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Basket a Roseto
I CHIODI SULLA BARA DEGLI SHARKS, LA STUCCHEVOLE ATTESA... CHE FINISCANO I TITOLI DI SERIE B?


Serie A2 salutata, Serie B ancora niente. C’è tempo fino al 30 luglio 2020, ma davvero si vuole comprare un titolo cadetto? Fra avvenuta morte e auspicabile resurrezione, mi tolgo qualche peso dal cuore.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 07 Luglio 2020 - Ore 20:00

Oggi si è finalmente (per chi gli ha davvero voluto bene, dalla Serie C2 fino alla Serie A2) conclusa l’agonia dell’incolpevole Roseto Sharks, ricostituito nel 2009 in Serie C2 da uomini che – come amiamo ribadire dal 1998 su questo sito – vanno ringraziati.

Così come vanno ringraziati tutti quelli che vogliono portare avanti il basket rosetano, avendo riguardo per la sua storia e considerando il fatto che si tratta dell’unico vero patrimonio socio-culturale della nostra comunità.

L’ultimo atto del Roseto Sharks 2009-2020 è questo comunicato stampa, che proponiamo di seguito, in forma integrale e in grassetto.

Roseto Sharks
COMUNICATO STAMPA

Oggi si e’ svolta la conferenza stampa del Roseto Sharks in merito all’accordo raggiunto con la Stella Azzurra per la cessione del titolo sportivo di A/2. Nell’incontro sono state illustrate le molteplici motivazioni che hanno portato a tale decisione e che si possono cosi’ riassumere:                       
1)    la devastante crisi causata dal Covid19 ha costretto varie aziende e sponsor a non riuscire a far fronte alle scadenze contrattuali assunte con gli Sharks. A sua volta la societa’, non riuscendo ad onorare i propri impegni, si e’ vista costretta ad utilizzare la possibilita’ di cedere il titolo sportivo per far fronte alle proprie scadenze di pagamento;         
2)    i vari tentativi di riuscire a trovare nuovi partner, soci o contributi da parte di aziende del territorio non hanno portato ad alcun risultato nonostante la ricerca si sia protratta per gli ultimi tre mesi;                                       
3)    il mancato rinnovo dell’accordo biennale con la Stella Azzurra, dovuto soprattutto alle difficolta’ ambientali incontrate con parte della cosidetta tifoseria locale, portera’ in futuro mancati introiti per circa trecentomila euro nelle casse degli Sharks, con evidente impossibilita’ di poter affrontare la prossima stagione sportiva 2020/2021, considerando che l’apporto della societa’ romana ha rappresentato oltre il 30% delle entrate degli Sharks.             
Oltre alle fondamentali problematiche di carattere economico, hanno inciso sulla decisione finale di cedere la A/2 le gia’ citate difficolta’ ambientali e il clima di disinteresse e indifferenza generale nei riguardi di societa’ e squadra di fronte alle polemiche sollevate praticamente in ogni occasione contro la partnership con la Stella Azzurra. Invece di evidenziare la lungimirante portata innovativa di un accordo che ha permesso di valorizzare giovani talenti della squadra romana ma anche nostri giocatori che hanno esordito in serie A, come Palmucci, Valentini, Cocciaretto, Di Leonardo, Gaeta, in molti hanno preferito la sterile polemica a tutti i costi soprattutto nei riguardi di una societa’ che con tanti sacrifici di soci e dirigenti, sacrifici in primo luogo economici, hanno sempre creduto nell’ importanza rivestita dal basket per Roseto.          
Queste motivazioni hanno portato alla conclusione di passare la mano e, considerato che nessuno a Roseto si e’ fatto avanti per rilevare ne’ titolo sportivo ne’ quote societarie, si e’ giunti alla decisione, seppur sofferta, di valutare le proposte economiche giunte da altre societa’ italiane scegliendo quella della Stella Azzurra risultata la piu’ conveniente per permettere agli Sharks di chiudere i conti di un campionato impensabile e travagliato come quello 2019/2020.                      
Undici anni di stagioni sportive, culminate con le ultime cinque in serie A/2 con due salvezze e tre play-off per la promozione, dimostrano l’importanza dei risultati raggiunti per una piccola societa’ e una cittadina di provincia che si e’ dovuta misurare con realta’ molto piu’ grandi come Roma, Napoli, Bologna, Treviso, Verona, ecc... dimostrando, ancora una volta, com’era gia’ accaduto nel periodo della A/1, di essere in grado di confrontarsi alla pari con societa’ che spendono anche tre o quattro volte di piu’ degli Sharks. Significa che una gestione, seppur di poche persone, ma oculata e professionale, puo’ consentire di ottenere risultati a volte impensabili ma senz’altro gratificanti.          
Intendiamo inoltre rivolgere un sincero e doveroso ringraziamento a tutti coloro che finora ci sono stati sempre vicini: sponsor, abbonati, tifosi, spettatori, sportivi, atleti, tecnici, dirigenti, medici, fisioterapisti, istruttori, preparatori atletici, collaboratori e, infine, a Daniele Cimorosi, Ettore Cianchetti, agli indimenticabili Domenico Alcini e Vittorio Fossataro, a Giuseppe Di Sante, Michele Martinelli, Emidio Testoni e Antonio Norante, oltre agli altri soci che si sono succeduti nel tempo e che hanno permesso al Roseto Sharks di ottenere i significativi risultati raggiunti in tutti questi anni.

Roseto Sharks


Adesso la speranza è che chi ha venduto – per la prima volta nella storia del basket rosetano – un titolo di Serie A2 si prenda un lungo periodo di pausa e riflessione.

Un po’ come fece l’ingegner Alberto Rapagnà, che dopo aver venduto, nel 2007, la Serie B2 del Roseto al Chieti, è uscito di scena e non ha più movimentato l’immaginaria arena cestistica rosetana.

Lo diciamo perché certe affermazioni dell’ormai ex Patron, Daniele Cimorosi (che è pure amico di lunghissima data di chi scrive, tanto per precisare) sono ormai stucchevoli. Fare il “piangina”, dicendo che lui non è ben visto e che ormai è passato di moda, lamentando una mancanza di interesse, è davvero il colmo.

Caro Daniele, ma non avevi detto che non ce la facevi più e che volevi mollare? Bene, lo hai fatto, delegando il fido Antonio. E nessuno ha fatto una piega. Roseto tutta – a mio avviso – con il suo atteggiamento consapevole e responsabile, si è riscattata rispetto ad alcuni comportamenti stomachevoli di qualche mese fa, fra i quali una scritta dedicata a te e al sottoscritto, il cui testo sommessamente ricordo “CIMOROSI BOIA, MAGGITTI LA SUA TROIA”... anche per far notare come manchi da questi cognomi proprio quello che muove le accuse più dure agli autori di simili scritte. Ma è la vita, bisogna nascere fortunati.

Nessuno ha detto niente, ti dicevo. Hai voluto vendere e hai venduto. E va bene così. Cioè, no: ovviamente non va affatto bene così, ma ce ne faremo una ragione, perché – come ripetiamo da 22 anni, qui su Roseto.com – nessuno deve rimettere nel basket i soldi guadagnati con il proprio lavoro. Nessuno, neanche tu!

Quindi, ripeto, ribadisco e sottolineo: hai venduto il titolo e ripianato la situazione? Sono felice per te e ti ringrazio di vero cuore – come ho sempre fatto, e lo sai – di ciò che hai fatto dall’estate del 2009 fino a qualche mese fa. Il mio cuore rosetano non può certo ringraziarti di aver ceduto il titolo di A2 alla Stella Azzurra, ma soffrirò in silenzio e va bene così.

E però, adesso, perché fai il “piangina”, sottolineando che sei passato di moda e non sei ben visto?

Daniele, è a posto così, nessuno ha detto nulla. Sei riuscito, anche grazie alla campagna di comunicazione ordita da quel satanasso di Antonio Norante, a gestire una cosa “storica” come la cessione di una Serie A2 quasi sottotraccia, anche contando sul fatto che gran parte della città non sentiva ormai più sua quella squadra. Adesso, però, è finita. Fi-ni-ta.

E credo sia giusto che il futuro del Roseto debba essere proprio quel consorzio che tu per primo – se non ricordo male – proponesti citando quello costituito a Treviso. Era il 2017!

E allora, Daniele, ancora e per una ultima volta: grazie di ciò che hai fatto in questi anni bellissimi – detto da tifoso del basket – e grazie della fiducia che hai avuto in me – detto da giornalista che nelle ultime due stagioni ha avuto l’onore di fare il telecronista con l’Italia Basket Hall of Fame, Iwan Bisson. Adesso però è tempo di aprire al nuovo.

Nessuno come me – la sparo grossa, neanche tu e Antonio! – ha creduto nel progetto Roseto Sharks / Stella Azzurra. Ci ho creduto tanto da scriverci un libro. Ma ormai è andata, finita. E non per colpa mia. Diciamo pure che non è colpa di nessuno e che è l’ennesimo ciclo di vita e morte del basket, in un posto in cui spesso il basket è “al di sopra” delle possibilità del posto stesso e quindi c’è bisogno, ogni tanto, di “resettare”.

Ma proprio per questo, tu non puoi fare quello offeso, sottolineando che non sei simpatico o che sei passato di moda. È stata una tua scelta, Daniele. Hai venduto. È una tua scelta, la comunità ne ha preso atto. È finita, guardiamo avanti una volta per tutte.

Tu puoi essere – sempre a mio umile avviso – un prezioso componente del consorzio, dando il tuo contributo e pure la tua esperienza (di chi ha lavorato ad alti livelli a un campionato superiore), ma non devi più lamentarti di essere trascurato. Aiuta quindi questo benedetto neonato consorzio a comprare una Serie B per ripartire da un campionato che sia degno di nota. Anche perché la prossima stagione c’è il Centenario del basket rosetano e quest’anno il 75° Trofeo Lido delle Rose (manifestazione che gestisci con la Roseto Eventi e che mi auguro sia organizzata al top).

Finita la parte di “lettera aperta” a Daniele Cimorosi, mi tolgo un altro peso dal cuore.

Già, perché passano i giorni ma dal consorzio “Le Quote” non arrivano novità circa l’acquisizione sul mercato di un titolo di Serie B. E io continuo a rimuginare, chiedendomi semplicemente: ma davvero vogliono comprare questo titolo?

No, perché già il solo ufficializzare il costituendo consorzio ha fatto salire le quotazioni di chi vuole vendere una Serie B. Domando quindi: perché fare una conferenza sul consorzio, senza titolo in mano? Non era meglio costituire il consorzio, lavorando sottotraccia, e comprarsela la Serie B, invece di dire che la state cercando, facendo fregare le mani a tutti gli affaristi del basket italiano, che hanno ritoccato a “listino di guerra” il prezzo di un titolo cadetto?

Sono settimane – davvero stucchevoli, credete a uno che da 22 anni racconta il basket rosetano – che sento dire, a turno, le varie persone interessate al futuro del basket rosetano che il contatto giusto ce l’hanno loro. Solo che sono diversi e più di uno!

Risultato? Tre settimane fa era considerata esosa una Serie B offerta a 25.000 euro. Poi carissima una Serie B a 27.000 euro. Adesso offrono titolo di Serie B a 35.000 euro, neanche più a 30.000. Perché sanno che qui serve!

Confessate: non è stato un gran primo passo.

Pazienza, guardiamo avanti. Ma prima un breve ripasso.

La Serie B di Soresina costava troppo. L’ha comprata Reggio Calabria e non Roseto.
La Serie B di Valsesia costava troppo. L’ha comprata Cividale del Friuli e non Roseto.
La Serie B di Scauri costava troppo. L’ha comprata Catanzaro e non Roseto.
La Serie B di Porto Sant’Elpidio costava troppo. L’ha comprata Ragusa e non Roseto.
La Serie B di Capo d’Orlando costava troppo. L’ha comprata Bologna e non Roseto.

Intanto, la Serie B adesso costa davvero troppo, visto che dai 25.000 euro di 5 titoli fa si è passati a 35.000 euro.

Domanda: consorziati rosetani... avete una pista da superfurbi e la trovate a 20.000 euro, perché conoscete il Mago Zurlì del basket, oppure siete in stallo perché avete visto che in una decina di giorni il titolo (manco fosse una “blue chip” in borsa) ha “guadagnato” 1.000 euro al giorno?

In altre parole: la volete comprare davvero questa Serie B?

Manca ancora un periodo di tempo relativamente lungo, prima del 30 luglio 2020 (poi chi non avrà il titolo si attaccherà... alle spine della rosa), ma ricordatevi che c’è un problema di base: la disponibilità di trovare qualcuno che ancora vuole vendere.

Lo troverete? Bravi voi! Altrimenti, beh: direi che vi siete fatti scappare un discreto numero di titoli, finora.

Certo, non è colpa del consorzio “Le Quote”, che è nato soltanto martedì scorso. Ma quando si agisce con urgenza, si può anche riconoscere la motivazione speciale e muoversi immediatamente, mettendo poi a posto le carte in successione. Tradotto: se un gruppo di persone vuole comprare, compra e poi mette a posto le carte quando il consorzio nasce, no?

Io ho finito.

La mezza dozzina di persone che potrebbe togliermi il saluto (tutta pregiata classe dirigente, ne sono conscio... quindi diciamo che permango nella mia incapacità di scegliermi gli amici giusti) dopo questo mio pezzo, sappia che non è un problema.

E che dopo le minacce ricevute oltre 15 anni fa (da un ex “padrone del vapore”), che “sor-ridendo” mi disse che mi avrebbe fatto cercare da certi suoi amici abituati al nomadismo (e la sua risata lo salvò dalla denuncia alle forze dell’ordine), continuo a scrivere “con tutti o contro tutti, secondo verità” pienamente fiducioso nel giornalismo inteso come informazione, approfondimento e riflessione.

Daniele, Antonio, Giulio, Fabio, Alessandro, Maurizio, Lorenzo e quelli che eventualmente sto dimenticando: niente di personale. Non prendetevela, se potete: è soltanto il mio lavoro. Che per me è più di un lavoro, essendo la mia
stessa vita.

Forza Roseto!

Luca Maggitti
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