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Giovedì, 18 Aprile 2024 - Ore 19:05 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Olimpiadi: storie di soprusi e rivalse.
LONDRA 1948: RUBINI DORATI!
Cesare Rubini, Medaglia d’Oro col Settebello a Londra 1948 e protagonista assoluto anche nel basket.

Il marchio delle Olimpiadi di Londra 1948.

Luca Maggitti, fondatore e direttore di Roseto.com e tedoforo alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, tiene la fiaccola olimpica di Londra 1948, che durante il suo viaggio passò anche per Roseto degli Abruzzi. Questo esemplare è di proprietà del Comune, che lo conserva.

Saltano le Olimpiadi di Tokyo? Niente paura, c’è Emanuele Di Nardo con le sue ‘storie a cinque cerchi’. Puntata 03.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 07 Luglio 2020 - Ore 17:30

Ci siamo lasciati la scorsa settimana nel 1936, mentre passeggiavamo lungo le vie di Berlino, adorne di monumenti e bandiere che esaltavano i fasti del Reich tedesco e la grandezza dell’ideale nazista. Non ci volle molto prima che la Germania muovesse le sue prime pedine sulla scacchiera geo-politica internazionale e prima che gli altri Paesi provassero ad arginare la minaccia hitleriana arrivando alla guerra.

Il secondo conflitto mondiale ovviamente rese impossibile l’organizzazione dei Giochi che, difatti, saltarono sia nel 1940 (Tokyo) sia nel 1944. Ma, proprio nel ’44, quando la guerra sembrava giungere alla sua conclusione, il CIO affidò l’organizzazione dei Giochi del 1948 alla Gran Bretagna. Una scelta che tenne conto degli equilibri politici che si stavano consolidando con l’alleanza anglo-americana dimostratasi capace di debellare dall’Europa il germe nazista.

Nonostante i Giochi dessero l’impressione di un ritorno alla normalità, il comitato olimpico britannico si trovò ad affrontare una situazione d’indigenza non indifferente. La stessa Londra aveva sperimentato gli orrori della guerra, portando i segni dei bombardamenti tedeschi. Inoltre i fondi a disposizione subirono un drastico ridimensionamento.

Al fine di garantire un decoroso servizio a tutti gli atleti, vennero prese decisioni che, riviste oggi, appaiono incredibili ma che, al tempo stesso, ci inducono a riflettere su quale fosse la voglia comune di dimenticare l’orrore della guerra, fraternizzando e provando a ricostruire insieme un mondo nuovo. Non venne costruito un villaggio olimpico ma gli atleti alloggiavano nei college o addirittura nei capannoni militari, usati fino a pochi anni prima dagli Alleati.

Inoltre diversi Paesi furono chiamati a provvedere personalmente al sostentamento della propria delegazione condividendo i prodotti di cui erano in maggior possesso. Si ritiene che la Danimarca e l’Olanda abbiano spedito circa mezzo milione di uova, mentre la stessa Gran Bretagna donò duemila tonnellate di pesce. Oppure celebre rimase lo scambio di piatti tipici tra gli italiani, pronti a privarsi della pasta e dell’olio d’oliva, e gli argentini, giunti oltre la Manica con quintali di carne congelata.

Il 29 luglio 1948 re Giorgio VI diede il via alle Olimpiadi in un gremito stadio di Wembley (85.000 persone). Ma chi (non) prese parte ai Giochi? Il CIO escluse dalla manifestazione i Paesi aggressori della seconda guerra mondiale ovvero la Germania ed il Giappone. All’appello sembrerebbe mancare l’altra componente dell’Asse “Roma-Tokyo-Berlino”: l’Italia. E, in realtà, la delegazione italiana fu molto vicina all’esclusione. Eppure, a consentire la presenza dei nostri connazionali in Inghilterra fu l’armistizio di Cassibile con il quale l’Italia si arrese incondizionatamente agli Alleati il 3 settembre 1943. Così gli italiani ottennero il pass per Londra. Questa scelta da parte del Comitato Olimpico Internazionale ci porta al racconto di oggi.

Il medagliere azzurro a Londra ’48 fu tutt’altro che scialbo con un numero complessivo di 27 medaglie, di cui 8 medaglie d’oro. Ma tra tutte queste fu una a brillare particolarmente, quella messa al collo della nazionale maschile di pallanuoto meglio conosciuta come “Settebello”.

L’Italia si presentava alle Olimpiadi come campione d’Europa in carica, avendo conquistato il titolo l’anno prima a Montecarlo. Pertanto disponeva di un gruppo affiatato e competitivo. Ma fu proprio l’impresa del 1948 a dare il via alla gloriosa storia del “Settebello”. Inizialmente questo soprannome era stato dato alla Rari Nantes Napoli per il fatto che, durante le trasferte, i suoi atleti giocassero spesso a scopa. Durante la manifestazione, i successi italiani arrivavano ripetutamente e, galvanizzati da essi, i tre pallanuotisti azzurri Buonocore, Arena e Bulgarelli, compagni nella formazione partenopea, chiesero al giornalista Nicolò Carosio di usare il termine “Settebello” per indicare la Nazionale nelle sue radiocronache. Il resto è storia. Una storia che giunge sino ad oggi.

Fino a questo punto il racconto non sembra molto accattivante. Certo, l’Italia rischiava di non partecipare e alla fine si è ritrovata a vincere l’oro con la pallanuoto maschile. Però non si tratta di un’impresa memorabile.

Eppure, passando in rassegna i componenti della squadra, si scopre finalmente qualcosa di unico: la punta di diamante di quel gruppo era Cesare Rubini, quello stesso Rubini capace di affermarsi con la canotta dell’Olimpia Milano sia da giocatore che da allenatore.

Da sempre attratto dalla pallanuoto e dalla pallacanestro in egual misura, Rubini portò avanti con incredibile costanza entrambe le sue passioni ottenendo talmente tanti successi da essere inserito nell’Hall of Fame in due sport differenti.

Infatti nel 1993 fu inserito nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame come allenatore di basket, mentre dal 2000 è membro anche dell’International Swimming Hall of Fame.

Dopo l’oro di Londra ’48, capitanerà il “Settebello” anche a Helsinki ’52 e a Torino ‘54. Il suo palmares è visibile su internet ma basterà ricordare, per quanto possa essere riduttivo, i 6 scudetti vinti nella pallanuoto e i 15 nel basket (di cui 9 da allenatore) con le “scarpette rosse”, con le quali conquistò anche una Coppa dei Campioni (1966), due Coppe delle Coppe (’70/’71 – ‘71/’72) e una Coppa Italia (1972).

Indirettamente questa volta la politica, con un atteggiamento clemente verso l’Italia, rese possibile la nascita di una delle nazionali più iconiche di tutti i tempi. In una Londra grigia e piena di macerie, brillò più di tutte la stella di Cesare Rubini, l’eroe del 1948!

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Emanuele Di Nardo
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Emanuele Di Nardo
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