L’editore-direttore di questo giornale ha definito il Roseto Basket “un intreccio di vite”.

La vita di Gianfranco Lombardi – per tutti “Dado” – si è intrecciata, in più occasioni, con Roseto.

Ma andiamo con ordine e spieghiamo ai nuovi arrivati chi era Dado Lombardi.

Livornese, fisico massiccio, tiro ed uno-contro-uno micidiali. Cresciuto nella Libertas livorno con il mitico Otello Formigli – quello che “alla fine la palla va messa nella canestra” e di un incandescente Roseto-Brill Cagliari – passò alla Virtus Bologna nel 1958 e qui trovò Emidio Testoni.
 
Emidio e Dado divennero inseparabili, si innamorarono di due bellissime sorelle e le sposarono, diventando così cognati.

Poi vennero le Olimpiadi di Roma e il diciannovenne Dado venne inserito nel quintetto ideale.

Vinsero gli Stati Uniti, che avevano in squadra Jerry West, John Lucas e Oscar Robertson.

Ragazzi, guardate il logo NBA, che trovate su una delle tante maglie che avete in casa. Il giocatore nel logo è Jerry West. Tanto per capire con chi dovette vedersela il giovane Dado.

Nella Nazionale azzurra c’erano Nello Paratore in panchina e Nino Calebotta in campo. Entrambi, negli anni a venire, avrebbero intrecciato la loro vita con Roseto.

Dopo le Olimpiadi, il Dado disse di no ai New York Knicks. Impossibile lasciare la meravigliosa Bologna degli anni 60, quella – per dirla con Emidio – dove “si andava a mangiare i tortellini dopo l’ultimo spettacolo”.

Per molti anni, il Nostro continuò a mitragliare le retine, segnando treni-merci di canestri.

Spesso passava le vacanze a Roseto, abitudine che continuò anche dopo aver smesso di giocare e intrapreso la carriera di allenatore. E questo lo sanno in tanti.

Ma quello che, credo, pochi sanno è che, per una partita, Dado indossò la maglia del Roseto.

Inizio anni ’70, il San Lorenzo de Almagro, Campione d’Argentina, venne a giocare una partita amichevole a Roseto ed Emidio chiamò Dado come rinforzo.

Si giocò alla d’Annunzio in un caldo tropicale. Dado cominciò bucando con disinvoltura la difesa degli argentini e quando la difesa collassò su di lui, cominciò a distribuire assist per Ugo Nigrisoli e Sandro De Simone. Il Roseto – squadra di Serie B – perse, ma grazie a Dado giocò alla pari con gli argentini.

Il San Lorenzo – per inciso – è la squadra del cuore di Papa Francesco.

Grande giocatore Dado, di un’epoca splendida per il basket, quando le telecronache le faceva Aldo Giordani, i giocatori non avevano tatuaggi e non c’era ancora il tiro da tre punti a distruggere lo spirito stesso del Gioco.

Ma, se ci fosse stato il tiro da tre punti, quanti ne avrebbe segnati il Dado?

ROSETO.com
15 marzo 2013
IL SAN LORENZO DE ALMAGRO GIOCO’ A ROSETO, PAROLA DI GIAMPIERO PORZIO!
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