[Ricerca Avanzata]
Venerdì, 19 Aprile 2024 - Ore 23:49 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Trofeo Lido delle Rose – 75^ Edizione – Anno 2020
IL BIGNAMI DEL TORNEISSIMO
Roseto, PalaMaggetti, Trofeo Lido delle Rose 2004. Luca Garri durante la partita Italia-Australia.
[Luca Maggitti]


Atene, Olimpiadi 2004. L’Italia medaglia d’Argento. Luca Garri è il primo da sinistra accosciato.
[Web]


Roseto, PalaMaggetti, Trofeo Lido delle Rose 2004. Luca Garri intervistato da Luca Maggitti.
[Roseto Sportiva]


Come nacque, gli scritti di Braccili, Giunco, Giordani, Meneghin e Bisson, l’analisi delle squadre più vincenti e l’Albo d’Oro completo dei luoghi in cui si è giocato. E domenica viene Fabriano con Garri, che lo vinse con l’Italia nel 2004.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 09 Dicembre 2020 - Ore 23:15

Il Trofeo Lido delle Rose è salvo, evviva il Trofeo Lido delle Rose!

L’ufficialità è stata data dalla Pallacanestro Roseto, che ha comunicato la disputa della 75^ edizione del Torneissimo in prova unica, domenica 13 dicembre 2020 alle ore 18 al PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi. Sarà valida la partita di campionato di Serie B fra Roseto e Fabriano. Gara secca dunque, come già avvenuto – ad esempio – nel 2006 fra il Maccabi Tel Aviv vittorioso sulla Fortitudo Bologna o, meglio ancora, nel 2016 con la partita di Campionato di A2 valida per anche il trofeo fra la Virtus Bologna, che vinse, e il Roseto.

Anche stavolta, la più importante manifestazione della Comunità rosetana è stata salvata. Quindi grazie a Roseto Eventi di Daniele e Ilaria Cimorosi, che di concerto con la Pallacanestro Roseto del patron Fabio Brocco e del presidente Ernesto Ciafardoni ha dato luce verde all’idea, che ci eravamo permessi di proporre su Roseto.com qualche giorno fa.

Messo in salvo il torneo più antico d’Europa – e forse del mondo – speriamo in una grande edizione non appena la pandemia da Covid-19 sarà finita e quindi (è il nostro auspicio) per il 2016. Una grande edizione, in più giornate e con almeno 4 squadre, come la tradizione della manifestazione merita.

Una tradizione di eccezionale valore, come dimostra l’Albo d’Oro nel quale compaiono squadre nazionali asiatiche (Thailandia nel 1960) e americane (Brasile nel 1970). Addirittura, stati che non esistono più come la Cecoslovacchia, che vinse nel 1971.

Finora, le 74 edizioni del Trofeo Lido delle Rose si sono svolte per le prime 3 volte (l’edizione 1946 non si disputò) nel campo della Pineta intitolata a Raffaello Celommi (1945, 1947, 1948), poi per 1 volta nel Circolo Tennis Di Giorgio (1949), quindi per 32 volte all’Arena 4 Palme (dal 1950 al 1978 e poi nel 1980, 1982 e 1993) e per 38 volte al Palasport comunale, che dal 2003 è intitolato a Remo Maggetti (1979, 1981, dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 2019), con la particolarità che nel 2012 il Torneissimo abbracciò l’Abruzzo intero, giocando le fasi preliminari nei palasport di Pescara e Teramo, per poi concludere con le fasi finali al PalaMaggetti.

L’importanza del torneo è dimostrata dalla squadra che lo ha vinto più volte: l’Italia. Gli Azzurri hanno infatti alzato il Torneissimo – come lo battezzò Aldo Giordani – ben 8 volte, anche se non sempre con la prima squadra. La Nazionale maggiore lo ha infatti vinto 4 volte (1975, 1976, 2000, 2004), mentre lo ha vinto poi 1 volta l’Under 23 (1995), 1 l’Under 20 (2012) e 2 volte l’Italia Militare (1965, 1982).

Immediatamente dietro l’America e la città di Roma, con 6 vittorie. La Capitale non sempre con lo stesso sodalizio: 1 della A.S. Roma (1956), 1 della Stella Azzurra (1959), 4  della Virtus Roma (1980, 1989, 2002, 2015). Gli Stati Uniti d’America con le sue selezioni (1968 Gulf Oil, 1969 TWA, 1972 Gillette, 1977 Sicutronic, 1981 Garelli, 1984 Diana All Stars).

Nel terzo gradino del podio, a pari merito con 5 vittorie a testa ci sono 2 squadre: il Gira Bologna (1949, 1951,1952, 1953, 1955), e i padroni di casa del Roseto (1948 e 1950 come S.P. Rosetana e poi 1998, 2001 e infine 2019, con una squadra stoica che vinse la semifinale senza 5 giocatori infortunati e la finale senza 6 infortunati, con una squadra di 17,4 anni di età media).

Le altre squadre ad aver vinto più di una edizione sono: Virtus Bologna 4 volte (1958, 1997, 1999, 2016); Cantù 3 volte (1961, 1973, 1974); Scafati (2005, 2009, 2018); Milano (1954, 1957); Fortitudo Bologna 2 (1987, 1996); Olympia Lubiana 2 (1963, 1964) e Armata Rossa/URSS 2 (1967, 1978).

Torniamo all’Italia, per sottolineare come Roseto e il Trofeo Lido delle Rose portino fortuna agli Azzurri. Infatti, il ciclo più prestigioso degli ultimi 20 anni per la Nazionale maggiore incrocia sempre Roseto, a partire dall’incontro Italia-Inghilterra giocato il 21 novembre 2001 al palasport di Roseto e valido per la qualificazione all’Europeo 2003 in Svezia, nel quale l’Italia vinse la Medaglia di Bronzo dietro la Spagna e i Campioni della Lituania. A Roseto finì 99-63 per gli Azzurri di coach Carlo Recalcati, che tornarono anche nel 2004, vincendo la 59^ Edizione del Trofeo Lido delle Rose con una formazione Sperimentale, prima di conquistare lo storico Argento alle Olimpiadi di Atene 2004 e vincere l’Oro ai Giochi del Mediterraneo 2005 di Almeria, in Spagna.

E proprio nel 2004, con l’Italia, il Trofeo Lido delle Rose lo vinse il lungo Luca Garri, che domenica tornerà a Roseto perché è uno dei punti di forza del Fabriano.

Luca Garri, astigiano classe 1982 di 208 cm, ha vinto con l’Italia sia l’Argento olimpico ad Atene 2004 sia l’Oro ai Giochi del Mediterraneo 2005.

Questo excursus spero serva a motivare anche i giocatori della Pallacanestro Roseto, che hanno l’opportunità, battendo Fabriano domenica prossima, di aggiungere ai 2 punti in classifica un trofeo prestigiosissimo.

Un trofeo che dovrebbe prevedere anche una targa al miglior giocatore della contesa. E speriamo che quest’anno il riconoscimento di MVP sia intitolato alla memoria di Vittorio Fossataro.

Ma, in attesa di arrivare a domenica e alla partita, come nacque questo meraviglioso torneo?

Ecco alcuni contributi per approfondirne la conoscenza, pubblicati sul mio libro “La Legione Straniera”, del 2019.

FINISCE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, NASCE IL TROFEO LIDO DELLE ROSE.
(Luca Maggitti)
La Seconda Guerra Mondiale, con il suo carico di orrori, convenzionalmente si conclude il 2 settembre 1945. 21 giorni prima, il 13 agosto 1945, la Federazione Italiana Pallacanestro – con lettera Prot. 1070 Gr. a firma Guido Graziani, scelto nel 1944 dal CONI per essere il Presidente Reggente della FIP – comunica il proprio “nulla osta” al Presidente del Comitato Organizzatore Torneo “Lido delle Rose”. La lettera è inviata per conoscenza ai Comitati Provinciali CONI Teramo e FIP Teramo e L’Aquila e inizia così: «In linea di massima si concede il nulla osta per l’effettuazione della 1^ Coppa “Lido delle Rose” che dovrebbe aver luogo a Roseto nei giorni 1, 2, 3 settembre p.v.». Nella missiva, la FIP consiglia, testualmente,
di: «Includere nel Comitato Tecnico del Torneo in questione il Commissario del Comitato FIP di Teramo, escludendo tutte quelle persone che possono avere interessi diretti con le squadre in gara (dirigenti, società, arbitri, etc.)». Nasce, con quella lettera, il più antico torneo estivo di basket d’Europa e forse del mondo, che nel 2019 ha festeggiato la 74^ Edizione con il ritorno alla vittoria del Roseto dopo 18 anni. E siccome c’era la Seconda Guerra Mondiale “da concludere”, quel torneo che voleva essere un seme di rinascita, pur avendo il nulla osta per i giorni 1, 2 e 3 settembre, finisce per disputare la sua prima edizione nei giorni 8 e 9 settembre 1945, in un campo allestito vicino all’attuale pineta Raffaello Celommi, a ridosso della stazione ferroviaria lato mare. Gli organizzatori dell’Unione Liberi Cestisti Rosetani scrivono il regolamento del torneo su 2 pagine che contengono 15 articoli, così intestate: «Grande Raduno Cesti- stico Abruzzese – Torneo Nazionale Maschile – 1^ Coppa Lido delle Rose – Roseto degli Abruzzi – 8 e 9 settembre 1945». La prima edizione di quello che Aldo Giordani ribattezzerà “Il Torneissimo” la vince la Pallacanestro Napoli, che ottiene la 1^ Coppa Lido delle Rose battendo in finale 42-36 (arbitro Casini) i padroni di casa della Polisportiva Rosetana, ai quali va la Coppa Roseto. Al 3° posto la S.E.F. Stamura Ancona che vince la Coppa Abruzzo, battendo 91-28 (arbitro Autunno) la Gran Sasso Teramo che vince la Targa Roseto. Al 5° posto la Gran Sasso L’Aquila che vince il Trofeo Maioliche Abruzzesi, battendo 33-22 (arbitro Pappacoda) la squadra degli organizzatori dell’Unione Liberi Cestisti Roseto che
non riceve premi, come risulta dal comunicato 3 del 9 settembre 1945, successivo alle omologazioni delle gare e firmato dal Segretario, Domenico Grue, e dal Presidente, Costantino Marinelli. La classifica della prima edizione del torneo, guardando al Comunicato 2 datato 9 settembre 1945, deve poi essere integrata all’ultimo posto dalla Taraschi Teramo, uscita al termine della prima giornata in quanto l’ottava squadra che componeva l’elenco iniziale, il C.S.
Chieti, dichiarò rinuncia causa mezzi di trasporto, non disputando le gare. A consultare le altre carte scritte a macchina in quei memorabili giorni, commuove particolarmente leggere il rendiconto della manifestazione, firmato dalla Segretaria, Andreina d’Altilia. La prima edizione del Trofeo Lido delle Rose costò 70.690 Lire, coperte da sottoscrizioni volontarie (34.385 Lire), dall’utile netto di due feste da ballo (23.940 Lire), dall’utile netto di una lotteria (7.415 Lire), dalle tasse di iscrizione al torneo (3.500 Lire) e dai biglietti di ingresso al campo (1.450 Lire). Il documento specifica poi che la Coppa alla squadra vincitrice fu offerta dalla signora Vera Grue di Teramo, quella alla 2^ dal signor Antonio Vallonchini di Roseto e quella alla 3^ dal signor Costantino Marinelli, mentre la targa andata alla 4^ fu offerta dalla ditta Mazzarella di Roseto e il Trofeo Maioliche abruzzesi consegnato alla 5^ dalla ditta omonima. Furono assegnati anche premi individuali. Al capitano della squadra vincitrice andò un accendisigari in alluminio offerto dal Partito Repubblicano di Roseto, al capitano della 2^ un portasigarette offerto dalla ditta De Gregoris di Roseto, al capitano della 3^ un cesto in miniatura offerto dal signor Tullio Sorgi di Teramo. Infine, al capocannoniere della manifestazione fu regalato un portasigarette, offerto dalla signorina Andreina d’Altilia stessa, e al giocatore più giovane una medaglia d’argento offerta dal signor Riccillo Di Pietro. La piccola Roseto degli Abruzzi, grazie alla forza di volontà di una intera comunità, aveva saputo piantare il seme della speranza legato allo sport nelle buche lasciate dalle bombe del secondo conflitto mondiale, dimostrando grande amore per la pallacanestro. Il Trofeo Lido delle Rose, che nel 1946 saltò, dopo la prima edizione riprese nel 1947 e da allora ogni anno si disputa. Nel 2020 si festeggerà perciò la 75^ edizione di una manifestazione sportiva che ha visto la storia del basket italiano ed internazionale avvicendarsi a Roseto degli Abruzzi. Non avendo spazio per narrare quell’epopea – che merita un libro a parte – di seguito alcune testimonianze di uomini di basket e campioni, per finire con l’Albo d’Oro.

IL TROFEO LIDO DELLE ROSE, NEI RICORDI DI ARNALDO GIUNCO.
Il Torneo di Roseto nasce da una scommessa. Una scommessa che Costantino Marinelli ed Ernesto D’Ilario fecero, nel 1945, con coloro che non avevano aderito alla proposta di organizzarlo e cioè con i dirigenti della neo costituita Polisportiva Rosetana. Sicché Marinelli e D’Ilario, con determinazione, fondarono una Società ad hoc: la “Unione Liberi Cestisti Rosetani”. Con loro c’era anche Andreina D’Altilia: “primum inter pares” di un trio che si rivelerà vincente. L’idea di organizzare un Torneo di pallacanestro non era nuova, era nata nel 1941 allorché alcuni giovani del locale GUF, stimolati dal successo per l’ammissione della squadra rosetana alle finali romane della Coppa Bruno Mussolini, e dalla riuscita della 1^ e 2^ “Coppa Roseto” (torneo provinciale), decisero di onorare la memoria del Colonnello Tommaso Latini, caduto a Lubiana, con una manifestazione cestistica di alto livello. Purtroppo l’incalzare degli eventi bellici fece rimandare a tempi migliori l’effettuazione di quella che sarebbe stata, in tutti i sensi, per l’autorevolezza degli appoggi e per la bontà delle adesioni, la prima edizione del Torneo di cui si celebra ora il cinquantenario. Questa premessa è d’obbligo, senza di essa, oggi non si riuscirebbe a comprendere l’importanza dell’avvenimento ed i motivi che riempiono di orgoglio tutti coloro che hanno vissuto l’avventura della “classicissima” della pallacanestro europea. Ne parlarono sulla stampa e in TV giornalisti del calibro di Aldo Giordani, Franco Campochiaro, Roberto T. Fabbri, Osvaldo Ciriachi, Baldo Moro, Marco Casani, Toni Zagato, Franco Flamini e tanti altri. Tutti hanno scritto di Roseto, di questo miracolo sul quale Aldo Mairano, il mecenate e grande Presidente della Federazione Italiana, dedicò un intero capitolo della relazione federale al Congresso di Santa Margherita Ligure del 1950. Non è retorica: Roseto viveva di questo e per questo in un’epoca in cui il basket non aveva ancora raggiunto i livelli professionisti insostenibili di oggi; non aveva ancora bruciato risorse economiche e di entusiasmo ed era ancora più vicino al cuore di chi lo praticava e di chi lo dirigeva. Il torneo, passato dalla formula nazionale alla formula internazionale, va inquadrato in tre periodi: quello pionieristico del “Campo della Pineta” (1945-1948), quello del Campo Di Giorgio (1949) e quello della mitica Arena 4 Palme. Questa sintesi (storica) abbraccerà l’epoca cosiddetta “in bianco e nero” in sintonia con le immagini ritratte in migliaia di fotogrammi dall’obbiettivo dell’incomparabile Italo del Governatore.
IL PRIMO TORNEO (1945)
L’aggettivo “nazionale” non gli si addice. Fu, comunque, un avvenimento importante per la pallacanestro italiana poiché qui, in quella calda estate ancora fumante di macerie, riprese ufficialmente l’attività cestistica. A Roseto si ritrovarono, come per tacito appuntamento, dopo il turbinio della guerra, atleti di scuole diverse: dalla tipica scuola “provinciale” tutta cuore e muscoli, a quella nazionale che tentava di assimilare il basket dei soldati americani compresi nelle truppe alleate che stavano risalendo la penisola. Invitata d’obbligo la Pallacanestro Napoli, finalista con il Roseto nelle memorabili giornate romane del 1940 e squadra di appartenenza di Pino e Giorgio Marcacci. Vinse il torneo, pur priva dei Marcacci, chiamati a rinforzare la Rosetana. Ugualmente forte con Rivelli, U. e M. Germano, Maiorani e Cafiero Perrella (romano) si impose sul Roseto che, con Pino e Giorgio Marcacci, schierava Costantino De Simone e Pino Mazzarella, da poco rientrato dalla prigionia.
Arnaldo Giunco (Bask in basket Story. I 50 anni del Trofeo Lido delle Rose, 1995. Frammento.)

IL TROFEO LIDO DELLE ROSE, NEI RICORDI DI LUIGI BRACCILI.
Si giocò fra le macerie.
Come spogliatoio una cabina, come doccia l’acqua del mare.
La liberazione di Roseto dall’occupazione nazista ebbe luogo la mattina del 13 giugno 1944, festività di S. Antonio da Padova. A Montepagano i “bandisti” trassero dalle custodie i loro strumenti e cominciarono a suonare in segno di giubilo, mentre a Roseto, con altrettanto tripudio, i “cestisti” trassero dalla soffitta il pallone di “palla a cesto” per tirarlo gioiosamente nella reticella sul campo in terra rossa della pineta (oggi ospita un parco-giochi per bambini). Passò poco più di un anno per, come si dice… leccarsi le ferite, ed un trio di giovani pensò di organizzare un torneo di pallacanestro che sarebbe certamente parso anacronistico, ma, proprio per questo, avrebbe avuto la possibilità di fare effetto. [...] Al torneo parteciparono, oltre al Napoli, una squadra blasonata che aveva giocato nell’ultimo campionato nazionale prima dell’interruzione bellica e nel cui quintetto militavano due cestisti rosetani (Pino e Giorgio Marcacci), anche due squadre di Teramo, una de L’Aquila, la Stamura Ancona e naturalmente il quintetto rosetano. I napoletani arrivarono su di una traballante camionetta con le panche di legno. “Sul fiume Sangro – dichiarò il più giovane dei fratelli Maiorani che vive a S. Omero - fummo costretti a scendere ed a spingere la camionetta. Attorno… solo macerie”. Le macerie c’erano anche a Roseto, tanto è vero che i tifosi prendevano i mattoni dalla diroccata abitazione del ceramista Pier Giuseppe Di Blasio per farne delle tribunette. Si giocava su di un campo in terra rossa (“lu cenerone” delle fornaci rosetane) che fra il primo ed il secondo tempo della gara veniva bagnato da noi giovanissimi tifosi mentre il buon Ernesto rifaceva le righe con la calce. Per spogliatoio una cabina (“lu casotte”) mentre per togliersi di dosso la terra rossiccia non c’era altro da fare che buttarsi in mare, anche coloro che erano abituati alle serie superiori, che avevano disperatamente invocato una doccia e non avevano altra scelta che fare un tuffo qualunque fosse lo stato dell’acqua marina. Di alberghi, pensioni e locali di ricettività neppure a parlarne, per cui gli organizzatori del primo “trofeo delle rose” dovettero durare fatica a trovare stanze adatte ad ospitare giocatori, arbitri e giudici di gare. Durante la finale Napoli-Roseto il rettangolo di gioco risultò circondato da una intensa cornice di pubblico. Vinse il Napoli che per l’occasione diede in prestito i due “rosetani”, i fratelli Pino e Giorgio Marcacci, che per l’occasione smisero la maglia bianca partenopea per indossare quella azzurra rosetana. Completavano la squadra ospitante: Costantino De Simone, Eligio Valentini, Pino Mazzarella, Piero Di Blasio e Berardo Cipollone, gli ultimi tre ancora viventi. Nei 58 anni che sono trascorsi da quell’evento sportivo che fece diventare quel torneo non soltanto il “nonno” dei tornei estivi di tutto il mondo ma il più ambito non soltanto per vincerlo, ma anche solo per la partecipazione ad esso, vi fu un’unica soluzione di continuità: non si disputò nel secondo anno (1946). Una certa penuria di soldi e, pare, una violenta polemica fra gli organizzatori ne furono i motivi. Poi l’escalation toccò lo “zenith” dell’interesse agonistico sportivo. Nel 1960, nell’anno delle Olimpiadi di Roma, la mitica Arena Quattro Palme ospitò il primo torneo internazionale. Vi parteciparono quattro squadre, ciascuna appartenente ad un continente diverso: Thailandia (vincitrice), Gran Bretagna, Sudan e Australia. L’8 luglio 1976, l’Arena Quattro Palme fu teatro di un episodio che nessuno avrebbe potuto mai pronosticare. L’Italia, quella di Meneghin, Marzorati, Bisson, ecc. … superò per 84-80 l’imbattibile Unione Sovietica. Tutta l’Europa, tramite la trasmissione del telecronista Aldo Giordani in “Eurovisione”, seguì l’eccezionale avvenimento sportivo. Arrivarono anche i tempi magri: vi fu un anno in cui il trofeo fu assegnato ad un quintetto di “minibasket” perché non c’erano i soldi
per ospitare le quattro squadre partecipanti al torneo. Molti di quelli che siedono sugli spalti dello scintillante “palasport” si sentono vedovi della mitica Arena Quattro Palme. Ma tant’è, i cestisti di oggi amano calcare i “parquet” e non il ruvido ed abrasivo asfalto.
Questo è e “non se tosce”, non c’è possibilità di tossire…
Luigi Braccili
(Pubblicato su Piccola Città, 2003.)

IL TROFEO LIDO DELLE ROSE, NEI RICORDI DI ALDO GIORDANI.

Il Torneissimo per eccellenza

Roseto, una vita tra i canestri. Ho visto le quattro case del dopoguerra, le buche scavate dalle bombe, il campo ricavato alla meglio tra le macerie. Ho visto i grattacieli, la folla sulla spiaggia, il campo inondato di luce, il segnatempo elettronico e i tabelloni di cristallo.
Roseto, un nome che non si dimentica. La passerella dei grandi nomi, il libro d’oro con gli squadroni, le partite al cardiopalmo, il pubblico in delirio, il fuoco di fila delle prodezze. Il decano dei tornei, anzi il “torneissimo” per  eccellenza. Da ventotto anni un appuntamento che si rinnova, la “Scala” del solleone, i mille volti dei suoi animatori, un crogiuolo d’idee ma un’unica volontà: tenere Roseto al vertice internazionale.
Roseto, sei lettere di simpatia, una consuetudine che si ripete, una tradizione che si perpetua. Oggi esistono gli alberghi di lusso, oggi si arriva in autostrada. Un tempo occorreva un giorno intero, c’erano le sistemazioni di fortuna, ma anche allora si veniva di buon grado, come ad una festa. La bonomia della gente, la competenza degli spettatori, il “cast” sempre valido delle squadre facevano del torneo – anche ai tempi eroici – la manifestazione da non mancare, l’appuntamento da non perdere.
Roseto, mille ricordi, un unico quadro: la gente che si assiepa, il gioco che ti esalta, il crocchio notturno sotto i pini, mentre la brezza del mare culla i commenti, le critiche, le indiscrezioni, i discorsi di tutti. Siamo giunti all’edizione numero ventotto. La “classicissima” del basket, la Sanremo dei canestri, è più fresca che mai. Come Siena ha il Palio, Roseto ha il “torneo”. Un piccolo centro abruzzese che diventa per tre giorni la capitale europea dei giganti, il quadrivio continentale dello sport di moda, dello sport in pieno “boom”, cui tanto ha contribuito la ricorrente fiammata annuale all’Arena Quattro Palme.
Roseto, un atto di fede nel basket. Quando a credere erano in pochi, quando si passava per visionari, quando si veniva derisi.
Roseto, un punto-cardine ancor oggi, in pieno rigoglio di praticanti e di attività. Merito di chi ha voluto il torneo, di chi l’ha lanciato, di chi l’ha sostenuto negli anni, di chi anche adesso lo continua. Merito di una città, piccola nelle dimensioni, grande nei meriti e nella passione.
Aldo Giordani
(Pubblicato sul Guerin Sportivo, luglio 1973.)


È più che mai classicissima
Roseto, quarant’anni dopo. Ricordo quel primo torneo, vicino al campo i crateri delle bombe, la palla che ogni tanto vi finiva dentro, e bisognava recuperarla alla bell’e meglio. Una palla era preziosa a quei tempi. Ce n’era una sola, e non certo nuova, per tutto il torneo. I giocatori venivano alloggiati alla spicciolata nelle case dei rosetani, ricordo che ero ospite di ‘Nti (che vuol dire Costantino) e cominciai allora ad apprezzare il grande cuore e la squisita ospitalità degli abruzzesi. Quanti ne ho visti, di tornei a Roseto! Ho perso il conto, ma a Roseto non si poteva mancare, perché il suo torneo crebbe tanto d’importanza da dover essere considerato la “classicissima” del basket estivo. E quanti personaggi ho conosciuto e frequentato, dal mitico Anastasi a Giunco, a tutti gli altri che si sono succeduti negli anni, negli onori e negli oneri dell’organizzazione. Fu una grande festa quando si inaugurò l’Arena Quattro Palme. Allora il basket non aveva ancora conosciuto, in Italia, il “boom” delle grandi folle; ma in Roseto, la sera delle gare, l’Adriatica per chilometri e chilometri era tutta una doppia fila di macchine parcheggiate senza soluzione di continuità. E quanti campioni, nel corso degli anni, si sono succeduti a Roseto! Da Stefanini e Riminucci, fino a Bon Salle, a Cosic, ai grandi assi della Riccadonna, della Gillette, ai russi, ai cecoslovacchi, ai migliori dei nostri! Attraverso il torneo di Roseto si può fare la storia del basket internazionale dal dopoguerra ad oggi. Il progresso ha portato i grandi alberghi, ha portato il Palazzetto, ma la passione è rimasta la stessa, una passione vera, genuina, prorompente: l’obiettivo di “un canestro ogni piazza”, a Roseto è stato raggiunto con molti lustri d’anticipo!!!
A Roseto sono passate le più grandi personalità mondiali del Basket, a Roseto si son tenuti corsi-arbitri internazionali, e corsi-allenatori nel quadro del torneo, Roseto nel 1960 fu addirittura sede di una selezione preolimpica(!!!).
Roseto, l’onda dei ricordi è inarrestabile, occorrerebbe un libro per citarli tutti. Ma se oggi, quarant’anni dopo, si può celebrare in pompa magna quest’edizione sontuosa del “torneissimo”, il merito è di quei pionieri inimitabili che tra le infinite difficoltà dell’immediato dopoguerra seppero dar vita, per amore dello sport, al torneo della fede e della rinascita. E a  tutti coloro che nel corso di questi otto lustri si sono adoperati con abnegazione e fiducia per tenere alta la bandiera del basket, per far garrire il vessillo di Roseto, piccola ma grandissima capitale della passione a diciotto carati.
Aldo Giordani
(Contributo per l’edizione del 40° Trofeo Lido delle Rose, 1985.)

IL TROFEO LIDO DELLE ROSE, NEI RICORDI DI DINO MENEGHIN E IWAN BISSON.
L’Italia batte l’URSS e fa la storia al Trofeo Lido delle Rose
Fra le tante pagine storiche che il Trofeo Lido delle Rose ha scritto nel basket, la più importante è senz’altro quella scritta l’8 luglio 1976.
Si giocava la Finale della 31^ edizione del “Torneissimo”, svoltasi nei giorni 6, 7 e 8 luglio 1976, con la partecipazione di Italia, URSS, Ungheria e GIS All Stars (rappresentativa di giocatori statunitensi). A contendersi il Trofeo, le nazionali di Italia e URSS. Vinse, a sorpresa,
l’Italia di coach Giancarlo Primo, che per la prima volta nella storia riuscì a sconfiggere quella che allora era l’Armata Rossa, composta da campioni che hanno fatto la storia del basket europeo e mondiale come Aleksandr Belov (l’uomo dell’ultimo canestro che diede l’Oro all’Unione Sovietica, nella contestatissima finale contro gli USA alle Olimpiadi di Monaco 1972), Sergej Belov, Vladimir Tkachenko.
Finì 84-80 e questo è lo storico tabellino.
ITALIA-URSS 84-80 (41-39)
ITALIA: Brumatti 4, Iellini 13, Vendemini 15, Della Fiori 2, Bariviera 13, Meneghin 9, Marzorati 18, Serafini 1, Bisson 4, Bertolotti 5, Recalcati, Zanatta. Coach: Primo.
URSS: Arzamaskov 16, Miloserdov, Zarmihamedov 8, Tkachenko 9, Edesko 4, Belov S. 10, Salnikov 10, Korkja 9, Belov A. 12, Makeev, Zhigilj 2, Miskhin. Coach: Kondrashin.

Fu una gara tiratissima e appassionante, con una strepitosa cornice di pubblico. 36 anni dopo, due protagonisti d’eccezione di quella storica vittoria aprono il libro dei ricordi: Dino Meneghin
– attuale Presidente della FIP – e Iwan Bisson. Inizia Bisson, di casa in Abruzzo e in particolare a Roseto, che osserva: «All’epoca c’erano due “montagne insuperabili” ed erano gli USA e l’URSS, ma quella sera dell’estate del 1976, sostenuti dall’eccezionale pubblico rosetano e dai turisti accorsi all’Arena 4 Palme, riuscimmo in una impresa che sorprese noi per primi. Eravamo nella fase di preparazione alle Olimpiadi di Montreal e la squadra era davvero  in forma, ma la vittoria contro l’Armata Rossa superò ogni più rosea previsione». Tornando al ricordo di quella memorabile serata rosetana, Bisson ripensa al rendimento dei suoi compagni, soffermandosi in particolare sullo sfortunato Luciano Vendemini (scomparso tragicamente in campo nel 1977): «Noi appoggiamo molto il gioco su Vendemini. Lui, con i suoi oltre 210 cm, e Meneghin erano gli uomini giusti per contrastare lo strapotere sotto i tabelloni di Tkachenko». Ma oltre alla gara, Bisson ha un pensiero anche per il torneo e per gli organizzatori: «Si respirava un’atmosfera speciale al Trofeo Lido delle Rose e io ricordo la grande ospitalità dei rosetani. Ricordo la puntualità di un uomo di sport come Giovanni Giunco e la marea umana che popolava le tribune fatte di tubi Innocenti dell’Arena 4 Palme. Ogni volta che rientro in quel posto storico, anche se è vuoto, le voci e l’atmosfera di quella sera magicamente mi tornano davanti agli occhi». L’ultimo ricordo, per Bisson, è quello di una simpatica presa in giro fra amici: «Prima della finale contro l’URSS, ricordo uno sfottò dei miei amici rosetani, che mi  chiamavano “Nino”, i quali, durante il riscaldamento nel campetto dietro l’Arena 4 Palme mi resero di mira perché tiravo a tabellone. All’epoca il tabellone era di legno e uno di loro mi disse: “Nino, tira piano che rùmb lù cartòn!”. Ancora oggi, quando amici come Meneghin mi incontrano non mancano di sfottermi». La conferma arriva prontamente da Dino Meneghin, il quale – 36 anni dopo – ricorda perfettamente l’aneddoto, imitando telefonicamente e con insospettabile accento rosetano lo sfottò! SuperDino poi ricorda la gara, chiosando: «Fu una impresa, fatta in una piazza storica del basket. Riuscimmo a battere quella che all’epoca, insieme alla Jugoslavia, era una delle due superpotenze europee. Di quella gara si parla  ancora dopo quasi 40 anni: significa che fu davvero una partita speciale». Il Presidente della FIP riflette poi sull’importanza che ebbero quei tornei estivi nell’avvicinare il grande pubblico al mondo del basket: «I tornei estivi di quegli anni erano qualcosa di bellissimo e molto importante per la pallacanestro. Erano un biglietto da visita: mostravano ai tanti che ancora non conoscevano il basket la bellezza del gioco in un contesto estivo e all’aperto. Era un modo immediato di dimostrare che la pallacanestro era uno sport per tutti ed io ho stupendi ricordi di tornei come il Trofeo Lido delle Rose, che hanno davvero contribuito alla diffusione del gioco che amiamo, perché i turisti che si avvicinavano magari per la prima volta alla competizione, poi tornavano nelle loro città e iniziavano a seguire la squadra del posto. Adesso, purtroppo non è più pensabile di giocare all’aperto, per motivi di sicurezza degli atleti, ma quei tempi pionieristici resteranno per sempre belli e importanti per tutto il movimento».
(Comunicato stampa di Luca Maggitti, per l’edizione del 67° Trofeo Lido delle Rose, 2012.)

Infine, ecco l’albo d’oro completo del Torneissimo. Completo perché oltre al numero dell’edizione, all’anno e alla squadra vincitrice è stato aggiunto anche il luogo in cui si è giocata l’edizione.

TROFEO LIDO DELLE ROSE
Roseto degli Abruzzi
ALBO D’ORO
(Edizione, Anno, Luogo di gioco, Vincitore.)
1^ Edizione, 1945 – Pineta Raffaello Celommi – Pallacanestro Napoli
2^ Edizione, 1947 – Pineta Raffaello Celommi – U.S. Sangiorgese
3^ Edizione, 1948 – Pineta Raffaello Celommi – S.P. Rosetana
4^ Edizione, 1949 – Circolo Tennis Di Giorgio – Gira Bologna
5^ Edizione, 1950 – Arena 4 Palme – S.P. Rosetana
6^ Edizione, 1951 – Arena 4 Palme – Gira Bologna
7^ Edizione, 1952 – Arena 4 Palme – Gira Bologna
8^ Edizione, 1953 – Arena 4 Palme – Gira Bologna
9^ Edizione, 1954 – Arena 4 Palme – Borletti Milano
10^ Edizione, 1955 – Arena 4 Palme – Gira Bologna
11^ Edizione, 1956 – Arena 4 Palme – A.S. Roma
12^ Edizione, 1957 – Arena 4 Palme – Simmenthal Milano
13^ Edizione, 1958 – Arena 4 Palme – Virtus Bologna
14^ Edizione, 1959 – Arena 4 Palme – Stella Azzurra Roma
15^ Edizione, 1960 – Arena 4 Palme – Thailandia
16^ Edizione, 1961 – Arena 4 Palme – Levissima Cantù
17^ Edizione, 1962 – Arena 4 Palme – Ignis Varese
18^ Edizione, 1963 – Arena 4 Palme – Oympia Lubiana
19^ Edizione, 1964 – Arena 4 Palme – Olympia Lubiana
20^ Edizione, 1965 – Arena 4 Palme – Italia Militare
21^ Edizione, 1966 – Arena 4 Palme – Romania
22^ Edizione, 1967 – Arena 4 Palme – Armata Rossa
23^ Edizione, 1968 – Arena 4 Palme – Gulf Oil USA
24^ Edizione, 1969 – Arena 4 Palme – TWA USA
25^ Edizione, 1970 – Arena 4 Palme – Brasile
26^ Edizione, 1971 – Arena 4 Palme – Cecoslovacchia
27^ Edizione, 1972 – Arena 4 Palme – Gillette Usa
28^ Edizione, 1973 – Arena 4 Palme – Forst Cantù
29^ Edizione, 1974 – Arena 4 Palme – Forst Cantù
30^ Edizione, 1975 – Arena 4 Palme – Italia
31^ Edizione, 1976 – Arena 4 Palme – Italia
32^ Edizione, 1977 – Arena 4 Palme – Sicutronic USA
33^ Edizione, 1978 – Arena 4 Palme – URSS
34^ Edizione, 1979 – Palasport – Arrigoni Rieti
35^ Edizione, 1980 – Arena 4 Palme – Bancoroma Roma
36^ Edizione, 1981 – Palasport – Garelli USA
37^ Edizione, 1982 – Arena 4 Palme – Italia Militare
38^ Edizione, 1983 – Palasport – Lebole Mestre
39^ Edizione, 1984 – Palasport – Diana All Stars
40^ Edizione, 1985 – Palasport – Mobilgirgi Caserta
41^ Edizione, 1986 – Palasport – Jollycolombani Forlì
42^ Edizione, 1987 – Palasport – Yoga Bologna
43^ Edizione, 1988 – Palasport – Annabella Pavia
44^ Edizione, 1989 – Palasport – Il Messaggero Roma
45^ Edizione, 1990 – Palasport – Lotus Montecatini
46^ Edizione, 1991 – Palasport – Benetton Treviso
47^ Edizione, 1992 – Palasport – Italia Under 23
48^ Edizione, 1993 – Arena 4 Palme – Pesaro Minibasket
49^ Edizione, 1994 – Palasport – Teramo Basket
50^ Edizione, 1995 – Palasport – Efes Pilsen Istanbul
51^ Edizione, 1996 – Palasport – Team System Bologna
52^ Edizione, 1997 – Palasport – Kinder Bologna
53^ Edizione, 1998 – Palasport – Corolla Roseto
54^ Edizione, 1999 – Palasport – Kinder Bologna
55^ Edizione, 2000 – Palasport – Italia
56^ Edizione, 2001 – Palasport – Hotel Bellavista Roseto
57^ Edizione, 2002 – Palasport – Virtus Roma
58^ Edizione, 2003 – Palasport Remo Maggetti – DMP Campli
59^ Edizione, 2004 – Palasport Remo Maggetti – Italia
60^ Edizione, 2005 – Palasport Remo Maggetti – Euro Rida Scafati
61^ Edizione, 2006 – Palasport Remo Maggetti – Maccabi Tel Aviv
62^ Edizione, 2007 – Palasport Remo Maggetti – Premiata Montegranaro
63^ Edizione, 2008 – Palasport Remo Maggetti – Prima Veroli
64^ Edizione, 2009 – Palasport Remo Maggetti – Scafati Basket
65^ Edizione, 2010 – Palasport Remo Maggetti – Globo Giulianova
66^ Edizione, 2011 – Palasport Remo Maggetti – BLS Chieti
67^ Edizione, 2012 – Palasport Pescara, Teramo, Remo Maggetti – Italia Under 20
68^ Edizione, 2013 – Palasport Remo Maggetti – Lazio Under 14
69^ Edizione, 2014 – Palasport Remo Maggetti – Grecia Under 20
70^ Edizione, 2015 – Palasport Remo Maggetti – Virtus Roma
71^ Edizione, 2016 – Palasport Remo Maggetti – Virtus Bologna
72^ Edizione, 2017 – Palasport Remo Maggetti – Abruzzo Under 14
73^ Edizione, 2018 – Palasport Remo Maggetti – Givova Scafati
74^ Edizione, 2019 – Palasport Remo Maggetti – Sapori Veri Roseto Sharks

Luca Maggitti
Stampa    Segnala la news

Condividi su:




Focus on Roseto.com
Roseto.com - Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere. - Registrazione al Tribunale di Teramo N. 540 Reg. Stampa del 19.08.2005.
Direttore responsabile: Luca Maggitti   Editore: Luca Maggitti   Partita IVA 01006370678
© 2004-2024 Roseto.com | Privacy | Disclaimer Powered by PlaySoft