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Giovedì, 28 Marzo 2024 - Ore 17:17 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
IL GALATTICO
Alberto Sordi nel film del 1969 ‘Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue’, di Luciano Salce.

Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 24 Aprile 2021 - Ore 12:15

Mi trovo in un’aula di tribunale penale: c’è udienza. Il giudice è un monocratico. Viene chiamata la causa di un giovane collega col suo assistito. Ohibò, entrambi hanno in mano un bicchiere contenente un caffè fumante! Lui si siede, e con lui l’assistito. Finisce qui? No: è il turno di una giovane collega, la quale, anch’essa seduta, si attacca alla bottiglietta d’acqua minerale. Il primo cercava forza nel caffè, mentre la seconda si doveva idratare.

“Ma adesso che hai dato questa pessima immagine della categoria, perché non parli della Sanità?”

Parlerò della Sanità, ma sento che mi toccherà ritornare sulla Giustizia.
 
Premessa. La costante stima ed affetto che mantengo nei riguardi del medico di base, sempre disponibile, divenuto caro amico di famiglia, è pari a quella che nutro nei riguardi di  tutti quei sanitari, e sono tanti, che fino ad oggi  m’è capitato di conoscere nelle loro specifiche sedi di attività. Alcuni li ho incontrati perché il mio stato di salute lo richiedeva.
 
A tutti quei seri professionisti che hanno saputo porre in primo piano la cura del paziente, relegando in un “angoletto” il loro meritato compenso,  prolungo il mio più sentito ringraziamento. Per citarne uno, ho a mente il recente caso di un bravo dermatologo che attualmente opera a Roseto, il quale, neanche se lo avessi sottoposto a tortura avrebbe consentito che io pagassi la prestazione che mi aveva fornito. Che dirgli: ancora grazie.

Viva tutti gli addetti alla sanità che hanno conservato un tratto umano ed abbasso tutti quelli che non si rendono conto di non essere un’isola.

“Ho capito, sei contro la Brexit!”.

Ma no, che c’entra la Brexit!

Cominciamo! La buona educazione, secondo me, non si sostanzia soltanto nel non comportarsi come i due avvocati in precedenza indicati, né nel cedere il passo agli altri,  oppure nel far sedere per prima una donna anziché lasciarla in piedi, oppure togliersi il copricapo e salutare quando si entra in casa altrui o se ne esce, oppure sorridere quando s’incontra qualcuno, oppure non parlare mentre si sta mangiando, ma è, sempre secondo me, altro e ben altro ancora.

Ho incontrato, non saprei come meglio definirlo, un illustre chirurgo cattedratico galattico, distante anni luce dal 99% dei suoi colleghi .
Leggendo il curriculum vitae che lui stesso ha curato di riportare su Internet, il galattico, appare una sorta di riuscito innesto in Einstein, di un Angelo sceso sulla terra per salvare il prossimo. Corsi a destra ed a manca. Pubblicazioni numerose come le ciliegie in primavera. L’estero è la sua patria adottiva. Non si è dimenticato di  far apparire i suoi titoli e la struttura pubblica nella quale opera.

Se un parente fosse ricoverato presso una struttura sanitaria pubblica, da chi pensate si possano ottenere le notizie più veritiere? Quelle cioè basate sulla conoscenza ed esperienza accumulata in  anni ed anni di studio? Forse da questa “rara avis” illustre cattedratico professore primario galattico?

Certamente no!

Le domande lo disturbano, e dare risposte lo impoverisce come capitava a Superman con la kryptonite.

“Ma questi che vogliono da me? Io debbo dirigere un intero reparto, contenere i costi, tenere i ricoverati meno giorni possibili,  e questi vengono a farmi perdere tempo prezioso! Qui in ospedale il personale è ridotto, le sale operatorie sono sempre piene e poi, noi dei reparti, non operiamo tutti i giorni ed a tutte le ore! Quelli  riducono i contributi e vogliono fare il matrimonio coi fichi secchi! A pagare devo essere io? Proprio no! Parlare coi parenti dei ricoverati dovrebbe  essere di competenza esclusiva dell’addetto alle pubbliche relazioni. Coi parenti ci potrebbe parlare il dott. Tizio! No, forse è meglio il dott. Caio! Fatemi pensare: è meglio che ci parli la caposala Sempronia. A ben vedere il dott. Tizio ed il dott. Caio sono entrambi impegnati a prepararmi l’intervento per il prossimo congresso e le cartelle per quei pazienti che andrò ad operare in clinica privata!  Ma si, la caposala ha sempre quel tratto che piace a tutti”.

Ma professore galattico: non potevi operare quei pazienti in questo ospedale? Scusa il mio ardire, ma se pur con pieno tuo diritto, disponi di così  tanto tempo per assentarti  dall’ospedale e consentire di assentarsi a Tizio e Caio al fine di partecipare ad un intervento  in una clinica privata: perché tutti voi non impiegate il vostro tempo proprio qui? Pensa all’innalzamento che avrebbe il picco riguardante lo  standard ospedaliero.
 
“Guardi che il mio comportamento e quello dei colleghi che collaborano con me non viola alcuna legge, né normativa aziendale! E poi, facciamo quello che fanno moltissimi parlamentari”.

Cosa: un secondo mestiere?

“Ma no, ci siamo assicurati lo ‘stipendio’!”.
 
Hai sempre rifiutato di abbracciare la libera professione. Non è il caso di affrontare un percorso così pieno di incognite, proprio adesso che sei finalmente arrivato a diventare direttore galattico! Fai scorre ancora tanta acqua sotto i ponti. Stai sereno: non si arrugginiranno!
 
Questi benedetti parenti, anziché sorbire un caffè e gustare un pezzo di crostata preparata dalla moglie del barista sotto casa e godersi la bella giornata di sole, gioenti nel vedere i loro amati bambolotti mangiare quel bel gelato al cioccolato con panna; preferiscono andare a farsi una bella “gita sociale” in ospedale, oppure in clinica convenzionata  col servizio sanitario nazionale. Certo: i gusti sono gusti! Io preferirei andare a Villa Borghese.

Ma in questa specifica occasione di “gita sociale”, sono doppiamente iellati! Un parente ricoverato, e loro che incappano esclusivamente in un benedetto operativo  il quale, di fronte ad un semplice “Mi scusi…” non nasconde minimamente il fastidio che loro gli procurano. Ce l’avete presente quel viso modello “Ho meglio da fare che rispondere a voi!”.
 
Lo so, c’è da chiedersi: ma che formazione aziendale ha avuto questo qua! Ha sempre seguito le linee guida indicate dai suoi diversi vertici aziendali, oppure è nato  così e non può cambiare?

Ah, già, questo bel tomo non lavora qui perché lo ha fortemente voluto, ma  è  l’ineluttabilità del destino che ha scritto così per lui! Insomma qualcuno ce lo ha catapultato. E se fosse stato l’Angelo sceso dal cielo?
 
Allora, parenti  belli, state attenti a non importunare il galattico. È lo stesso ammonimento che leggete sui mezzi pubblici: “Non parlate al guidatore”.

Ah, ma quelli sono mezzi pubblici!. E gli ospedali non sono pubblici? Che vuol dire pubblico?. Non è che il riferimento riguarda esclusivamente gli spettatori dello stadio Olimpico, oppure quelli che guardano la RAI-TV?

Cari parenti, facciamola breve e senza polemiche: se proprio oggi e qui  volete una informazione sullo stato di salute del vostro parente, chiedetelo ad altri, ma non al galattico. Ma a chi?  Abbiate fede, il 99% del personale sanitario è ben diverso dal galattico.

“Ma insomma benedetti parenti del ricoverato: che volete?”.

Vorremmo che a te fosse richiesto l’obbligo di superare un esame da ripetere periodicamente, come per la patente, quando risulta che la tua età lo richiede. Se fallisci ti verrà negato l’impiego in ambito sanitario.
 
“Ma questo esame quali temi svilupperà?”.

Soltanto tre:
1.Ancora imparo;
2.sono qui per aiutare il prossimo a superare questa brutta esperienza;
3.il mio non è un mestiere, bensì una missione.

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Mario Martorelli
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