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LA FIRMA DELLA SCONOSCIUTA CHE TI CAMBIA LA VITA
Francesco Marcacci, Giovanni Maggitti, Luca Maggitti.

La Franca C. in navigazione.

Roseto degli Abruzzi, Foto Italo (Italcolor), 1950 (circa). I Maggitti: una famiglia, sette figli maschi. Dietro, da sinistra: Giovanni Maggitti, Italo Maggitti, Mario Maggitti. Davanti, da sinistra: Aldo Maggitti, Dino Maggitti, Amina Di Bonaventura, Settimio Maggitti, Donato Maggitti, Antimo Maggitti.

Zio Giovanni, la nave Franca C. e i ricordi della partenza per il Venezuela, condivisi con il suo nuovo amico Francesco.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 31 Agosto 2021 - Ore 23:15

Giovanni Maggitti, mio zio, fratello maggiore di mio padre Dino, emigrò in Venezuela nel 1952. Si imbarcò nel porto di Genova, sulla Franca C.

Partì da Roseto degli Abruzzi con qualche migliaio di lire in tasca e una vita da 17enne davanti, lasciando una famiglia composta da nonna Amina, nonno Donato e altri 6 fratelli. I Maggitti: 7 fratelli, tutti maschi: Mario, Giovanni, Italo, Antimo, Aldo, Dino (mio padre) e Settimio.

E siccome era ancora minorenne per qualche giorno, ebbe la brutta sorpresa – arrivato a Genova – che gli rifiutarono l’imbarco. Messo a margine della fila, zio si vide perso, visto che era da solo, un parente lo aspettava in Venezuela e tornare indietro avrebbe significato vanificare la decisione di provare a cambiare vita solcando l’Oceano Atlantico.

Dietro di lui, una voce: “C’è qualche problema?”. Era una signora, che andava in Venezuela a sposarsi. L’addetto all’imbarco rispose: “Il ragazzo è ancora minorenne, non può imbarcarsi senza la firma di un tutore”.

La signora – che vedeva mio zio per la prima volta nella sua vita – sorrise e disse: “Firmo e garantisco io per lui”. Firma apposta, zio imbarcato. Saliti a bordo, le strade di un sorpreso Giovanni e della signora si separarono e i due non si videro più. Ma quella donna, incontrata per 3 minuti, cambiò la vita di zio Giovanni radicalmente, visto che riuscì a imbarcarsi e stare ben 31 anni in Venezuela, tornando definitivamente nel 1983. In mezzo, tanti anni di grande lavoro e fatica, soddisfazioni, paure, gioie e tutto quello che può riempire la vita di un emigrante che resta con la sua terra nel cuore e la voglia di tornare.

Quando, oggi, zio ha raccontato per la prima volta la sua storia al suo nuovo amico Francesco Marcacci – figlio di emigrati abruzzesi, cresciuto in Venezuela – mi sono commosso come la prima volta che l’ho sentita. Perché è davvero enorme ciò che può fare un atto di fiducia di una sconosciuta verso un ragazzino, in un porto, cercando entrambi una vita migliore.

Ho voluto che zio Giovanni conoscesse Francesco visto che entrambi amano il Venezuela, dove hanno lavorato per anni. Così oggi, di fronte al bel mare di casa nostra, si sono raccontati la vita vissuta dall’altra parte del mondo.

Alla fine del pranzo di pesce, innaffiato dal Pecorino delle nostre colline, una foto tutti insieme ha sancito una conoscenza che Giovanni e Francesco hanno sottolineato cantando a due voci una canzone che si usa nei giorni di festa in Venezuela, a margine delle enormi grigliate di carne.

E io ho ripensato per l’ennesima volta alla nave Franca C. e a quella signora sorridente, che garantì per mio zio e gli consentì l’imbarco verso il nuovo mondo.

Tornato a casa, non sapendo il nome della benefattrice, ho voluto cercare almeno la storia della nave. E grazie al mare magno del web, c’è tutto.

Ecco Wikipedia, con la pagina dedicata al bastimento.

La Franca C. è una nave da crociera appartenuta con questo nome alla compagnia di navigazione genovese Costa Crociere dal 1952 al 1977. Costruita nel 1914 come nave da carico, al termine del servizio per Costa la nave fu venduta ad un’associazione benefica, che la utilizzò per oltre trent'anni come libreria galleggiante con il nome di Doulos. Posta in disarmo a Singapore nel 2009, fu acquistata da un imprenditore per essere preservata con il nome di Doulos Phos. In seguito la nave fu posizionata permanentemente a secco sull'isola di Bintan, venendo convertita in un albergo.

Queste invece le informazioni prese dal sito www.naviecapitani.it.

Questa nave fu varata il 22 agosto 1914 nell'arsenale di Newport, in Virginia, per conto della Mallory Steamship e venne battezzata col nome “MEDINA”, con una stazza lorda di 5.426 tonnellate. Costruita come nave da carico fu adibita al trasporto di frutta e verdura da Galveston, in Texas, a New York. La nave per trent’anni effettua questo servizio passando indenne due guerre mondiali e macinando milioni di miglia lungo la costa americana. Nel 1949, viene acquistata dalla panamense Cia San Miguel, e viene sottoposta a lavori di ampliamento e trasformazione in nave da passeggeri che lo portano a quasi settemila tonnellate di stazza, e viene rinominata ROMA. La missione è specifica, trasportare nel 1950 gli italiani immigrati in Australia a Roma, per l'Anno Santo. Durante questo servizio viene notata dai Costa che la acquistano nel 1952, e la rinominano FRANCA C.. Sono gli anni d’oro della nave, nonostante si avvicini alla quarantina e quasi tutte le sue coetanee si siano già ritirate da un pezzo. La nave viene sottoposta a un robusto lavoro di restyling e diventa una nave da crociera “di lusso di prima classe”, come si usava dire a quei tempi, con un motore nuovo di zecca, un diesel Fiat a bassa velocità, poi sostituito nel '70 da un altro Fiat diesel a media velocità e che ancora spinge la nave nelle sue traversate. Con l'avvento delle moderne navi da crociera la Costa crociere decide di venderla, e viene acquistata da una organizzazione di beneficenza registrata in Germania, la “GUTE BUECHER FUER” che la ribattezza “DOULOS”, nome greco che significa servitore e che finora ha portato la parola di questa associazione religiosa già in novanta paesi del mondo. Oggi questa nave è una biblioteca galleggiante (naturalmente la più grande al mondo) animata da un colorato mondo di personaggi dello spettacolo e della cultura uniti da una comune missione religiosa.

Che fantastica storia è la vita!

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Luca Maggitti
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