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ALLEGRO MA NON TROPPO: UNA SERA DI FINE ESTATE A ROSETO, FRA CROCIATE E GUERRA IN UCRAINA...
La copertina del volume ‘Allegro ma non troppo’ di Carlo M. Cipolla.

Roseto degli Abruzzi, Ciambi @ Cabana Park, 26 agosto 2022. Ballo ‘controbuio’ al ritmo di ‘I love you babe’ di Jovanotti.

Riflessioni fra pepe, vino (e lana) come elementi determinanti dello sviluppo economico nell’età di mezzo e Jovanotti che fa ballare le rifugiate ucraine vicine di ombrellone.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 27 Agosto 2022 - Ore 12:30

Venerdì 26 agosto 2022, scesa ormai la notte, nel mio angolo di Paradiso del Ciambi @ Cabana Park guardavo le luci lontane nel mare nero, immerso nella fase digestiva supportato da una sambuca liscia.

A pochi metri dall’ombrellone che ho in affitto, un gruppo di donne ucraine aveva fatto una festicciola in spiaggia. Completamente immerse nel buio, ogni tanto qualcuna si staccava dal cerchio di sedie per prendere un bagno nella calma notturna.

Com’è, come non è, una band pop inizia un concertino da Ciambi. Che le donne possono udire in quanto non troppo distanti. Così accade che la cantante intona “I love you babe”, pezzo estivo portato al successo da Jovanotti, e una ucraina che vedo in “controbuio” comincia a danzare armoniosa.

Un inno alla vita, per me che la immortalo, pensando a quel pallone gonfiato di Medvedev e alle sue tronfie dichiarazioni contro l’Occidente che così tanto gli piace (se soltanto potesse dirlo).

Il domino di pensieri mi fa arrivare a queste pagine, lette una ventina di anni prima. Il giorno dopo, vado in biblioteca, consulto, rileggo, ricopio e condivido...

[Estratto da pagine 22, 23 e 34.]

I crociati trovarono in Oriente molte cose interessanti e dimenticarono allegramente la loro terra e le loro mogli con cintura (di castità, n.d.r.).
Come scrisse un cronista dell’epoca, Fulcher di Chartres:


Noi che eravamo occidentali siamo diventati orientali. Abbiamo già scordato il nostro paese natale. C’è chi già possiede una casa, una famiglia e dei servitori come se li avesse ricevuti dal padre o per diritto ereditario. C’è chi ha per moglie non una conterranea bensì una siriana, un’armena o financo una saracena battezzata. Ogni giorno ci raggiungono i nostri parenti ed amici dopo aver liberamente lasciato tutti i loro averi in occidente. Da poveri laggiù, il Signore qui li ha resi ricchi. Le loro poche monete sono divenute tantissime e tutte d’oro. Perché, dunque, tornare in occidente?

In questa incredibile faccenda in cui furono stranamente coinvolti messer Domineddio, il pepe, le monete d’oro, gli eremiti, i signorotti feudali e le donne saracene, i soli a non perdere la testa furono gli Italiani. Tra costoro, i Veneziani, ai tempi tristi delle invasioni germaniche si erano rifugiati su alcune isolette in mezzo alle paludi e su quelle isole, come ebbe a notare un osservatore del X secolo, «illa gens non arat, non seminat, non vindemiat» («quella gente non ara, non semina e non vendemmia»). Per vivere dovevano dunque darsi al commercio.
Uno storico americano scrisse alcuni anni or sono che «l’avidità veneziana per i profitti derivati dal commercio e ottenuti con ogni mezzo poteva paragonarsi solo alla mancanza di scrupoli che caratterizzava i Genovesi». Un economista anglosassone altrettanto censorio scrisse: «Gli ingenui crociati si trovarono avviluppati in una rete di interessi commerciali di cui capivano poco o nulla. Durante le prime tre crociate i Veneziani, che avevano fornito loro le navi, li imbrogliarono spudoratamente alla stessa maniera che un mercante senza scrupoli imbroglia al mercato lo scemo del villaggio». Il fatto è che gli Italiani avevano intuito l’enorme potenziale commerciale insito nell’occupazione cristiana della Terra Santa.


Carlo M. Cipolla
ALLEGRO MA NON TROPPO
Pepe, vino (e lana) come elementi determinanti dello sviluppo economico nell’età di mezzo.
Le leggi fondamentali della stupidità umana.

il Mulino, 2002, Euro 7,75.


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