La Pallacanestro Roseto. [Mimmo Cusano]
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Riflessioni fra classifica, numeri, stagioni passate e odierne difficoltà.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 14 Novembre 2025 - Ore 21:15
La Liofilchem sta pagando caro lo scotto del salto dalla Serie B Nazionale alla Serie A2.
Infatti, dopo la sconfitta di Ruvo di Puglia per 88-81, decisa dallo sciagurato primo quarto perso 24-6, la compagine rosetana occupa il posto di solitario fanalino di coda, a quota 4 punti.
Dopo 11 giornate, con una classifica molto compressa, ovviamente nulla è perduto, ma le difficoltà sono oggettive.
Davanti al Roseto, a 6 punti c’è l’Urania Milano, poi un gruppo di 4 squadre a quota 8 punti, composto da Mestre, Pistoia, Torino e Ruvo di Puglia. Infine, altre 4 squadre a 10 punti (Cremona, Scafati, Bergamo e Forlì), compongono la seconda metà esatta della classifica a 20, che vede al comando solitario Pesaro con 18 punti.
Insomma: la salvezza è ancora un obiettivo ampiamente conquistabile e non è la prima volta che Roseto, in Serie A2, fa questa fatica.
Ad esempio, nella stagione 2017/2018 il Roseto Sharks di coach Emanuele Di Paolantonio cominciò malissimo, infilando 8 sconfitte nelle prime 8 giornate. La società – all’epoca gestita da Daniele Cimorosi – seppe assorbire i pessimi risultati difendendo il proprio allenatore. Fu poi effettuato un movimento di mercato che interessò uno dei due stranieri: il taglio del deludente statunitense Darrell Combs, a favore dello statunitense con passaporto italiano Matt Carlino. Finì che Roseto si salvò al secondo turno di playout.
Fu un’annata avarissima di vittorie, con Roseto che terminò la stagione regolare al 15° e penultimo posto del Girone Est con 12 punti, frutto di 6 vittorie e 24 sconfitte. I playout portarono Roseto a perdere il primo turno 2-1 contro la Virtus Roma e vincere 2-0 contro il Napoli il secondo turno, conquistando la più sofferta delle salvezze in trasferta.
Fu una stagione da 35 partite con 9 vittorie: il 26% appena, neanche paragonabile all’88% della scorsa stagione in Serie B Nazionale.
Il Roseto ha dichiarato fin dall’estate che l’obiettivo sarebbe stato la salvezza, ma una parte del pubblico – abituato a 5 stagioni in cui le vittorie sono sempre state molte più delle sconfitte, anche se in serie molto meno competitive, come la Serie B a 64 squadre delle prime tre stagioni – è molto esigente e non lesina critiche, mentre sarebbe il momento di stringersi intorno al Roseto, facendo sentire il calore del tifoso che ama la propria squadra del cuore a prescindere dai risultati.
Perché la storia ricorderà – e condannerà – quelli che per anni hanno tifato (e alcuni, pagati, lavorato) per il Roseto, applaudendo tutto e tutto approvando, per poi, alla prima difficoltà della Pallacanestro Roseto, maramaldeggiare con una squadra in difficoltà, invece di tendere la propria mano per aiutarla a rialzarsi. Il tipico atteggiamento dei miserabili.
Noi, che da 29 stagioni facciamo informazione sulla pallacanestro rosetana (senza ovviamente essere mai stati a stipendio, altrimenti sarebbe comunicazione e non informazione) – e che abbiamo stretto la mano sia a quelli del Maccabi Tel Aviv (Trofeo Lido delle Rose 2006) sia a quelli del Maccabi Ripalimosani (Stagione di C2 2009/2010) – ricordiamo uno a uno quelli che a Roseto hanno dato più di quanto hanno preso. E che per questo meritano il nostro rispetto.
Riconoscerli è facile: non hanno mai sputato – né mai sputeranno – nel piatto in cui hanno mangiato e non hanno mai parlato alle spalle – né mai parleranno – male di chi li pagava. Essi, sì, meritano di essere Rosetani. Maiuscola voluta. Tutto il resto non farà mai la storia e manco la geografia.
Quanto alla squadra, adesso è il momento di lavorare in palestra e di vagliare il mercato, che consente 3 movimenti in uscita (uno già fatto con la cessione di Italiano a Scafati) e 4 possibili in entrata.
Forza e coraggio, dunque. E – come direbbe la buonanima di Giovanni Giunco – diffidare sempre dei populisti.
Andiamo avanti, con fiducia e ottimismo. E, se ci salveremo, brinderemo alla salute di chi ha morso la mano che l’ha nutrito. Mentre se retrocederemo ci rimetteremo in cammino. Perché noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo.
Perché non siamo venuti a Roseto, da fuori, per soldi. Perché noi Roseto l’abbiamo costruita – giorno per giorno, superando i tantissimi momenti bui e godendo delle poche gioie – negli ultimi 29 anni, dando pure l’opportunità ad alcuni di trovare un buon lavoro, neppure tanto faticoso.
Luca Maggitti Di Tecco
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