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Venerdì, 19 Aprile 2024 - Ore 20:22 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Serie A – Roseto Sharks
IL MAGHETTO DEGLI SHARKS
HARRY POTTER
Daniele Cavaliero “stretching version”.


Intervista a Daniele Cavaliero.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 29 Marzo 2006 - Ore 16:45

Daniele, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Bicchiere mezzo pieno, anche se è un po’ meno di mezzo. Dobbiamo guardare la parte mezza piena, perchè se stiamo a guardare la parte mezza vuota non ne usciamo più.”

Ottimismo innanzitutto …
“Dobbiamo avere convinzione e forza mentale, essere sicuri di potercela fare e riuscire in quella che in questo momento per noi è una grande impresa. Perché, ti assicuro, tutti noi abbiamo come obiettivo la salvezza: per il bene di Roseto e poi anche per il bene della nostra reputazione di giocatori. So che darsi da fare non basta e che uscire sfiniti se si perde conta poco ma, tornando alla tua precedente domanda, dobbiamo guardare al bicchiere mezzo pieno anche se ce n’è meno della metà.”

Dalla foga con cui parli si capisce la voglia di risollevarvi, ma anche il disagio per le vittorie che non arrivano. Immagino che sia lo stesso per tutta la squadra …
“Ovviamente. Siamo i primi a starci male. Tutti. Poi, logicamente, ognuno ha il proprio modo di somatizzare la sconfitta: c’è di urla e chi ammutolisce. Ma credo che il dato positivo sia che, urlando o ammutolendo, tutti siano perfettamente consci che possiamo salvarci e che dobbiamo salvarci, raschiando il barile, dando tutto in modo da non rimproverarci niente ma, soprattutto, tornando a vincere.”

Michele Martinelli, ieri sera a Sotto Canestro, ha detto che dovete tornare ad essere brutti, sporchi e cattivi. Cosa che, soprattutto a Livorno, è mancata. A Treviso pure?
“A Livorno sicuramente. Non abbiamo nessuna scusa, ci siamo vergognati per la prova, e poi l’abbiamo archiviata. Per quanto riguarda Treviso, ti assicuro che ci abbiamo dato al massimo, ma senza una partita perfetta in fase offensiva non può bastare difendere forte, tenendoli comunque sotto gli 80 punti, e pensare di vincere su un campo finora involato in campionato.”

Dopo Livorno ha preso quota in città una riflessione sulla mancanza di orgoglio della squadra. Gli Squali sono diventati tonni da mattanza?
“Ti racconto un piccolo aneddoto. A Treviso abbiamo ricevuto la visita delle istituzioni abruzzesi, mentre eravamo in pullman, prima della gara. Uno di loro mi ha detto: ‘Mi raccomando, non fateci fare brutta figura’. E io gli ho risposto: ‘Guardi che siamo noi i primi ad avere la maglia addosso e a non voler fare brutta figura’. Noi ci mettiamo la faccia per primi e figurati se abbiamo voglia di fare i masochisti.”

Il tifo organizzato e anche gli appassionati non vi hanno mai abbandonato. Intendo dire che non era mai successo, nelle altre stagioni di Serie A, di perdere così tante gare in casa, ma di uscire sempre e comunque fra gli applausi di un pubblico conscio delle oggettive difficoltà della squadra. Anche a Treviso, la squadra non è stata contestata. Concordi nella stagione di grande maturità ed equilibrio dei tifosi?
“Quando hai tifosi che ti applaudono anche quando perdi perchè capiscono che hai dato tutto e che in trasferta ci sono sempre, cosa volere di più? Possiamo soltanto ringraziarli. Sono convinto che questo sia uno dei nostri punti fermi: avere compatti i tifosi dalla parte della squadra. Nei loro confronti non saprei cosa dire d’altro se non di continuare a tifare, perché il loro calore per noi è importante. E, come i tifosi sanno benissimo, il loro calore è tanto più importante quando lo canalizzano nell’incitare anche quelli della squadra che, a turno, non giocano bene e sono già frustrati dalla loro brutta prestazione. Un applauso al posto di un fischio è sicuramente un ‘sacrificio’, se parliamo di indirizzarlo verso un giocatore che non sta giocando bene, ma di sicuro ottiene più risultati. Io sono uno di quelli che pensa che, finché si gioca, è sempre meglio incitare. Poi, a gara finita, se la squadra ha qualcosa di cui essere rimproverata, ci possono anche stare le contestazioni, ma finché si gioca è una forza in più avere sempre il pubblico compatto dalla nostra. E poi sappi che io sono nato tifoso, nella curva dei Dragons di Trieste, e che una delle prime amarezze che ricordi è una trasferta andata male a Pesaro. Vuoi che non comprenda quanta amarezza prende un tifoso che vede la sua squadra perdere spesso?”

Hai parlato di compagni in difficoltà. Visto che tu non mi farai nessun nome, ti propongo due nomi di tuoi compagni di squadra a mio avviso in difficoltà. Ti chiedo due riflessioni su Jack Michael Martinez e Roberto Casoli. Sentiamo …
“Jack deve essere un punto fermo del nostro attacco e anche della nostra difesa, perché l’unico modo che abbiamo di correre in contropiede è prendere rimbalzi e lui è il primo che può farlo perché è il miglior rimbalzista del campionato. In questo momento è normale che, avendo basse percentuali al tiro, il suo gioco offensivo abbia qualche pecca. Ma questo è il momento di fare ancora più gruppo e aiutarlo ad avere qualche canestro facile e tiri a più alta percentuale, perché da Jack ci aspettiamo sempre ‘doppia doppia’. Non a caso, quando ha giocato ottime partite, come a Capo d’Orlando e a Reggio Calabria, contro squadre della nostra fascia e anche senza Flores, abbiamo vinto. Se mi chiedi di Roberto, sono più in difficoltà, umanamente parlando, perché lui per me è come un fratello maggiore, visto che fin dai tempi di Trieste sono cresciuto con lui. Roby, secondo me, è un giocatore di indubbie qualità: intelligente, conosce il basket, tira bene. Quindi comprendi il mio imbarazzo nel parlare di un giocatore che a mio avviso può giocare e fare bene, ma che al momento non ha i numeri dalla sua parte e non sta attraversando un buon periodo di forma. Io, comunque, spero che lui torni presto a dare quello che sa dare. Roby è consapevole di attraversare un momento difficile ed essendo un professionista e una persona con le “p” maiuscole, sta cercando giorno per giorno di migliorare. Un esempio? Anche se non abbiamo allenamento, lui va a fare tiro. Non ha bisogno di avvocati difensori, ma visto che la salvezza del Roseto Basket passa attraverso tutti, spero vivamente sia che la gente lo incoraggi e stimoli sia che lui, con la sua atipicità, torni utile alla causa con le giocate che sa fare.”

Daniele, fra due giorni c’è Napoli. Partita da vincere secondo la “tabella salvezza”?
“Ma quale tabella, nessuna tabella salvezza. Come fai a fare tabelle salvezza? Ogni partita per noi vuol dire salvezza. E se Avellino vince a Milano di 27 punti, vuol dire due cose: che fare tabelle tenendo conto delle fasce delle squadre non ha senso e che è sempre il momento di vincere una gara, senza farsi impressionare dalla canottiera che si ha di fronte.”

In bocca al lupo …
“Crepi il lupo. Sono certo che tutti i nostri tifosi, venerdì contro Napoli, sapranno starci vicino. E adesso scappo che ho allenamento!”
Luca Maggitti
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