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Venerdì, 29 Marzo 2024 - Ore 12:32 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Roseto Basket Story
IL CALIFFO DEL LIDO DELLE ROSE
Roseto degli Abruzzi, Serie A 2004/2005. Michele Martinelli chiama nel Lido delle Rose Mahmoud Abdul-Rauf. Questo è l’arrivo.

Bologna, PalaDozza, Serie A 2004/2005. Mahmoud Abdul-Rauf in contropiede durante Fortitudo Bologna-Roseto Sharks. Alle sue spalle Patrick Mutombo, oggi assistente allenatore dei campioni NBA in carica dei Toronto Raptors.

Roseto degli Abruzzi, PalaMaggetti, 2015. Mahmoud Abdul-Rauf e l’affetto dei tifosi la sera del ritiro della sua canottiera numero 5.

Quando Mahmoud Abdul-Rauf fece innamorare Roseto.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 18 Marzo 2020 - Ore 12:15

Era la Serie A 2004/2005 quando, dopo la sconfitta alla quinta di andata in casa contro la Fortitudo Bologna, l’immaginifico Michele Martinelli escluse categoricamente  qualsiasi rinforzo a quello che poi sarebbe diventato il “Roseto più forte di sempre”.

Paradossalmente, in città si diffuse una strana euforia.

Già, perché quando “Miguelon” diceva che non avrebbe fatto niente, significava che era alle prese con una rivoluzione. E così fu, visto che decise di ingaggiare Brad Traina il mercoledì e Mahmoud Abdul-Rauf il giovedì. Un “uno-due” degno del miglior Cassius Clay, fatto a bella posta per ringalluzzire la piazza prima  del Derbyssimo contro il Teramo, puntualmente sconfitto al PalaMaggetti con il punteggio di 75-65.

Cassius Marcellus Clay abbracciò l’islam diventando Muhammad Ali; Chris Wayne Jackson – 185 centimetri di classe e sorriso contagioso da Gulfport, USA – divenne invece Mahmoud Abdul-Rauf.

Una scelta che gli costò molto, arrivata a cavallo della sua carriera NBA, dove fu terza scelta assoluta nel draft del 1990. Ma Abdul-Rauf, che appena mise piede a Roseto fece impazzire tutti e fu prontamente ribattezzato “Il Califfo del Lido delle Rose”, ha sempre avuto forza bastante per giocare e vincere molte battaglie.

Come quella del derbyssimo contro Teramo, in cui il Califfo segnò 15 punti in 28 minuti, partendo dalla panchina e spronando con il suo carisma lo spento Duane Woodward, per la gioia di coach Neven Spahija. Abdul-Rauf non giocò semplicemente un derbyssimo, ma scese in campo nel mese di Ramadan osservando il digiuno diurno – uno dei cinque pilastri dell’Islam – rinunciando così all’acqua da bere durante la partita, visto che la gara si giocò a mezzogiorno in diretta Sky.

Una volontà di ferro, considerando che il brillante play-guardia non solo non bevve, ma giocò portandosi dentro il disordine neurologico che gli provocava la Sindrome di  Tourette, della quale soffriva.

Il Califfo del Lido delle Rose, dopo aver incantato in campo nel 2004/2005, tornò nel 2015 a Roseto e nell’occasione gli Sharks ritirarono la sua maglia numero 5.

Lo scorso 29 febbraio 2020, il college LSU (Lousiana State University), nel quale Abdul-Rauf giocò dal 1988 al 1990, quando ancora si chiamava Chris Jackson, ha ritirato la sua canottiera numero 35, dopo 30 anni.

Roseto ha fatto meglio, tributando l'omaggio al campione dopo soli 10 anni.

Luca Maggitti
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