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Ponte ciclopedonale sul fiume Vomano
L’OCCASIONE PER COLLEGARE RISPETTO DELL’AMBIENTE E SVILUPPO TURISTICO SOSTENIBILE
Il ponte ciclopedonale sul fiume Vomano, fotografato da Angelo Stama.

Il ponte ciclopedonale sul fiume Vomano, entrando da Roseto degli Abruzzi.
[Luca Maggitti Di Tecco]


Il ponte ciclopedonale sul fiume Vomano, entrando Scerne di Pineto.
[Luca Maggitti Di Tecco]


Servizio video, con riflessioni e intervista al Vicesindaco di Roseto che passava di lì con la famiglia. In calce, un ricordo di un uomo che molto ha amato questo fiume: il professor Fernando Di Marcoberardino, al quale intitolerei il ponte.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 27 Novembre 2022 - Ore 15:45

Ieri, sabato 26 novembre 2022 è stato inaugurato il ponte ciclopedonale sul fiume Vomano,che collega le città di Roseto degli Abruzzi e Pineto e – più in generale – due lunghissimi tratti di piste ciclabili.

Grazie ad esso sarà possibile percorrere centinaia di chilometri lungo la costa adriatica senza mai dover sbucare sulla Strada Statale 16, quindi evitando macchine, camion, motori e ogni altro mezzo non spinto da trazione umana.

Ieri pioveva, così – in armonia con la Natura – ho atteso un giorno migliore per fare il mio servizio sull’inaugurazione del ponte.

L’attesa è stata breve, perché Giove Pluvio ha dato una tregua fin dal giorno successivo e cioè oggi, domenica 27 novembre, quando ho realizzato il video che potete vedere nel link evidenziato alla fine di questo articolo.

Nei 30 minuti di servizio mostro com’è il ponte, imboccandolo da Roseto degli Abruzzi arrivando in territorio di Pineto e tornando indietro, quindi inquadrandolo dai diversi punti di vista.

Dopo l’inizio col sorriso, grazie a Massimo Troisi e Roberto Benigni (guardate e capirete), ci sono riflessioni specifiche sul ponte, sulle zone che esso unisce e sull’occasione di “collegare” anche rispetto dell’ambiente e sviluppo turistico ecosostenibile.

Il ponte, in meno di 24 ore, ha portato tantissime persone a visitarlo, popolando una zona che fino a ieri era una sorta di area di risulta e che invece dovrebbe e potrebbe essere una delle zone più belle di Roseto degli Abruzzi.

Nel video ci sono dunque ulteriori riflessioni sull’opportunità di mettere in gestione sinergica la Riserva del Borsacchio e questa zona del parco fluviale (che sono poi, rispettivamente, i confini a nord e sud del territorio cittadino) e di realizzare davvero il Parco Fluviale del Vomano, mettendo mano anche alla brutta zona piena di buche che stamane era diventata un provvisorio parcheggio per chi voleva vedere il ponte (e che sarà sempre più piena di automobili) e facendola dialogare con il Porto del Vomano e cioè il porticciolo turistico di Roseto degli Abruzzi, attualmente oggetto di ampiamento.

Soprattutto di questo ho parlato con Angelo Marcone, Vicesindaco di Roseto degli Abruzzi che ho incontrato casualmente mentre visitava il ponte con i suoi genitori.

Questo ponte, a livello metaforico, è la congiunzione fra molti aspetti del possibile sviluppo di Roseto degli Abruzzi, seconda città della Provincia di Teramo dietro il capoluogo e unica città della costa dove si sviluppa oltre le metà dell’intero flusso turistico della Regione Abruzzo che continua a crescere (dovremmo ormai essere vicini ai 30.000 abitanti).

C’è dunque bisogno di fare molta attenzione sia alle opportunità sia al corretto sviluppo del nostro amato Lido delle Rose, avendo un occhio di riguardo anche e soprattutto nei confronti delle infiltrazioni della malavita organizzata, che vede i posti in crescita e ricchi come luoghi in cui investire riciclando e portando il cancro in metastasi delle mafie.

Dunque godiamoci questa bella e nuova opera, conserviamola con grande diligenza e invitiamo gli enti – la Provincia di Teramo che lo ha costruito sotto la presidenza di Diego Di Bonaventura (che spero di poter intervistare in merito, sul ponte, prossimamente) e i Comuni di Roseto degli Abruzzi e Pineto che lo ospitano sul territorio – a completare al meglio le zone di ingresso e a gestire una puntuale e corretta manutenzione.

Infine, un pensiero a un grande uomo, che molto ha amato il Fiume Vomano e che si è sempre battuto per proteggerlo: il compianto professor Fernando Di Marcoberardino alla cui memoria – dipendesse da me – intitolerei il ponte.

Qui di seguito, dopo il link al video, trovate un articolo che scrissi con lui a 4 mani, pubblicato nel 1997 su una rivista di equitazione e natura. E nel 1997, se non erro, si cominciò a parlare di questo ponte.

Infine, dall’archivio di Roseto.com un articolo dedicato a Fernando, pubblicato il 17 agosto 2015, a 13 anni dalla sua scomparsa.

Video
PONTE CICLOPEDONALE SUL FIUME VOMANO
Servizio sull’apertura, realizzato domenica 27 novembre 2022.
https://www.facebook.com/lucamaggitti/videos/4099104036879886


IL FIUME: VITA AUSPICABILE E MORTE POSSIBILE.
Chiacchierata con Fernando Di Marcoberardino sul fiume Vomano.
[Pubblicato sul mensile “Cavalli & Country”, ottobre 1997.]

I fiumi sono spesso oggetto di sevizie da parte degli uomini, che paiono ricordarsene solo poco dopo aver assistito all’ennesimo straripamento inevitabile, con conseguente allagamento di case e distruzioni connesse.
Le cause che hanno determinato negli anni, in gran parte del territorio italiano, uno squilibrio dell’ecosistema fluviale sono numerose, ma spesso si somigliano.
La cementificazione selvaggia che ha ridotto i letti di molti fiumi ad una pista di cemento, gli scarichi di sostanze tossiche versate dalle industrie senza che per molto tempo nessuna voce si levasse, le escavazioni spesso non autorizzate, sono tra le cause principali dell’impoverimento spesso irreversibile dei fiumi.
Erodere il letto di un fiume per una decina di metri, com’è accaduto per il Vomano, fino ad arrivare allo strato argilloso, e quindi impermeabile, può avere conseguenze catastrofiche.
Infatti l’argilla, trasportata verso il mare, creerà un situazione innaturale di torbidità delle acque. Questa situazione metterà in difficoltà la riproduzione delle specie che vivono nei fondali marini, specie i mitili, che non potranno più cibarsi. Ecco che quindi il danno si propaga dal fiume al mare.
La situazione del Vomano somiglia a quella di tanti fiumi italiani, che nel corso della fine degli anni ’70, inizio anni ’80, hanno sopportato la cementificazione di buona parte dei torrenti affluenti. Una vera e propria disdetta, visto che i torrenti non solo portano acqua ad una velocità molto superiore rispetto a quella normale, ma anche perché le acque stesse spesso non sono minimamente depurate.
I danni non si limitano all’ecosistema fluviale, ma interessano anche le strutture che insistono lungo i fiumi. Pensiamo ai ponti e ai pericoli che la popolazione corre in caso di emergenza. Durante l’ultima disastrosa piena dell’Aprile 1992, crollò in Abruzzo un ponte sul fiume Tavo, a Cappelle sul Tavo, in Provincia di Pescara. In quell’occasione ci furono purtroppo 3 morti.
Molte disgrazie sarebbero evitabili, se si tenesse conto della ciclicità delle ondate di piena di un fiume, che mediamente ogni 30 anni si verificano.
Rispettare l’alveo non cementificando né costruendo entro i limiti naturali potrebbe prevenire diversi problemi.
È stato un vero peccato aver dovuto parlare di queste problematiche per tanti anni, quando si sarebbe invece potuto pianificare un sistema di parchi fluviali, che avrebbe favorito lo sviluppo di sport eco-compatibili (mountain bike, equiturismo, canoa ed altri) e favorito il riavvicinamento della gente alla natura.
La partita più importante si gioca però adesso. Oggi, con le lotte vinte e la nuova sensibilizzazione della gente, si può puntare ad un’opera di pianificazione concreta, per riappropriarsi di un territorio meraviglioso come quello dei fiumi.
In Abruzzo le lotte hanno dato buoni frutti, tanto che oggi un terzo del territorio è protetto, ma non possiamo abbassare la guardia, perché ancora tanto c’è da fare.
Questo nuovo modus vivendi passa anche e soprattutto per manifestazioni come questa, che ha incontrato un eccezionale favore di pubblico, e per amici stupendi come il cavallo, essere vivente e tramite perfetto fra l’uomo e la natura.

Fernando Di Marcoberardino e Luca Maggitti


ROSETO.com > Archivio > 17 agosto 2015
Via Seneca [Il privè di ROSETO.com]
FERNANDO DI MARCOBERARDINO: SORRISO FORTE.
Intellettuale, insegnante, attivista, politico. Un ricordo di quando c’era ancora e tre ricordi di quando se n’è andato. Oggi, l’umanità, la lungimiranza e il sorriso di Fernando ci mancano da 13 anni.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=14145

Luca Maggitti Di Tecco
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