Blanco – al secolo Riccardo Fabbriconi, vincitore del recente Festival di Sanremo in coppia con Mahmood cantando “Brividi” – ha 19 anni. Compiuti il 10 febbraio, dopo aver vinto il festival dei fiori il 5.

Nel mondo globalizzato dei social media, la determinazione a voler creare qualcosa in campo artistico conta più dell’inesperienza dovuta alla giovane età.

Vale anche a Roseto degli Abruzzi, dove tre ragazzi non ancora maggiorenni – Simone Sacripante di 17 anni, Luca Zitti di 17 e Francesco Candelori di 16 – hanno inciso il loro primo singolo, uscito ieri su tutte  le piattaforme grazie al supporto dell’etichetta PlayCab dell’instancabile Morgan Fascioli (una parte dell’assessorato alla Cultura a Roseto gli spetta di diritto, visto che da anni promuove, produce, realizza cose che nascono nel Lido delle Rose).

La canzone si chiama “Notti insonni” ed è nata dall’ispirazione dei ragazzi che hanno riascoltato insieme un vecchio (anche se parlare di vecchio per un 17enne è cosa strana) beat di Simone.

Simone Sacripante è allievo di Morgan Fascioli, frequentando i corsi di batteria, e – dopo una iniziale ritrosia, dovuta alla timidezza figlia della giovane età – l’allievo ha detto al maestro della sua passione per la scrittura di canzoni.

Il combinato disposto ha portato a “Notti insonni”, che appena uscito ha già fatto buoni numeri – sicuramente inaspettati per un trio di sconosciuti sotto la maggiore età e senza nessuna spinta commerciale – e il cui titolo uso strumentalmente per fare una riflessione, che parte dopo aver ascoltato il brano di questi ragazzi.

Penso a Roseto degli Abruzzi – ma vale per tutta la provincia italiana – che si trova a dover gestire l’uscita (a Dio piacendo) dalla pandemia mondiale da Covid-19 e i suoi inevitabili strascichi legati alle ferite umane e psicologiche che questo particolare momento ha portato in tutti noi. Giovani compresi.

I giovani hanno poi il problema della didattica a distanza e dell’isolamento che alla loro età è ancora più grave.

A Roseto, poi, si è arrivati di recente a una rissa in stazione di sabato sera, con conseguente proposta del sindaco, Mario Nugnes, di riprendersi il territorio uscendo a mezzanotte fra genitori, per incontrarsi e parlarsi.

Non entro in merito a quel suggerimento proveniente dal primo cittadino, che avrà sicuramente dei lati positivi (finché ci si incontra e confronta è sempre un bene, i problemi iniziano quando ci si barrica, a difesa della propria casa e dei propri convincimenti), ma invito tutti – soprattutto chi è genitore – ad ascoltare “Notti insonni”.

Nell’esordio musicale di ELC, Pisto e Fyrex – questi i nomi d’arte dei tre ragazzi rosetani – c’è molto da sentire, capire e comprendere.

E se la musica è uno strumento di comunicazione che può migliorare e avvicinare gli umani, io torno a urlare – con la poca voce che ho – l’urgenza che la comunità rosetana torni a disporre di luoghi in cui “fare cultura”. Che significa anche produrre musica.

Roseto degli Abruzzi ha urgente bisogno di luoghi in cui fare teatro, produrre musica, incrementare l’attività sportiva. Punti di ritrovo che servano a formare i giovani togliendoli dalla strada e dando loro piena dignità di cittadinanza attiva e creativa. Tutto il resto è strumentalizzazione (sulle loro giovani spalle) e ghettizzazione.

In bocca al lupo a “Notti insonni”, che mi ha ricordato quali erano gli stati d’animo preponderanti quando non avevo ancora 18 anni. E che può essere un utile modo di riflettere, a tempo di musica, su come migliorare gli spazi comuni e quindi la vita.

ELC, Pisto, Fyrex
NOTTI INSONNI

YouTube
https://youtu.be/9bORva3Zkqc
Spotify
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