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Giorgio Di Bonaventura
LA LAUREA, UOMINI E DONNE E IL BASKET...
Giorgio Di Bonaventura, in studio a Uomini e Donne.

Giorgio Di Bonaventura, in esterna a Uomini e Donne con Sophie Codegoni.

Giorgio Di Bonaventura, in esterna a Uomini e Donne con Sophie Codegoni, alle prese con una ‘schiacciata a quattro mani’.

L’atleta abruzzese, ex Roseto in A2 e oggi al Teramo in Serie B, il 26 novembre si è laureato e il 27 novembre è tornato a Uomini e Donne, per una esterna in un campo di basket.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 28 Novembre 2020 - Ore 11:30

Oltre 3.000.000 (tremilioni) di telespettatori, praticamente ogni giorno della settimana, con un share di circa il 23%.

Vi immaginate se fossero i numeri del basket in televisione? Ovviamente, non sono i numeri della pallacanestro in TV, ma quelli di “Uomini e Donne”, programma postprandiale in onda su Canale 5.

Senza voler entrare nel merito del tipo di programma – che può piacere o meno – rifletto sull’importanza che potrebbe avere sentir parlare un po’ di basket in un contenitore così nazionalpopolare.

Diciamo che una spruzzata di basket nel programma di Maria De Filippi da qualche giorno c’è, visto che Giorgio Di Bonaventura, abruzzese, giocatore di basket classe 1997 ex Roseto in A2 e oggi del Teramo in B, è impegnato nella trasmissione in veste di corteggiatore della modella Sophie Codegoni.

Giorgio sta vivendo giorni molto intensi, visto che giovedì 26 novembre 2020 ha conseguito la laurea triennale in Scienze della comunicazione, discutendo la tesi “La collina di Spoon River e il regista poetico musicale De Andrè” e venerdì 27 novembre 2020 è stato protagonista con Sophie di una esterna organizzata in un campo di basket.

Giorgio ha avuto la possibilità di organizzare l’esterna e direi che ha fatto un bel regalo alla pallacanestro, visto che lo sport si è gratuitamente ritrovato in alcune immagini di un programma da 3 milioni di telespettatori e che alla fine dello spuntino apparecchiato a centrocampo, Giorgio ha preso sulle sue capaci spalle Sophie e l’ha portata a schiacciare.

Complimenti al dottor Giorgio Di Bonaventura, quindi, per la laurea e per aver pensato al basket anche in un’occasione in cui avrebbe potuto ignorare lo sport della palla a spicchi.

Anche perché il mondo della televisione è diverso dal basket, dallo studio e dal lavoro, ma sembra comunque ormai far parte di questo giovanottone teramano.

E, magari, la televisione lo ha pure aiutato nell’unico passaggio a vuoto di una carriera finora soddisfacente, vista la sua apparizione lo scorso anno nel programma, ridandogli il sorriso perso a causa di qualche amarezza cestistica. Sorriso poi tornato grazie al basket 3x3 e al Mondiale Under 23 giocato – e bene – in Cina nel 2019.

Con il dovuto rispetto per gli alzatori di sopracciglio di professione, io credo che l’esperienza in un programma così seguito possa essere stimolante per Giorgio, che potrà confrontarsi con persone totalmente diverse da lui, con vite e percorsi differenti, trovando il coraggio di essere se stesso nonostante le telecamere.

Certo, gli “additatori reali” (gufi umani del terzo millennio, frustrati dal fatto che la vita riservi soddisfazioni sempre agli altri) sono in servizio permanente effettivo, ma Giorgio – che a 15 anni è andato a 800 chilometri da casa, per realizzare il suo sogno di giocare a basket – col tempo ha, per sua fortuna, imparato e fregarsene dei giudizi altrui. Con particolare riferimento a quelli inconsistenti degli odiatori di professione.

Oggi, al 23enne dottor Giorgio Di Bonaventura, capace di laurearsi quasi in anticipo continuando a giocare a basket (anche in Nazionale nel 3x3) e di apparire in un programma strafamoso, serve soltanto essere felice e vivere col sorriso sulle labbra. Non credo gli debba importare essere compreso né dare spiegazioni che, come dice l’adagio, agli amici non servono e ai nemici non bastano.

Che viva la sua vita intensa dunque, con l’abnegazione e l’impegno che sono le sue caratteristiche e che gli hanno permesso di arrivare fino a dove è adesso, in modo trasparente e sereno.

E, soprattutto, si ricordi sempre del basket quando avrà l’occasione di avere un uditorio ampio: farà del bene allo sport della palla a spicchi, che in termini di comunicazione deve fare ancora molta, molta strada, uscendo dalle greppie dei fanatici appassionati e abbracciando, vivaddio, il mondo nazionalpopolare. Che è quello che porta interesse, quindi sponsor, quindi vita e circuito economico virtuoso e non vizioso.

Forza e coraggio, Giorgio!

Luca Maggitti
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