Fabio Brocco al TD Garden di Boston, con la maglia della Liofilchem Roseto, durante Boston Celtics-Philadelphia 76ers.
TD Garden di Boston, durante Boston Celtics-Philadelphia 76ers.
Fabio Brocco al TD Garden di Boston, con la maglia della Liofilchem Roseto, durante Boston Celtics-Philadelphia 76ers.
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Serata NBA per il presidente del Consorzio Le Quote, inquadrato dalla regia del mega cubo per la maglia del Roseto indossata.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 04 Dicembre 2021 - Ore 12:00
Neven Spahija me lo disse un giorno, a margine di una intervista rosetana: «Luca, andare in NBA è semplice: basta passare per Roseto!». Dove “passare” significava “lavorare a vario titolo nel basket”.
Già, perché nel basket tutto nasce a Roseto, poi si espande.
Liberi i nichilisti della palla a spicchi di deridermi, libero io di affermare questa grande verità. Portando prove.
Il Trofeo Lido delle Rose, nato a Roseto degli Abruzzi nel 1945, un anno prima della NBA. E per Mahmoud Abdul-Rauf che è stato una star NBA prima di venire da queste parti e diventare il Califfo del Lido delle Rose, ci sono Neven Spahija assistente ad Atlanta e Memphis dopo l’esperienza rosetana alla guida del “Roseto più forte di sempre” 2004/2005 e quelle di Patrick Mutombo e Adrian Griffin (assistenti campioni NBA con Toronto nel 2019), giocatori del Roseto rispettivamente nel 2004/2005 e 1998/1999.
Dice: ma ancora con ‘sta storia? Sì, ancora con ‘sta storia. Che cresce e si arricchisce di pagine!
E se nel 2021 – anno del primo Secolo di basket cittadino – compie 10 anni la trasferta oltreoceano del tifosissimo rosetano Antonio “Lu Boja” Di Pasquale a Philadephia, a trovare il fratello Mario, per tifare Sixers e arrivare al rosetanissimo perculamento di Dirk Nowitzki durante la gara contro i Dallas Mavericks al Wells Fargo Center, trasformando provvisoriamente la NBA in “National Boja Association”, ieri è tornato da Boston Fabio Brocco, presidente del Consorzio Le Quote, proprietario della Pallacanestro Roseto.
La Liofilchem, azienda della famiglia Brocco, ha aperto da qualche anno una società oltreoceano collocandola proprio a Boston, Massachusetts. Dunque settimana di lavoro per Fabio, con parentesi cestistica al TD Garden, mega struttura polifunzionale inaugurata nel 1995 – che ha sostituito il mitico Boston Garden – in cui si possono seguire eventi di pallacanestro (oltre 18.600 spettatori), hockey su ghiaccio (oltre 17.500) e wrestling (oltre 19.000).
E nella stagione in cui Valerio Amoroso ha cambiato il suo numero di maglia rosetano – passando dal 22 delle stagioni 2016/2017 e 2020/2021 al 33 di questo campionato, in onore di Larry Bird – Fabio Brocco ha voluto indossare la maglia del Roseto griffato Liofilchem per seguire una partita NBA dei Boston Celtics.
E siccome nulla accade per caso, contro chi giocavano i Celtics? Ovviamente contro i Philadelphia 76ers, che avevamo lasciato 10 anni fa tifati da Antonio “Lu Boja”.
Così, fra circa 20mila persone, la regia del mega cubo che sovrasta l’impianto ed è il vero cuore dell’intrattenimento di una gara NBA (che dura alcune ore e prevede un vero e proprio spettacolo per le famiglie) ha individuato – intorno al minuto 6 del terzo quarto – Fabio Brocco con la sua canottiera del Roseto capolista della Serie B italiana, inquadrandolo per alcuni secondi. Una zoomata che non è sfuggita ai vicini di posto di Fabio, i quali glielo hanno fatto notare.
E torniamo alla regola: nel basket, tutto nasce a Roseto. Poi si espande!
Abbiamo perciò chiesto a Fabio le foto della sua serata statunitense di cestistico relax e le pubblichiamo, per gioire tutti insieme – noi della comunità rosetana – di questo momento della NBA, che per una sera ha nuovamente cambiato nome, mutandolo in “National Brocco Association”.
Questo il pensiero di Fabio Brocco: «Ho provato un grande orgoglio indossando la canotta del nostro Roseto per andare al TD Garden. Perché è la maglia di una squadra che rappresenta una comunità unita, appassionata e che sta rinascendo grazie ai tanti che le vogliono bene. Per questo mi sono sentito un po’ come se portassi con me tutti i rosetani in quel momento così significativo, quando la regia mi ha inquadrato in mezzo a decine di migliaia di tifosi. La soddisfazione di mostrare una maglia storica per il basket, perché Roseto è una piazza storica, e pure la soddisfazione personale di vedere su quella maglia il marchio della azienda della mia famiglia, che lavora da qualche anno negli Stati Uniti d’America».
A questo punto, non resta che organizzare una birra fra Fabio Brocco e Dan Callahan (lungo del Roseto 2002/2003 e 2005/2006, che vive a Boston dove svolge il suo lavoro di imprenditore), per brindare al Roseto in nome di tutti coloro i quali lo amano e tifano.
Luca Maggitti
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