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Giovedì, 25 Aprile 2024 - Ore 3:16 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Cordivari – 50 anni – 1972-2022
I MIEI 7 ANNI ALLA CORDIVARI, CHE MI HANNO CAMBIATO LA VITA IN MEGLIO.
Ercole Cordivari, fondatore dell’omonima azienda che quest’anno festeggia 50 anni, in una foto del 2006.

Cordivari, anno 2000. Luca Maggitti illustra la produzione aziendale al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, Massimo D’Alema, in visita nel polo produttivo.
[Elio D’Ascenzo]


Cordivari, 1993 circa. Da sinistra: Mauro Scarpone, Luca Maggitti e Domenico Felicione.

L’azienda fondata dal Cavalier Ercole Cordivari compie mezzo secolo. I miei auguri e qualche ricordo in qualità di ex dipendente.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 24 Novembre 2022 - Ore 18:30

Roseto degli Abruzzi, 12 ottobre 1993. La sera in cui festeggiai 24 anni, scrissi alla Cordivari una lettera avente per oggetto “DOMANDA DI LAVORO”, allegando il Modello Buffetti 8551 (n) debitamente compilato e il curriculum vitae.

Lavoravo alla Manifattura Nuova Giulia di Colleranesco e – nonostante la giovane età – la specializzazione nel controllo di gestione aziendale con conseguente riclassificazione dei bilanci mi aveva permesso di capire che l’azienda aveva cominciato a star male. E io, giovanissimo, non volevo ammalarmi con essa.

Così scrissi alla Cordivari e fui ricevuto nel giro di pochi giorni dal signor Ercole Cordivari e dal suo direttore generale, Leo Capone, con il quale avevo lavorato per qualche settimana alla Manifattura Nuova Giulia.

Il colloquio fu cordiale e Leo ebbe parole di benevolenza per questo giovane ragioniere di Roseto che cercava un nuovo inizio in via Padova, Zona Artigianale di Morro D’Oro.

Il signor Ercole mi scrutò, poi si toccò il baffo con la mano sinistra impreziosita dalla fede e da un altro anello, cominciò a riflettere dando l’impressione di sbuffare (atteggiamento che avrei ritrovato molte volte nel corso degli anni) e infine mi chiese se avessi in mente uno stipendio mensile. Io gli porsi una fotocopia del mio ultimo cedolino piegata in quattro, il signor Ercole la aprì e guardò annuendo. Poi rialzò lo sguardo e mi disse: «Posso assumerti, ma resta inteso che c’è il mese di prova e se non lo superi non resti». Replicai con rispetto che venivo da una assunzione a tempo indeterminato, con incarichi di riclassificazione bilanci di una holding con 18 collegate a 24 anni e avevo già effettuato il mio purgatorio chiamato all’epoca “Contratto di Formazione Lavoro” di 2 anni, che mi era stato trasformato un anno prima per meriti a tempo indeterminato. Il signor Cordivari annuì, ma concluse sereno: «Luca Maggitti, io rischio assumendo un giovane che non conosco, ma del quale il mio direttore mi parla bene. Tu dimostrami che ci credi e rischia insieme a me».

Ci stringemmo la mano in segno di accordo e io cominciai il 1° dicembre 1993 a lavorare alla Cordivari, con la Spada di Damocle del mese di prova e una prima giornata in cui venni accolto in sala riunioni insieme ad altri due ragazzi un po’ più grandi di me, che non conoscevo.

Ci presentammo. Quello seduto più lontano si chiamava Silvestro Di Carlo, l’altro era Domenico Felicione, di Casoli di Atri, il quale mi chiese come mai avessi cambiato azienda. Gli risposi che l’analisi dei conti non mi piaceva e volevo cambiare aria (l’azienda in cui lavoravo avrebbe dichiarato fallimento dopo non molto). Domenico mi disse invece che l’azienda in cui lavorava era nel giro di una multinazionale che voleva mandarlo – per via delle sue competenze nel campo della produzione – in Turchia, a Incirlik. Ma siccome lui aveva conosciuto una ragazza con la quale stava bene (e che poi è diventata sua mogie, dandogli due figli), voleva restare in Italia.

Il tempo delle chiacchiere fu interrotto dal direttore generale Leo Capone che si fece fare il giro dell’azienda, spiegandoci che il nostro arrivo era il primo passo di un rinforzo nei settori del controllo di gestione, del magazzino e della produzione. L’azienda, fondata 21 anni prima, stava crescendo e aveva bisogno di fare il salto di qualità a livello di gestione.

Dopo quel primo giorno, Silvestro fu mandato all’Ufficio Tecnico-Commerciale, Domenico all’Ufficio Produzione e io all’Ufficio del Controllo di Gestione, iniziando a prendere confidenza con “Microsoft Office” e lo schermo a colori e dimenticandomi progressivamente del monitor del computer in bianco e nero e del “Lotus Symphony” che usavo a Colleranesco.

Da quel 1° dicembre 1993, fino all’estate del 2001, la Cordivari – o, meglio, il Gruppo Cordivari, come lo chiamavamo all’epoca, composto anche dalla Termoserbatoi, dalla Ter-Mec e dalla Petrini – diventò la mia seconda casa e la mia seconda famiglia.

Negli anni in cui ho avuto l’onore di lavorare per le imprese fondate dal signor Ercole Cordivari – nominato in quegli anni Cavaliere della Repubblica per i suoi meriti imprenditoriali – mi sono sentito sempre componente di una squadra con a capo un “vecchio saggio” che saggio lo era a tal punto da delegare ampie e importanti – o importantissime – fette di gestione (e quindi di miliardi di lire di allora) a un manipolo di ragazzi del quale ho orgogliosamente fatto parte.

In sette anni, la voglia di migliorarsi del signor Ercole – chiaramente il più giovane di tutti noi, a livello di grinta e costanza – ha portato le aziende del suo gruppo a crescere in modo tambureggiante, diventando un grande polo del lavoro della Provincia di Teramo, che dal 1972 a oggi mai ha incrinato la sua squillante voce sul mercato. E mezzo secolo è un periodo davvero eccezionalmente lungo, per una impresa familiare nata da queste parti che continua a crescere.

Lavorare per Cordivari ha significato per me entrare in un gruppo di aziende che nel 1993 fatturava circa 35 miliardi di lire e lasciarlo nel 2001 a 115 miliardi di lire. Una crescita poderosa, come la voglia di ogni singolo lavoratore di fare il meglio per un’azienda rappresentata da Ercole: che conosceva tutti noi e per tutti aveva una parola, un incoraggiamento, una tangibile dimostrazione di stima e affetto.

Sono uscito dall’azienda 21 anni fa e oggi parliamo di un’azienda da circa 100 milioni di euro di fatturato nel 2021, con tendenza in crescita e che – rispetto ai circa 400 di quando me ne andai – ha circa 700 dipendenti.

Merito del Cavalier Ercole Cordivari e dei figli Enrico e Renzo, che ha saputo inserire da ormai vent’anni in azienda, e merito di tutti gli operai, impiegati e dirigenti che compongono, dal 1972, una squadra vincente che continua a fare risultato perché – ne sono certo – ancora animata dallo sguardo pulito e ottimista del fondatore.

Quando andai via, l’azienda produceva Radiatori, Bollitori, Serbatoi, Sistemi fumari e Contenitori per alimenti oltre ad avere una moderna zincheria a caldo. Nel corso degli anni altre famiglie di prodotti hanno potenziato l’offerta di una impresa che è di casa nel mondo e che già nel 2001 aveva clienti di riferimento in Giappone come in Spagna.

Tanti, troppi sono i ricordi di 7 anni vissuti a tamburo battente. Tante, troppe, le soddisfazioni condivise con il gruppo dei “ragazzi terribili” (eravamo tutti under 30): dal nuovo sistema informativo alla certificazioni di qualità UNI EN ISO 9001 e 9002, dai progetti di valorizzazione delle risorse interne, offrendo la possibilità ad alcuni operai di diventare impiegati, ai corsi di formazione in collaborazione con l’Università di Pescara. Per non parlare delle sponsorizzazioni: dal Mundialito di calcio al basket rosetano dalla A2 alla A1, fino ai tornei mondiali di beach volley e altro ancora.

Lavorare per la Cordivari in quegli anni ha significato abbracciare un stile di vita e di valori e dover centellinare le ore libere, visto l’impegno totalizzante che le sfide richiedevano. Ma a fronte di un lavoro intenso, intensissime sono state le soddisfazioni professionali, umane ed economiche, con l’azienda più volte premiata da Confindustria come esempio virtuoso e – ciliegina sulla torta – la visita del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, all’epoca Massimo D’Alema, quale suprema certificazione dell’eccellenza di quell’azienda abruzzese che sapeva sempre essere al passo coi tempi e così continua a fare a 50 anni dalla sua fondazione. E quel giorno ebbi l’onore, perché così volle Ercole Cordivari, di illustrare l’azienda al Presidente del Consiglio nel giro che facemmo, in qualità di responsabile della Comunicazione.

Dovrei ricordare almeno altri 20 fatti significativi, ma sarebbero pochi. E non è possibile, perché ci vorrebbe un libro. Scelgo perciò di ricordare solo altre 3 cose, componendo un ideale podio personale.

Il primo ricordo mi vede con Fabrizio Marini a Milano, frequentare un corso propedeutico alla scrittura del primo Manuale della Qualità aziendale che redigemmo insieme. Siamo a cena, il vino che abbiamo ordinato sa di tappo e chiediamo al ristoratore (eravamo dietro al Teatro alla Scala) se può cambiarcelo. Il titolare, visti due ragazzi di circa 25 anni, ci prende benevolmente per i fondelli, obiettando che il vino è buono. Fabrizio e io ci guardiamo e gli chiediamo di cambiarcelo e di mettercene due in conto, se è quello il problema. Colpito nell’orgoglio, ci cambia il vino. Noi, comunque, non mettiamo il vino in nota spese, per non pesare sull’azienda. Avevamo scelto di brindare alla fine del corso e alla fatica che ci attendeva nella stesura del Manuale della Qualità della Cordivari e onorammo in quel modo quella ideale stretta di mano, anche fedeli ai valori imprenditoriali che ci stava trasmettendo il sempre generoso Ercole.

Il secondo ricordo è una lettera lunga 3 pagine, che il gruppo dei “ragazzini rivoluzionari” scrisse il 16 gennaio 1996 a Ercole Cordivari, contestando l’operato di un collega che a nostro avviso rischiava di frenare lo sviluppo aziendale ed evidenziando alcune criticità. Ricordo che la proprietà e la direzione generale ci convocarono e che il clima non fu certo semplice. Ricordo pure le lacrime “under 30” di quel chiarimento, che non voleva essere ammutinamento, bensì ulteriore potenziamento. E se un gruppo di ragazzi arriva a piangere per il bene dell’azienda, significa che l’imprenditore li ha forgiati davvero come fossero suoi figli. Voglio perciò ricordare i firmatari – in rigoroso ordine alfabetico – di quella missiva che conservo fra i ricordi cari delle mie esperienze lavorative: ANDRIETTI Renzo, CLEMENTONI Roberto, FELICIONE Domenico, FILIPPONI Massimiliano, MARCHIONNE Fabrizio, MARINI Fabrizio, SCARPONE Mauro.

Il terzo ricordo – diviso in due iniziative – è la grande attenzione all’immagine che Ercole Cordivari pose, a cominciare dal festeggiamento del 25° anno di attività, nel 1997. Cominciammo ristilizzando il marchio e proseguimmo strutturando un imponente nuovo catalogo, poi lavorammo alla monografia aziendale e ad alcune iniziative di alto valore culturale come un disco di musica classica con il maestro Manfredo Di Crescenzo e un libro con l’editore Carsa. Anni indimenticabili nei quali Ercole Cordivari mi delegò l’apertura e la gestione del settore marketing e comunicazione. Anni nei quali era davvero difficile trovare aziende – eccezion fatta, ovviamente, per le multinazionali – che credessero così tanto al valore della comunicazione.
Ercole Cordivari, il più giovane di tutti noi – credo ancora oggi – ci credeva. Chiarezza, bellezza, stile. Sempre! Dalla cura del giardino e dei parcheggi fino alla brochure con copertina stampata con argento a caldo, in onore dei 25 anni.

Della brochure curai i testi e la prima bozza di impaginazione (che conservo, scritta a mano sui blocchi a quadretti con il logo Cordivari). Ercole gradì e la prima agenzia di comunicazione che ingaggiammo all’epoca, la BDD, inserì il mio nome come estensore dei testi. Fu una grande soddisfazione, che diventò grandissima quando, il 13 settembre 1997, il signor Cordivari mi chiamò per consegnarmi una copia della monografia con la sua dedica: «A Luca Maggitti, ragazzo dinamico, intraprendente e sincero, augurandogli un futuro ricco di successi. Con profonda stima e riconoscenza». Ovviamente, ogni tanto me la riguardo, perché il Cavalier Ercole Cordivari non ha mai amato sprecare niente. Tantomeno le parole.

Oltre alla monografia, mi ricordo del libro “ABRUZZO dal cielo”, pubblicato da CARSA Edizioni in italiano e inglese, con i testi di Ezio Burri e le fotografie di Antonio Di Loreto, Roberto Di Vincenzo e Roberto Monasterio. Era il 1999 e non c’erano i droni. Per le foto dal cielo bisognava uscire in aereo. Fu un grande progetto, come tutti quelli che Ercole Cordivari approvava. Ordinammo 300 copie personalizzate nei risguardi di copertina, con l’aggiunta – alla prefazione di Arrigo Levi – di un saluto firmato da Ercole Cordivari, intitolato “Nati in Abruzzo, di casa nel mondo”. Così la doppia pagina, in Italiano e in inglese, vedeva in alto Arrigo Levi con un frammento di “Abruzzo Forte e Gentile. Impressioni di occhio e di cuore” e in basso la riflessione di Ercole Cordivari,  che voglio condividere a distanza di tanto tempo. Eccola.

NATI IN ABRUZZO, DI CASA NEL MONDO

Quando penso allo sviluppo industriale della Cordivari, ho in mente soprattutto due cose: gli uomini che fanno l’impresa e il territorio in cui l’azienda è nata e opera.
Guardando oggi l’azienda da me fondata, non posso fare a meno di ricordare gli anni in cui emigrai in Svizzera, il rapporto con i compagni di lavoro italiani, tedeschi, svizzeri. Nel tempo libero, spesso parlavamo dei nostri luoghi di nascita, ma non per sterile campanilismo. Eravamo esseri umani che avevano lasciato radici, culture, tradizioni, affetti, legami e che volevano in qualche modo tenerli fermi nella mente e condividerli con altre persone che venivano da luoghi diversi.
Io, italiano ed abruzzese, ho sempre sentito forte il richiamo della mia terra, fino al punto di decidere di tornare in Patria nel 1972, dopo 7 anni di lavoro all’estero, per fondare il primo nucleo della Cordivari.
Da allora è passato tanto tempo, più di un quarto di secolo, ma la bellezza del luogo in cui vivo e la genuinità della gente non sono cambiate.
Per questo, quando io ed i miei collaboratori abbiamo pensato ad un omaggio che potesse racchiudere l’essenza dell’azienda e comunicare la nostra voglia di andare avanti impegnandoci in progetti importanti, abbiamo pensato alle nostre montagne, alle valli incantevoli, alle spiagge, alle opere architettoniche, alle tradizioni, alla cultura del nostro Abruzzo: una regione dalle mille sfaccettature. Come une pietra preziosa.
Abbiamo pensato a questo libro, in grado di riassumere in maniera mirabile la nostra terra e perciò capace di far sentire il lettore vicino a noi.
I prodotti Cordivari, nati in Abruzzo, nel corso di oltre un quarto di secolo sono diventati di casa nel mondo.
Il nostro desiderio è che i nostri partner, grazie a questo libro, possano apprezzare i luoghi e diventare di casa in Abruzzo.
Spero che tutti, sfogliando le pagine di quest’opera, capiscano perché mettiamo tanta passione e impegno nel realizzare i nostri prodotti.
Perché siamo abruzzesi: forti e gentili.

Ercole Cordivari
CORDIVARI S.r.l.


Consegnammo per Natale il libro ai clienti più importanti, che ci risposero con grande affetto e riconoscenza per quel regalo così elegante e originale. Due ricordi in particolare. Una struttura del Nord ci disse che avevamo fatto più noi con quel libro, per la promozione turistica regionale, che anni di pubblicità sull’Abruzzo pagata dagli enti preposti. Un cliente giapponese dei nostri radiatori d’arredo in acciaio inox, invece, ci scrisse riempiendoci di complimenti e sottolineando che un regalo del genere nel loro paese era prerogativa di una banca o di un istituto culturale, non di una azienda che lavorava ferro. Ma noi eravamo la Cordivari... ed avevamo fatto parlare di noi, in quei termini, anche nella terra del Sol Levante!

Insomma: dal 1° dicembre 1993 all’inizio dell’estate del 2001 – con una parentesi di qualche mese di pausa nel 1998 – ho avuto l’onore di lavorare per Ercole Cordivari e le sue imprese.

Dal 1993 al 1998, sono stato Responsabile del Settore Controllo di Gestione, Coordinatore dell’Area Amministrativa, Membro del Comitato di Marketing e Pubblicità, Assistente della Proprietà e della Direzione Generale. Poi, dal 1999 al 2001, Membro del Comitato di Direzione, Coordinatore Aziendale, Responsabile Marketing e Pubblicità, Responsabile Formazione e Sviluppo, Responsabile Finanziamenti, Assistente della Proprietà e della Direzione Generale.

Benedirò sempre quella sera in cui Ercole Cordivari mi disse: «Luca Maggitti, io rischio assumendo un giovane che non conosco, ma del quale il mio direttore mi parla bene. Tu dimostrami che ci credi e rischia insieme a me». Ho scelto di stare al suo fianco ed è stata un’esperienza eccezionale.

Grazie di tutto e tanti auguri, Cavalier Ercole Cordivari, per i 50 anni della sua azienda. Tanti auguri alla signora Doriana, ai suoi figli Enrico e Renzo e a tutti i familiari.

Tanti auguri, infine, a ogni singolo lavoratore della Cordivari, che ogni giorno con la sua opera contribuisce alla costruzione di qualcosa di grande. È stato un onore far parte della squadra.

Luca Maggitti Di Tecco
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