Edoardo Tiberti, centro del Teramo classe 1997 di 2 metri, non era nato quando nel 1994 Quentin Tarantino – il suo regista preferito – girò “Pulp Fiction”.

E però il filiforme olivastro, lungocrinito e con la barba incolta, nella sua gara di esordio in campionato ha ben interpretato la figura del risolutore Jules Winnfield, che il regista del Tennesseee di origini italiane affidò a Samuel L. Jackson.

Già, perché nell’ultimo quarto della partita casalinga vinta per 77-71 contro il Civitanova Marche, a meno di 7 minuti dalla fine e con i padroni di casa sotto 63-66, dopo un avvio da tregenda della squadra (17-27 alla fine del primo periodo), Tiberti ha raggiunto la parità con un gioco da tre punti subendo fallo, quindi ha segnato ancora per il 68-66 e, non pago, ha calato il tris nei minuti che contano con il canestro del 75-70, per poi concludere dalla lunetta, pur tremando parzialmente (1/2), con il libero del 76-70.

Non sappiamo se, fra un canestro e l’altro, Edoardo abbia recitato “Ezechiele 25.17”, ricordando a se stesso che il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi, ma di certo ha ottenuto la palma di migliore in campo, visto che alla fine di 27 intensissimi minuti, uscendo dalla panchina, ha chiuso a 25 punti (tirando 11/16 da 2, con quasi il 70% e 3/4 ai liberi), catturato 8 rimbalzi, smazzato un assist e totalizzato 25 di valutazione.

Tiberti si gode i primi due punti del suo Teramo e parla con la cadenza del torinese in Abruzzo, folgorato fin dai primi giorni dalla bontà della cucina locale: «Se potessi, seguirei una dieta a base di arrosticini e formaggio fritto!».

La città gli piace, così come i suoi abitanti: «Persone supergentili, grazie alle quali mi sono sentito subito come a casa. E questo è importante, anzi importantissimo in tempi di pandemia».

Giovanili con la PMS Moncalieri, poi la cadetteria a Rimini, la A2 a Treviglio e ancora la B a Faenza, a 12 punti e 9 rimbalzi lo scorso campionato, prima dell’approdo a Teramo guidato da coach Simone Stirpe, di cui dice: «È un esordiente in categoria e questo conta, perché ha fame ed è sempre sul pezzo. Apprezzo molto anche il fatto che non ci ammazzi di critiche, ma sia al nostro fianco per farci migliorare e sia sempre propositivo e aperto al dialogo».

Sul suo partitone d’esordio, si schermisce: «Ho giocato bene, ma non ho segnato in isolamento dopo mille palleggi. Se non c’è una squadra coesa e felice di giocare insieme, che si passa la palla, io non farei simili bottini».

Ecco Edoardo Tiberti: il “centro pulp” del Teramo.