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Roseto Basket Story
PAUL EBOUA E L’OSSESSIONE PER LA NBA
Paul Eboua, in maglia Roseto Sharks nel campionato di Serie A2 2018/2019.
[Cusano Photo]


Paul Eboua, ritratto da Marco Cimorosi.

Paul Eboua, in maglia Roseto Sharks nel campionato di Serie A2 2018/2019, insieme a capitan Simone Pierich, Yancarlos Rodriguez e Jordan Bayehe.
[Cusano Photo]


Il giocatore, ex Roseto Sharks 2018/2019, dopo non essere stato scelto al Draft si sta giocando un contratto allenandosi con i Miami Heat. Il punto e una sua intervista del 2019.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 26 Novembre 2020 - Ore 16:40

Dal Roseto Sharks di Serie A2 2018/2019 alla volontà di trovare un posto in NBA.

Questa è la storia di Paul Eboua, nato in Camerun nel 2000 e arrivato a 15 anni in Italia, per realizzare il suo sogno di diventare un giocatore di basket.

L’atleta, oggi alto 203 cm, ha costruito un fisico statuario nei suoi anni alla Stella Azzurra Roma, approdando a Roseto in forza della partnership biennale che ha legato il sodalizio capitolino a quello rosetano dal 2018 al 2020.

Nel primo dei due campionati, Paul giocò con il numero 12 per il Roseto del patron Daniele Cimorosi, evidenziando strapotere fisico e tecnica cestistica acerba. In stagione regolare, Eboua giocò 30 partite a 15,7 minuti di media, con 5,9 punti e 3,7 rimbalzi. Nei playoff, 5 gare a 10 minuti in campo con 1,8 punti e 3 rimbalzi.

La stagione scorsa, la massima serie giocando per Pesaro, per poi dichiararsi eleggibile al Draft 2020 in cui non è stato scelto.

L’atleta non ha però abbandonato la sua idea di giocare in NBA ed ha accettato l’invito dei Miami Heat (squadra finalista per il titolo 2020, sconfitta in gara 6 dai Los Angeles Lakers di LeBron James) per il loro training camp, insieme ad un altro giocatore “undrafted” – Breein Tyree. L’atleta si giocherà così l’ultimo posto disponibile in squadra con la modalità del “two-way contract”, che significherebbe essere in organico con i Miami Heat ma pure poter giocare nella lega di sviluppo dei professionisti americani, la G-League, nella compagine controllata da Miami e cioè gli Skyforce di Sioux Falls, South Dakota. Ogni squadra ha a disposizione 2 contratti del genere e gli Heat hanno già impiegato il primo con Gabe Vincent.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Miami Herald, Rade Filipovich, agente di Eboua, ha dichiarato che il giocatore ha ricevuto altre richieste ma che ha preferito accettare quella della squadra della Florida per la qualità del suo staff tecnico, capeggiato da coach Erik Spoelstra e nel quale c’è Rob Fodor come “shooting coach”. Un dirigente degli Heat, Chet Kammerer, ha parlato in termini lusinghieri di Eboua, dopo averlo visto in allenamento a Santa Barbara, in California e chissà che Paul non possa finalmente coronare il suo sogno.

Le difficoltà non fanno certo paura al ragazzo nato a Yaoundé il 15 febbraio 2000, arrivato in Italia senza parlare né italiano né inglese e con un solo anno di basket alle spalle, anche perché la NBA è sempre stata la sua ossessione.

Di seguito, l’intervista a Paul Eboua contenuta nel mio libro “La Legione Straniera”, uscito nel 2019.


L’UOMO

La tua idea di felicità?
«Stare bene con la gente alla quale vuoi bene e che ti vuole bene».

Cosa ti rende sereno?
«Sapere che sto facendo cose importanti per me e la mia famiglia».

La qualità migliore di un essere umano?
«Ossessione».

Il tuo miglior pregio?
«Atletismo».

Il tuo peggior difetto?
«Non mi accontento».

Cosa cambieresti del tuo fisico?
«Le caviglie».

Quali sono i tuoi hobby?
«Guardare un film, stare con gli amici, fare una passeggiata».

Il tuo sport preferito, escludendo il basket?
«Calcio».

Il tuo personaggio storico preferito?
«Nelson Mandela».

La città preferita?
«Douala, in Camerun».

Il cibo preferito?
«Ndolle».

Il libro preferito?
«I libri di Evelyne Mpoudi Ngolé».

Il film preferito?
«Avengers».

La serie TV preferita?
«Prison Break».

La musica preferita?
«Mi piace in particolare la canzone D’où l’on vient di La Fouine».

L’animale preferito?
«Cane».

La parola preferita?
«Dieu est grand».

La vacanza preferita?
«A Kribi, in Camerun».

Il problema più grande che affligge il mondo, oggi?
«L’inquinamento».

Hai battuto “uno contro uno” il genio della lampada e puoi esprimere tre desideri. Dicceli...
«1.Giocare in NBA. 2.Occuparmi della mia famiglia. 3.Avere una bella famiglia».


LO SPORTIVO

Cos’è per te il basket?
«Tutto».

La qualità migliore di un giocatore?
«Il controllo delle emozioni».

La qualità migliore di un allenatore?
«Sapere capire i giocatori».

Il tuo giocatore preferito?
«Pascal Siakam».

Il complimento più bello ricevuto finora?
«Hai fatto dei progressi».

Il tuo obiettivo per il futuro?
«NBA».


IL COMPONENTE DEL ROSETO SHARKS 2018/2019


Come definiresti il campionato 2018/2019 del Roseto Sharks?
«Il lavoro paga».

C’è un episodio che associ al vostro “cambio di marcia”?
«La sconfitta contro Imola, all’andata».

Il compagno di squadra più simpatico?
«Nicola Akele».

La vittoria più bella?
«Contro Udine, in casa».

Il momento più bello vissuto al PalaMaggetti con i tifosi?
«Gara 4 dei playoff».

La cosa che ti ha reso più orgoglioso di questa stagione?
«La solidarietà».

Se fossi in guerra, quale compagno vorresti a coprirti le spalle?
«Jordan Bayehe».

Cosa ha avuto di speciale la stagione 2018/2019?
«Avere avuto un’altra famiglia».

Dai un voto, da zero a 10, al Roseto Sharks 2018/2019.
«8».

Dai un voto, da zero a 10, alla tua stagione 2018/2019.
«10».


Forza e coraggio, Paul!

Luca Maggitti
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