è sanzionati con una punizione o  con un rigore. Conosco anche qualche calciatore: Paulo Dybala,Cristiano Ronaldo,Alessandro Florenzi , Gianluigi Buffon e Sasha Lukic. Conosco ragazze che volevano fare calcio e ci sono riuscite brillantemente: Sara Gama, Valentina Giacinti , Beatrice Merli , Lucia Di Guglielmo , Shino Kunisawa e Regina Baresi. Vi chiederete come mai io possa conoscerli e avere tutte queste informazioni, la verità è che guardo sempre l’album di mio fratello dove sono collezionate le foto di tutti questi bravi calciatori  di squadre sia maschili che femminili. Sfoglio l’album e sogno…Nello sport lo scopo principale è non arrendersi mai, se cadi ti devi rialzare subito e ricominciare con più impegno di prima. Ricordo quando mio padre ed io giocavamo in giardino a tennis ed io mancavo sempre la pallina eppure , nonostante tutto, sentivo di aver imparato ogni volta qualcosa di più,così, un po’ alla volta cominciai a scoprirmi vincente su mio padre. Oggi giocare con mio padre non mi accontenta più né mi accontenta giocare a tennis. Vorrei fare calcio, diventare come la calciatrice Regina Baresi ,perché io la conosco,l’ho vista giocare in tv , è il mio idolo, rappresenta il mio sogno!

3° posto (43.5/50)
BASKET PER PASSIONE (di Arianna Santarelli)

Avevo quattro anni quando mia madre mi iscrisse per la prima volta ad un’attività sportiva:ginnastica ritmica.
Nonostante i nastri colorati, le capriole,i tutù colmi di paillettes e lustrini e tutte le mie più care amichette che frequentavano con me questo sport, l’entusiasmo ed i risultati non soddisfacevano le aspettative di mia madre che già mi sognava ad una qualche gara olimpionica internazionale.
Lasciai quasi subito e l’anno successivo mi iscrissi a nuoto, dove tutto sommato mi divertivo e mi trovavo bene.
Due anni dopo, mentre frequentavo la prima elementare, a scuola consegnarono dei volantini che ci invitavano ad iscriverci a dei corsi di basket.
Io,grazie a mio cugino, già mi esercitavo in questo sport e mi piaceva molto, così convinsi mia madre a farmi provare.
Ero molto brava per la mia età, anche mia madre me lo riconosceva ma c’era una pecca; era un corso frequentato esclusivamente da maschi: “Non è un ambiente adatto” mi diceva “ci sono solo maschietti, non potrai partecipare ai tornei e ai campi estivi e alla fine non sarai contenta”.
Allora  iniziai a praticare ogni anno uno sport diverso: pattinaggio, ginnastica artistica, hip-hop e feci anche la prova di pallavolo, ma niente, nessuno sport mi rendeva felice come la pallacanestro.
Così l’anno scorso, dopo svariati tentativi, mia madre si convinse ad iscrivermi di nuovo a basket.
Mi trovai in una squadra mista dove sfociavano tutte le “schiappe” delle varie annate che mi guardavano con diffidenza e mi resi conto che mia madre non aveva tutti i torti.
Nonostante la passione per questo sport cominciai a pensare a quale altro potesse piacermi, ma proprio quando stavo per lasciare, ci fu  una svolta inaspettata; il mio coach chiamò mia madre per dirle che tutte le ragazze sarebbero passate alle “Panthers Roseto”, squadra tutta al femminile.
Le mie speranze si riaccesero e mi rimisi in gioco.
Pian piano, con le mie compagne di squadra abbiamo formato un gruppo molto unito pur se non troppo forte, anche perché quando facciamo i tornei o i campionati non partecipiamo con l’intento assoluto di vincere, certo, quando succede, gioiamo, ma quello che ci fa stare bene è la voglia comune di divertirci, di crescere insieme, cercando di comportarci in maniera corretta tra di noi e con gli avversari, anche quando loro non lo sono con noi, ricordando sempre che la lealtà ed il rispetto sono fondamentali nel gioco e che l’importante non è vincere ma dare il meglio.
Inoltre nelle Panthers ho avuto la possibilità di incontrare amicizie che avevo perso nel tempo come Martina e Giorgia, amiche d’infanzia con le quali ho condiviso molto; ho conosciuto la piccola Tamara con la quale ho un feeling particolare tanto da chiamarci “fratella” ed ho incontrato la mia attuale amica del cuore, Francesca: con lei è stata “amicizia a prima vista” e credo che le esperienze che stiamo condividendo ci terranno unite per tutta la vita.
Le mie giornate attualmente ruotano attorno agli impegni ed ai sacrifici che questo sport comporta ma io lo adoro e spero che questo sentimento non svanisca mai.

4° posto (42.5/50)
L'EQUITAZIONE (di Angelica Filomeni-2°D D'Annunzio)

Il mio sport è l’equitazione. Ho iniziato a cavalcare un anno e mezzo fa, il luogo in cui lo faccio non è un vero e proprio maneggio, non c’è un recinto, non c’è un percorso preciso. Già quando ero piccola facevo equitazione in Veneto, quello per me era un momento di libertà ed evasione. Dopo un paio di anni di inattività ho ricominciato più decisa che mai. Quando esco dalla casa di Luigi, il mio istruttore, non percorro sempre la stessa strada. È così rilassante vedere: colline, discese, salite senza avere regole di velocità… Il bello di questo sport è che imparo a cavalcare e allo stesso tempo imparo a rispettare la natura grazie alle spiegazioni di Luigi, a rispettare il cavallo che mi porta in groppa, un essere vivente, che respira, soffre, vive… Appena arrivo con la sella tra le braccia davanti a Stella, la cavalla bianca che sono solita cavalcare, non presto tanta attenzione a quella meravigliosa creatura e appoggio la sella sulla sua schiena, è solo quando inizio ad accarezzare la criniera candida che  mi accorgo di quanto l’animale che “guido” sia delicato, e quanto sia un dono poter accarezzare quel pelo corto, liscio. La mia andatura preferita è il galoppo, che ho imparato da poco. È meraviglioso un cavallo al galoppo, come è meraviglioso sentire quel vento che scorre tra i miei capelli ,  i suoni degli zoccoli che cadono pesantemente sul terreno, lo toccano e poi lo superano, gli uccelli che cantano, le istruzioni di Luigi che cerco di mettere in pratica. Ogni reazione del cavallo che sia un pesto o un verso, mi permettere di cancellare pensieri negativi. Alla fine della lezione posso così trascorrere il venerdì sera con più leggerezza. Le mie paure sopra la sella sono solo di cadere e farmi male con i rami. Poco tempo fa mi è capitato di cadere, per la prima volta, c’è chi direbbe il contrario, ma io mi sono inaspettatamente divertita in quella salita al galoppo. Avevo le redini lunghe, ero dietro a tutti, quel giorno montavo Furia, infatti quando arrivò il momento di salire quella collinetta mi raggiunse tanta paura dentro, pensai :“Se accelera?” quando ha iniziato a galoppare la paura scendeva e stranamente solo quando toccai il terreno e realizzai di essere caduta non sentii dolore, sinceramene non sentivo nemmeno il mio corpo, pensai “Sono caduta?” mi rialzai, rimontai su Furia e ridevo e ridevo…sembrava che anche Furia ridesse con me. Un giorno addirittura rimasi bloccata fra i rami di un albero e dovetti scendere e liberarmi dalle braccia di quegli alberi. MI piacerebbe imparare a fare i salti, è bellissimo quando al galoppo sento l’amico sotto di me alzare tutti e quattro gli arti per poi iniziare a fare dei lunghi salti tanto da rendere quella una meravigliosa passeggiata e se questa emozione la provoca il galoppo, il salto è ancora meglio! Le mie razze di cavallo preferite sono: Il cavallo Frisone, Lo shire e il cavallo arabo. Se un giorno dovrò comprarne uno ne vorrei uno nero. Il mio sogno?Poter  partecipare ad una gara,ma so che  non sono ancora abbastanza preparata. La mia meraviglia ?Fare sport immersa nella natura.

5° posto (39/50)
UNA PARTITA DECISIVA (di Matteo Falà-2°D D'Annunzio)

Era il due Novembre del 2019, un giorno come altri, ma non per un tifoso dei Boston come me.
Quella mattina ero molto eccitato, la mia adrenalina era irrefrenabile, considerando che stiamo parlando del “BASKET”, uno sport che ho sempre amato e che pratico ancora tutt’oggi da cinque anni.
Ciò che è stato decisivo per dare una forte svolta alla mia vita è il fatto che dopo quattro anni di pallacanestro con il Roseto, ho iniziato a giocare con il Teramo da ben un anno.
Comunque ritorniamo a quel fatidico giorno; si poteva definire come la “PARTITA DECISIVA”, per riuscire a compiere un’impresa considerata impossibile cioè la qualificazione ai quarti di finale.
BOSTON CELTICS VS NEW YORK, questa era la partita del secolo, un match che nessuno sarebbe riuscito a dimenticare, quel motto di “SOLO CHI RISCHIA DI ANDARE TROPPO LONTANO AVRA’ LA POSSIBILITA’ DI SCOPRIRE QUANTO LONTANO SI PUO’ ANDARE” aveva funzionato, infatti le precedenti partite erano state caratterizzate da azioni molto rischiose che ci avevano portato fino a questo traguardo.
La televisione in quel momento non era mai stata così importante per me, una fonte di luce che riproduceva le azioni che avrebbero dato forma a quella partita.
Quel match iniziò con una tripla decisiva di Kemba Walker che mise i nostri avversari in estrema difficoltà e li rese consapevoli che non stavano giocando contro una squadra qualunque ma con i CELTICS BOSTON!
Ad un certo punto entrò in campo JAYSON TATUM “L’UOMO PARTITA”, il mio giocatore preferito, colui che era riuscito a scalare la classifica fino a raggiungere il ventiseiesimo posto su quattrocentotrentotto, quello che era stato in panchina fino a quel momento, finché l’allenatore si rese conto che era ora di farlo entrare.
Il suo ruolo era quello dell’ala piccola, ma in realtà di “PICCOLO” in lui non c’era niente visto i tanti titoli conquistati.
I tempi finirono tutti pari, tranne il primo, durante il quale eravamo arrivati in vantaggio solo di due punti.
Arrivò il quarto tempo e il mio corpo aveva i brividi, era come se quella partita fosse incredibilmente posseduta da uno spirito che l’avrebbe fatta finire in parità, finché ... “Ci siamo!!!!!!!”
Non ci potevo credere, il cronista aveva iniziato a dire quelle parole “…… Siamo arrivati agli ultimi trenta secondi, rimessa per i Boston, Walker passa la palla a Tatum che tentaaaa!!!!!” BUM, BUM, BUM, BUM questo era il rumore dei battiti del mio cuore in quei due secondi rimanenti, era come se il tempo andasse a rallentatore, i tifosi erano tutti in piedi, anche i giornalisti e persino i giocatori sopra le panchine, ma ecco il cronista urlare “…ED ENTRAAAAAAA ! JAYSON TATUM FA VINCERE LA PARTITA DEL SECOLO 104-102, QUALCOSA DI INCREDIBILE!!!!!!!!
Non ci potevo credere ma era veramente accaduto?
La mia felicità era incontenibile, ero salito sul letto e non riuscivo a fermarmi, era incredibile come proprio lui, il mio giocatore preferito fosse riuscito a far vincere quella partita alla mia squadra del cuore , era stato:“FANTASTICOOOOOOO!”.

5° posto (39/50)
C'E' ANCHE LA DANZA (di Alisia Taddei-2°D D'Annunzio)

Il mio sport è bellissimo, o meglio a me piace, ci vuole molto impegno sia fisico che mentale, ti dà la possibilità di relazionarti con altre persone perché è uno sport di gruppo.
Lo sport in questione è la danza, nello specifico quella “MODERNA”, che consiste nel ballare sui toni di una canzone che a volte possiamo scegliere noi.
I motivi per cui ho scelto questo sport è perché mi diverto, perché sto con gli altri e perché posso sperare di diventare come un mio idolo.
Io sono follemente innamorata della danza ma anche dello sport in generale, per me lo sport è vita, ha il potere di cambiare il mondo, io farei tutto il giorno, tutti i giorni sport, perché “lo sport è una fatica senza fatica”.
Però, io amo troppo la danza “MODERNA”.
Quando ballo mi sento libera, mi dimentico di tutto e di tutti, è come se volassi, mi spingo sempre oltre i miei limiti, anche perché con le mie compagne siamo un bel gruppo, o meglio una “CREW”, come si direbbe nella mia scuola di danza.
Prima di iniziare a ballare ci riscaldiamo per evitare eventuali strappi muscolari, mentre ascoltiamo della musica. Facciamo stretching, ruote, verticali...insomma facciamo un po’ di tutto. Ci mettiamo mezz'ora / un'ora circa solo per il riscaldamento , dopodiché  iniziamo a ballare.
Prima senza la base (ovvero la musica), solo con l'insegnante che ci dice:- un, due, tre , un, due, tre - e poi con la base.
Io ho partecipato a varie gare, non ho mai vinto, ma ho sempre partecipato perché l'importante è questo.
Ricordo quella volta in cui io mi ero slogata la caviglia, la mia “CREW” è andata a fare una gara e io sono andata con loro per fargli da supporto, infatti sono arrivati terzi, ma non perché ci fossi io. Nonostante tutto io ero fiera, perché quello era il mio gruppo, quasi un seconda famiglia, infatti il nostro motto è “hoana significa famiglia”  , ma ne abbiamo tanti, ne abbiamo inventato uno per ogni volta che abbiamo fatto una gara, ma il più importante è “PENSIAMO FORTE,ASCOLTIAMO FORTE,BALLIAMO FORTE” il significato è : PENSIAMO FORTE = perché per ballare bisogna pensare bene alle mosse da fare.
ASCOLTIAMO FORTE = perché per ballare dobbiamo ascoltare bene la canzone per poi aggiungerci le mosse pensate.
BALLIAMO FORTE = perché se si ascolta e si pensa si riesce a ballare dando il meglio di sé.
Molte persone ritengono che ballare non sia uno sport, non so bene perché lo pensino, però io da danzatrice posso dire che la danza  è la cosa più bella che mi sia mai capitata.


ALTRI TESTI-SCUOLE MEDIE

IL CALCIO E' LA MIA VITA (di Giorgio Mion-2°D Scuola Media D'Annunzio)
Ho dodici anni, pratico calcio da nove anni, quattro volte alla settimana.
Gioco con il Bonolis Teramo Calcio e ogni lunedì vado a giocare com la Federazione Italiana Calcio. Io amo tantissimo questa disciplina sportiva. Quando entro in campo provo molte emozioni: divertimento, adrenalina, gioia e impegno.
Quando faccio le partite le cose più importanti sono: gioco di squadra, rispetto per gli avversari, rispetto per le regole e la correttezza. Da quando mi ha chiamato la Federazione Italiana ho imparato molte cose ma la più importante è questo motto: ” Corro forte, penso forte, passo forte”.
L’ esperienza più bella è stata quando una mattina, avevo quattro anni, mio padre è venuto a svegliarmi in camera dicendomi: ”Giorgio preparati che andiamo a vedere la partita della Juve a Torino!”.
Quando mi ha detto questa cosa sono rimasto senza parole e pensavo di sognare.
 Appena arrivato, ho visitato lo Store della Juventus dove c’erano molte coppe e raffiugurazioni di antiche leggende.
Poi sono andato sugli spalti a vedere la partita Juventus-Barcellona e quando l’ arbitro ha fischiato
l’ inizio partita ho provato una sensazione di brividi e di felicità che non avevo mai provato e da lì è iniziata la mia passione per il calcio. Il mio idolo è Lionel Messi perchè ha molta classe ed è molto veloce. Quando sono in campo cerco di imitare le sue skills anche se è molto difficile, cerco di mettercela tutta in modo da migliorare sempre le mie prestazioni e superare i miei limiti. Superare i propri limiti non significa solo vincere e fare di più, significa imparare ad accettare questi limiti ed eventuali sconfitte perchè è così che posso crescere, accettarmi e vivere meglio con gli altri.

IL CALCIO (di Lorenzo Sacchini-2°D Scuola Media D'Annunzio)
Quando otto anni fa vidi per la prima volta il campo da calcio, mi emozionai come non mai. Sentii qualcosa
di speciale dentro di me, il battito del mio cuore aumentava ogni secondo di più, quasi da esplodere e con
gli occhi vedevo solo il colore di quel campo riempire la mia mente come se non ci fosse null’altro attorno a
me. Correndo come se stessi andando a segnare verso la porta, mi recai insieme a mia mamma ad
iscrivermi. Il giorno dopo tremavo dalla felicità, vivevo un contrasto di emozioni: dubbi, paura,
eccitazione,gioia, tanta gioia. Era la prima volta che mettevo i piedi dentro un campo di calcio, fu
l’emozione più grande della mia vita! Oggi ho dodici anni ed ogni volta che scendo in campo mi sento libero
come una nuvola nel cielo. Il calcio mi ha insegnato molti valori fondamentali per la vita, come il rispetto
per gli avversari, il gioco di squadra, la disciplina, mi ha insegnato che non bisogna arrendersi mai agli
ostacoli che ci troviamo davanti, ed ha fortificato anche molto il mio carattere facendomi superare molte
mie paure. Lo sport mi piace molto, mi fa rilassare e mi fa provare ogni secondo un’emozione fortissima.
Ricordo quella volta in cui partimmo per un torneo di calcio internazionale. Durante il viaggio dentro di me
si alternavamo molte emozioni, ma quella che prevaleva sulle altre era stranamente la paura di non farcela
a dormire in tenda e quindi di arrendermi senza prima provarci. Dopo molti pensieri negativi sopraggiunse il
sonno e mi addormentai. La mattina seguente mi svegliai carico più che mai, il desiderio di giocare era
superiore ai miei timori. La prima partita fu contro la Spal, una squadra famosa, forte, veloce, senza pietà,
contro la quale però la mia squadra giocò mostrandosi umile e forte, senza lasciarsi intimorire dalla
potenza di quei calciatori. Superammo i nostri limiti ed incredibilmente li battemmo, la vittoria era nostra!!
Fu una soddisfazione unica, soprattutto perché tanto sperata quanto inattesa.
Il calcio mi ha aiutato molto a superare le mie paure. E così posso dire che quella e tante esperienze vissute
durante questi impegni sportivi mi hanno divertito ma soprattutto mi hanno anche permesso di crescere.

L'HIP HOP PER ME (di Rebecca Faraoni-2°D Scuola Media D'Annunzio)
LO SPORT È UN MOMENTO IN CUI MI POSSO SFOGARE E DIVERTIRE. BALLO DA 8 ANNI È SEMPRE STATO IL MIO SPORT PREFERITO IN QUESTI 8 ANNI HO IMPARATO MOLTE COSE LA PIÚ IMPORTANTE E’ STARE  INSIEME COME SE FOSSIMO UNA FAMIGLIA. L'EVENTO PIÚ BELLO IN QUESTI ANNI È STATO LA MIA PRIMA GARA DI HIP-HOP. ERO MOLTO PICCOLA AVEVO SOLO 4 ANNI, ERO AGITATISSIMA ERAVAMO PARTITI MOLTO PRESTO, SIAMO ARRIVATE A L’' AQUILA ED ERAVAMO PRONTE PER BALLARE. IL TEATRO ERA ENORME E BELLISSIMO IO NON VEDEVO L'ORA DI BALLARE, C'ERANO DEI GRUPPI BRAVISSIMI. DOPO L’ESIBIZIONE C'È STATA LA PREMIAZIONE E SIAMO ARRIVATE PRIME. TRA SAGGI E GARE NOI CI SIAMO SEMPRE CLASSIFICATE AL PRIMO,SECONDO O TERZO POSTO MA LA COSA PIÚ BELLA E’ SUCCESSA QUESTO ANNO IL 2 GENNAIO. IL MIO GRUPPO ED IO SIAMO ANDATE A RICCIONE PER UNA GARA DI 4 GIORNI, È STATO FANTASTICO HO FATTO UN SACCO DI STAGE CON PERSONE FAMOSE, HO VISTO I GRUPPI PIÚ BRAVI AL MONDO, HO FATTO LO STAGE PIÚ BELLO CON ENIMOLS. QUELLA E’ STATA UN ‘ESPERIENZA CHE NON AVEVO MAI VISSUTO, ANCHE SE NON ABBIAMO VINTO, NON LO DIMENTICHERÒ MAI; A ME E AL MIO GRUPPO NON IMPORTA SE VINCIAMO O NO, L' IMPORTANTE E’ CHE CI SIAMO DIVERTITI. E POI COSI’HO SCOPERTO TUTTO UN ALTRO MONDO. LO SPORT PER ME E’ QUESTO: FARE NUOVE ESPERIENZE,SCOPRIRE NUOVE COSE E STARE TUTTI INSIEME.

IL TENNIS PER ME (di Luigia Candelori-1°D Scuola Media D'Annunzio)
Un giorno d’estate, quando ero talmente piccina che sembravo quasi la più piccola delle matrioske,vidi mio padre prendere da un armadio un oggetto di legno con dei fili attaccati e una pallina gialla che sembrava un limone. Il mio papà iniziò a tirare quella pallina contro il muro ed io rimasi sbalordita…la palla ritornava indietro, wow! In quel momento ho capito che quello sarebbe stato il mio divertimento, infatti chiedevo a papà di darmi la racchetta e lanciarmi la pallina,lui era contento,sembrava Cristoforo Colombo quando scoprì l’America! In questo caso vedeva sua figlia scoprire “il tennis”.  Appena compiuti cinque anni sono andata subito ad iscrivermi a lezioni di tennis,il mio maestro mi insegnava sempre cose nuove che non sapevo esistessero né in cielo,né in terra ed io ero sempre più attratta e motivata ad imparare di più da questo sport.  Poco dopo ho iniziato a fare tornei e,ad essere sincera,sono andati davvero male,come quella volta ad Alba Adriatica quando stavo vincendo nettamente e sicura già della vittoria,mi sono fatta prendere dall’euforia,iniziando a deconcentrarmi e a sbagliare colpi facili tanto da perdere la partita.  La mia delusione è stata tanta e da quell’esperienza ho capito che nello sport,  come nella vita, bisogna impegnarsi sempre fino in fondo.  Ormai pratico questo sport da almeno sei anni e ogni giorno cerco di impegnarmi sempre di più, perché ho fatto un patto con me stessa:dare del mio meglio e non abbattermi ad ogni minima sconfitta.  Questa potrà essere la strada per condurmi al successo e diventare una vera professionista, anche se so che sarà difficile e faticoso,non smetterò mai di sognare.

QUESTO E' LO SPORT CHE MI PIACE (di Ludovico Artimedi-2°D Scuola Media D'Annunzio)
Avevo 4 anni quando ho iniziato a praticare sport.                                        
Io sono nato in una famiglia di sportivi: mai mamma era un’atleta ed ha vinto molte medaglie, mio padre era un tennista ed ha vinto numerosi trofei, mia sorella è una tennista ed ha vinto tante coppe ed infine ci sono io.
Mi ci è voluto molto tempo per capire quale fosse lo sport più adatto a me, alla mia personalità.
Ho praticato karate, calcio, nuoto, break dance, kick box, mi stavo quasi arrendendo, nessuno di questi mi entusiasmava più di tanto.
Poi pensai al tennis, precisamente al beach tennis e così ho fatto la mia scelta e credo di aver fatto quella giusta.
D’estate io e il mio amico Lorenzo abbiamo provato ad insegnare questo fantastico sport agli amici con cui condividevamo l’ombrellone e abbiamo giocato le prime partite nel campo del nostro lido.
Una domenica di settembre, insieme ad alcuni amici, ci siamo recati nella struttura dove d’inverno si pratica beach tennis per chiedere informazioni ed iscriverci.
Grazie al beach tennis ho appreso i valori dello sport: il rispetto per l’avversario e per le regole, il gioco di squadra, la solidarietà, il sacrificio e il valore dell’obbiettivo.
A questo proposito ricordo una frase detta da un giocatore di calcio ma che io associo al beach tennis.
Questa è la frase rivisitata da me “ Non voglio essere come il campione del mondo, voglio batterlo! “
Ho imparato ad apprezzare stanchezza e sacrificio perché grazie a questi si può migliorare sempre più la tecnica per riuscire ad avere risultati migliori.
Quando sono in campo provo una specie di sfida di intelligenza tra me e l’avversario, perché l’avversario deve riuscire a farmi punto e io devo capire le sue  intenzioni e prevenirle per non perdere il punto.
Sono felice di aver trovato uno sport che mi piace molto e credo che continuerò a praticarlo per molto tempo.

LA PARTITA DELLE PANTHERS (di Joel Shori)
La partita è iniziata alle 18:30 con molto tifo il palazzetto era pieno di gente da tutte e due le
parti con le bandiere il tamburo e trombette,le pantere avevano iniziato molto bene con tanti
canestri il coach Franco era tranquillo invece il coach dell'altra squadra era nervoso perché
stavano perdendo 18-6 il primo tempo era finito 23-8.Era cominciato il secondo tempo le
pantere erano un pochino stanche invece all'altra squadra era ancora con le forze in questo
secondo tempo il coach Franco stava nervoso perché per sette minuti non stava entrando
nessun canestro, ci avevo raggiunto 31-30 dopo che le Panthers si sono riposate. E stato un
terzo tempo fantastico con un risultato di 45-33. Sempre quando andava in attacco all'altra
squadra noi tifosi con le trombette e con il tamburo,all'altra squadra non facevano mai
canestro e anche quando al tiro libero ma qualche volta anche facevano canestro.Il quarto
tempo era facile per noi perché all'altra squadra non facevano canestro,e anche perché
erano forti le panthers e hanno vinto 59-50.

UNO SPORT DIVERSO (di Alice Moresco-2°D Scuola Media D'Annunzio)
Per me lo sport è molto importante e, descritto in poche parole, è un impegno fisico e mentale, mi dà la possibilità di creare rapporti e relazioni con persone diverse e questo accade soprattutto nel mio caso, perché pratico sia “TESSUTI AEREI” che “CONTEMPORANEA”.I miei sport li pratico nella stessa palestra e con la stessa insegnante .
Per la danza  contemporanea, l'insegnante  mette la musica e tutte insieme ci riscaldiamo, poi ci insegna una coreografia che noi eseguiremo.
Per quanto riguarda “TESSUTI” e ”AEREI”: prima ci riscaldiamo , poi facciamo stretching e poi, tre alla volta , saliamo sui tre  tessuti e ascoltiamo quello che ci dice l'insegnante .
Questi tessuti sono attaccati al soffitto con dei ganci e sono, due di colore bianco, e uno di colore rosso, quello rosso si usa per fare le gare, sono elastici e lunghi 4/5 metri.
Per arrampicarci dobbiamo metterci la pece che è una sostanza appiccicosa, gialla ed è fatta a polverina, ci permette di non scivolare sui tessuti.
Lo sport ti dà anche molte emozioni, soprattutto soddisfazione perché ti mette alla prova  e se ci riesci, poi sarai molto felice.
Però per me lo sport in generale è una cosa fondamentale perché ha il potere di cambiarti la vita e di renderla più impegnativa,
con più emozioni e con più amici.
Gli sport che pratico non sono molto conosciuti, infatti quando le persone mi chiedono: “che sport fai?” io rispondo “ tessuti aerei e contemporanea, loro non riescono a capire di cosa si tratti, quando provo a spiegarlo, allora ricordano di averlo visto fare in TV.
L'idea di praticare queste discipline, mi è venuta grazie a mia cugina perché quando la vedevo esibirsi, notavo che si sentiva libera e  faceva veramente ciò che le piaceva; un altro motivo per cui ho scelto questo sport è che avendo praticato ginnastica ritmica per ben otto anni, ero stanca e sentivo il bisogno di cambiare.
Questa esperienza la sto condividendo sia con mia cugina che con mia sorella, e ciò mi rende molto felice.
Però non vedo l'ora di realizzare il mio sogno, cioè iniziare a imparare nuove cose sempre più difficili, diventare una campionessa, perché questo  è lo spirito dello sport, credere in se stessi e non ascoltare i giudizi degli altri ma andare avanti per la propria strada. Secondo me lo sport è una fatica senza fatica, cioè, se è lo sport che fai è quello giusto per te,  ci si impegna e ci si diverte contemporaneamente, quindi “lo sport è una fatica senza fatica”.

(A cura di Stefano Blois)
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