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Venerdì, 29 Marzo 2024 - Ore 13:06 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Roseto Basket Story
VENT’ANNI FA, IL ROSETO IN SERIE A1!
Roseto, Serie A2 1999/2000. La squadra promossa in Serie A1. In piedi, da sinistra: Andrea Merletti (vice), Enzo Brandimarte (medico), Maurizio Cicconi (dirigente), Valerio Amoroso, Giovanni Savio, Albert Burditt, Alejandro Gomez, Andul Fox, Paolo Moretti, Mario Boni, Giancarlo Verrigni (preparatore fisico), Domenico Alcini (dirigente), Phil Melillo (coach), Andrea Della Penna (magazziniere), Nicola Mariani (factotum). In ginocchio, da sinistra: Maurizio Giadini, Antonello Ruggiero, Leo Busca, Francesco Orsini, Matteo Fusco (massofisioterapista), Michele Martinelli (presidente), Pier Francesco Betti (direttore sportivo).
[Elio D’Ascenzo]


Roseto, 6 aprile 2000. Il presidente Michele Martinelli si commuove, nel palasport rosetano, una volta saputo della promozione matematica in Serie A1. Davanti a lui, lo sponsor Ercole Cordivari e l’amico Enzo D’Ilario.
[Archivio Luca Maggitti]


Albert Burditt, centro texano del Roseto 1999/2000.
[Elio D’Ascenzo]


Il 6 aprile 2000, la Cordivari ottenne la storica promozione nella massima serie.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 05 Aprile 2020 - Ore 22:00

Domani, 6 aprile 2020, Roseto degli Abruzzi festeggerà il ventennale dell’unica, storica promozione in Serie A1, ottenuta giovedì 6 aprile 2000 in modo rocambolesco così come rocambolesca è la storia della pallacanestro rosetana, che nel 2021 compirà il suo primo secolo.

Il Roseto, sponsorizzato Cordivari, conquistò la massima serie con 2 giornate di anticipo, perdendo sonoramente a Sassari per 73-45, ma approfittando della contemporanea sconfitta a Jesi della diretta concorrente Barcellona Pozzo di Gotto per 92-83.

La squadra, allenata da Phil Melillo e inserita dalla stampa specializzata in precampionato addirittura fra le candidate alla retrocessione, ebbe un comprensibile momento di sbandamento davanti a un traguardo ritenuto impossibile soltanto 6 mesi prima, ma seppe capitalizzare l’eccezionale marcia trionfale precedente, assorbendo così in modo indolore la sconfitta.

L’evento fu la più grande gioia in quasi 80 anni di basket cittadino, superando per prestigio l’altrettanto storica promozione della stagione 1956/1957, quando la Cartegiunco Roseto guadagnò la Divisione Nazionale Serie A (l’attuale Serie A2), grazie alla squadra presieduta da Giovanni Giunco e allenata da Tonino Bruscia, nella quale brillavano le stelle dei giovanissimi Remo Maggetti (che avrebbe poi vinto Coppa Intercontinentale e 2 Scudetti a Varese, oltre a Coppa delle Coppe e Coppa Italia a Napoli) ed Emidio Testoni.

Il Roseto 1999/2000 era invece presieduto da Michele Martinelli, che volle al suo fianco il compianto Pierfrancesco Betti: direttore sportivo che piazzò la zampata di classe quando, per sopperire al grave infortunio subito da Paolo Moretti, ingaggiò Mario Boni lasciando inalterata la forza di una squadra che seppe stupire, guidata in panchina dalla mano ferma di coach Phil Melillo, il “marine” di Newark, che nella precedente stagione, al suo esordio, aveva portato la squadra a disputare un turno di playoff contro Pozzuoli.

Il Roseto 1999/2000 fu costruito ripartendo da due giocatori del passato campionato: il play Leo Busca – già in regia nella promozione in A2 del 1997/1998 – e il cambio degli esterni Francesco Orsini.

La Serie A2 aveva un unico girone a 11 squadre e la formula prevedeva la disputa di gironi di andata e ritorno, poi una seconda fase con la promozione diretta (conquistata dal Roseto), infine playoff con altre due promozioni (conquistate dall’Avellino di coach Dalmonte e dall’Udine di coach Boniciolli).

La squadra rosetana seppe stupire schierando un quintetto con Busca in regia, Paolo Moretti (arrivato dalla Fortitudo Bologna) e il newyorkese Abdul Fox nel reparto esterni, Giovanni Savio (reduce dalla promozione in A1 con Montecatini, in veste di gregario) e il tatuatissimo texano Albert Burditt sotto canestro. Dalla panchina, Orsini e Giadini cambiavano gli esterni, lo spagnolo Alejandro Gomez i lunghi e i giovani Antonello Ruggiero e Valerio Amoroso completavano la rotazione.

Quando il 9 gennaio 2000, alla 7^ di ritorno, nella trasferta di Ragusa lo sfortunato Moretti si ruppe il legamento crociato di un ginocchio, Roseto seppe reggere l’assenza anche grazie alla mossa di coach Melillo, che pescò dal fondo della panchina Maurizio Giadini (che veniva da Varese, dove aveva vinto lo Scudetto della Stella), lanciandolo in quintetto e infilando 3 vittorie consecutive: in casa contro Biella, a Napoli e ancora a Roseto contro Livorno.

Quei 3 successi ottenuti senza la classe cristallina di Moretti, ma con i 27 punti di Fox e i 16 di Burditt nella prima senza il fuoriclasse italiano e tutti i giocatori impiegati a segno nelle ultime due gare del trittico, dimostrarono quanto era stato valido il lavoro di coach Melillo e del suo staff.

Poi, nella prima partita della seconda fase, il 13 febbraio 2000, arrivò Mario Boni, che ne segnò 25 in 35 minuti all’Avellino, replicando il bottino a Fabriano e trascinando il Roseto alla conquista della storica promozione diretta in Serie A1, facendo impazzire di gioia una comunità di 25.000 persone con il basket nel cuore.

Dalla B2 conquistata nel 1996 alla A1 del 2000: il sogno diventò realtà nel Lido delle Rose.

Nessuno lo avrebbe detto, salvo uno: Michele Martinelli, che quando in B1 parlò di Serie A1 in 3 anni fu deriso da tutti.

Ebbe ragione lui.

Luca Maggitti
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