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Uomini di Basket
LA QUARANTENA DI SUPERMARIO
Roseto, Serie A1 2000/2001. Gli Sharks espugnano Roma: l’urlo di Mario Boni.
[Ciamillo-Castoria]


Mario Boni, dalle colline toscane, pensa alla sua amata Codogno, morde il freno e non vede l’ora di tornare in Abruzzo per l’estate.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 04 Aprile 2020 - Ore 12:00

«Speriamo finisca presto, l’Italia ha bisogno di ripartire».

Nelle parole di Mario Boni c’è tutto l’essere arrembante di SuperMario, cannoniere che ha scolpito il suo nome nella roccia del basket abruzzese, portando in Serie A1 prima Roseto (nel 2000) e poi Teramo (nel 2003).

Dal suo buen retiro toscano, poco distante da Montecatini Terme, Boni racconta come sta vivendo l’emergenza Coronavirus Covid-19, partendo dal tempo libero: «Ho la fortuna di vivere in collina, per cui sto in giardino più che posso. Amo stare all’aria aperta e mal sopporto stare in casa: meno male questo po’ di verde intorno e la possibilità di lavorare».

Già, perché l’ex fromboliere che a Salonicco – dove vinse Coppa Korac e Coppa di Grecia – ancora venerano come un semidio, è vice presidente della Giba, il sindacato dei giocatori di pallacanestro. E a tal proposito spiega: «Ogni giorno è fitto di telefonate con il presidente Marzoli, le istituzioni del basket e i giocatori. La situazione è delicata con il blocco attuale delle stagioni. Perciò, in  attesa di conoscere le decisioni di Governo, Ministero dello Sport e Coni, noi lavoriamo valutando possibili accordi a seconda delle ipotesi di conclusione dei campionati».

Boni, classe 1963, è nativo di Codogno, la città di 16mila abitanti circa che è salita agli onori della cronaca come primo focolaio dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 in Italia. Molto legato alla sua città natale, Boni ragguaglia: «Il periodo più duro è passato e adesso la situazione è certamente migliorata. È una cosa buona che non ci siano più contagiati, segno che le misure di contenimento hanno funzionato. Purtroppo, tutto intorno ci sono ancora problemi, come a Piacenza, Bergamo e Brescia».

SuperMario pensa poi alle tante vittime: «Dalla piccola comunità di Codogno all’Italia intera, è davvero una tragedia per i tanti che ci hanno lasciato, i loro familiari e i conoscenti».

Il saluto è carico di speranza: «I miei amici di Codogno hanno tanta voglia di ripartire e io con loro. Perciò dico agli amici abruzzesi di aspettarmi, perché questa estate tornerò a trovarli».

Luca Maggitti
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