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Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
SOGNO O SON DESTO? IL CUORE DI BUCK...


Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 12 Giugno 2021 - Ore 19:00

Prima di montare sopra la bilancia, ho l’abitudine di non prestare troppa attenzione. Non ho mai dubbi se mettere prima il piede destro o quello sinistro. Sono mancino, quindi il sinistro va avanti da solo. Ce l’ho fatta, monto sopra. Non voglio vedere! È un attimo! Chiudo gli occhi e che succede? Mi trovo su un tram. È un sogno? Può essere!

Quasi quasi mi siedo. Il giro che devo fare è abbastanza lungo, quindi è meglio trovare un posto a sedere. Non siamo in molti a prendere il tram a quest’ora.

Ma dove va questo tram? Che importanza ha: s’è mosso e fermato subito. Ah, già, il semaforo è rosso. I finestrini  sono così puliti che mi sembra di essere fuori e non dentro.
 
Guardo sulla strada quel bambino che sgambetta davanti alla madre. Lei per sicurezza s’è portata la carrozzella: “Non si sa mai, se si dovesse stancare: chi ce la fa a portarlo in braccio”.

Il bambolotto è curioso. Vuole vedere e toccare tutto.

E dai! La mamma cerca d’impedirglielo, ma lui a strisciare la manina sul muro  non sa rinunciare.
 
Gli si avvicina un cane tenuto al guinzaglio da una vecchia signora. Non è giovanissimo, ma sembra ancora abbastanza in forma. Ha il muso piatto, simpatico ed il pelo è lungo. Di bambini a casa sua ne ha visti crescere almeno tre, non contando gli amici che li venivano a trovare.

Se lo ricorda bene. Lui riusciva a sentire prima di tutti che stava arrivando qualcuno. Si metteva dietro la porta e aspettava. Appena il campanello suonava, abbaiava per far capire che a guardia c’era lui, ma la verità era che aveva gioia a stare in compagnia, e tutti  quelli che entravano non potevano fare a meno di giocare con lui.

“Eh, pensa: quelli si che erano bei tempi!”.

Adesso a casa è rimasta solo la vecchia signora che lui ha sempre sentito chiamare “Mamma”.

Lo porta lei a spasso, ma poveraccia è piena di acciacchi e lui capisce che per lei è fatica.

“È vero, ma almeno si muove un po’. Alla sua età le fa bene!”.
 
Alla vecchia signora, quando sente questo, le verrebbe da dire: “Siamo tutti maestri nel dare consigli agli altri! Quando arriverai alla mia età e sentirai i tuoi acciacchi aggredirti, ti ricorderai come per te era facile dire: cammina che ti fa bene!”. Invece non dice nulla. È  da un po’ che nessuno l’ascolta.
 
Il bambino vede quel cagnone e gli si avvicina. Vuole toccarlo e fa per abbracciarlo. Il cane prova ad annusarlo. Lo vorrebbe leccare, perché è il suo modo per conoscere il prossimo.

La mamma però non vuole che il cane si avvicini al figlio. Loro a casa il cane non ce l’hanno mai avuto. Chissà che malattie si porta appresso? Si affretta a tirar via il bambino.
 
La vecchia signora assiste al gesto, è abituata. Ha già visto tante volte quella scena e dice: “Chi non ha un cane in casa, non può capire quanto amore ti porta”.
 
La mamma, che pur non intende ferire la proprietaria del cane, non riesce neanche a sentirla, tanto velocemente ha preso il bambino e s’è allontanata.

Non ha fatto che pochi passi quando sente uno strattone ed ecco che la borsa che portava al fianco è nelle mani di un giovinastro, che corre veloce verso un motorino con un complice  che lo aspetta poco più avanti.

La vecchia signora, istintivamente, urla al cane: “Buck, prendilo!”.

In un baleno, il cane salta sopra il giovinastro che cade a terra a molla la borsa. Il complice non sa che fare. La gente sta accorrendo e lui ha paura.
 
Il ladro riesce ad alzarsi, è ferito e con fatica monta sulla moto che si allontana a tutto gas. Poche centinaia di metri dopo, i due furfanti vengono intercettati e inseguiti da una volante della polizia, ma sfuggono alla mia vista.

La mamma corre verso il cane che s’è fermato a guardia della borsa. Ha con sé  il bambino. Si avvicina a Buck e lo abbraccia. Il cane comincia a leccare mamma e bambino. Si abbracciano tutti e il cane abbaia per la felicità.

Dopo la prodezza di Buck, la vecchia signora continua la sua passeggiata e il simpatico cane, divenuto ormai eroe del quartiere, si ferma a ogni albero. È una zona che conosce bene e ha provveduto per tempo a marcarne il territorio. Il tram riparte ed io perdo di vista il gruppetto.

Una voce mi chiama: “Mario, che fai sopra la bilancia? Ti sei incantato?”.

No... avevo chiuso gli occhi per non vedere quanto pesavo!


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Mario Martorelli
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