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Roseto Basket Story – 2000: il Roseto in A1!
MICHELE MARTINELLI: IL GUSTO SMARGIASSO DI VINCERE ANDANDO CONTROCORRENTE.
Roseto degli Abruzzi, palasport comunale, 6 aprile 2000. Michele Martinelli e lo sponsor Ercole Cordivari, circondati dai tifosi, festeggiano la matematica promozione in Serie A1.
[Lorenzo Mazzocchetti]


Roseto degli Abruzzi, palasport comunale, 6 aprile 2000. Michele Martinelli, lo sponsor Ercole Cordivari e l’amico e sponsor Enzo D’Ilario, festeggiano la matematica promozione in Serie A1.
[Lorenzo Mazzocchetti]


Roseto degli Abruzzi, palasport comunale, 6 aprile 2000. Michele Martinelli appena dopo la matematica promozione in Serie A1, si siede in disparte pensando: ‘E adesso come cavolo facciamo?’.
[Lorenzo Mazzocchetti]


Vent’anni dopo, intervista al Presidente della promozione nella massima serie.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 12 Aprile 2020 - Ore 16:00

Il 6 aprile 2000, il Roseto festeggiò la storica promozione in Serie A1.

Il presidente era Michele Martinelli, chiamato nel 1997 da Giovanni Giunco per rinforzare la compagine rosetana.

Dopo la vittoria della Coppa di Lega e la promozione in A2 componendo una diarchia con Giunco, Martinelli assunse la guida del Roseto centrando i playoff 1998/1999 e, la stagione successiva, la promozione diretta.

Vent’anni dopo, Michele Martinelli è un 70enne che passa la quarantena all’Aquila, aspettando che passi l’emergenza coronavirus per poi tornare a Roma, dove vive da qualche anno.

L’ex presidente ricorda benissimo il primo minuto dopo la certezza matematica della promozione nella massima serie: «Ero con migliaia di rosetani al palazzetto, a vedere la partita sul maxischermo. Mi sedetti al bordo estremo della panchina, da solo, e pensai: “E adesso come cavolo facciamo?”».

Invece il Roseto fece, e bene, anche in A1.

Quel Roseto fu l’elogio della squadra, come ricorda il Presidente: «Non ci fu nessuna individualità in grado di oscurare la grande forza del gruppo, inteso come squadra e staff societario. Eravamo gente tosta, lavoratori in tuta blu che facevano con grinta ciò che potevano fare».

Il momento chiave? Per Martinelli c’è: «Quando perdemmo per infortunio un campione come Paolo Moretti, ma la squadra riuscì a vincere le tre partite in fila prima che arrivasse Mario Boni».

L’ex Presidente conserva il gusto del bastian contrario anche quando gli si chiede se fu l’annata più bella, vista la storica promozione: «No. Per me Roseto è un periodo della mia vita fatto di 8 anni intensi. E quando corri, non hai tempo di soffermarti sul panorama».

Quando promise di portare il Roseto dalla B1 alla A1 in 3 anni, tutti lo derisero. Vent’anni dopo, la chiosa dell’istrione: «Provai il gusto smargiasso di vincere andando contro il pensiero comune».

L’ultimo pensiero è per chi non c’è più: «Ricordo Pier Francesco Betti che fu il direttore sportivo e due persone che per me furono rispettivamente un padre e un fratello: Domenico Alcini e Nicola Mariani. Quando mi parlava Nicola lo ascoltavo, quando mi parlava Domenico mi faceva riflettere: due grandi rosetani».

Luca Maggitti
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