La vertenza del Mercatone Uno diventa un problema di interesse regionale e nazionale, grazie al consiglio comunale straordinario congiunto sul tema, svoltosi a Pineto ieri. Insieme ai sindaci Verrocchio e Pavone, una fitta rete di rappresentanti istituzionali a tutti i livelli.
Infatti, oltre a tutti i lavoratori della filiale di Pineto, riconoscibili dalle divise, c’erano i parlamentari Ginoble, Tancredi e Melilla, mentre Sottanelli ha inviato una lettera. Per la Regione c’erano il vice presidente Lolli, l’assessore Pepe e i consiglieri Monticelli e Mercante. Presenti e solidali anche il presidente della Provincia di Teramo e i sindaci di Atri, Silvi e San Giovanni Teatino.
Per i sindacati, hanno parlato Emanuela Loretone della Cgil e Bruno Di Federico della Uil, dal primo giorno vicini ai lavoratori in sciopero che continueranno nell’astensione dal lavoro fino a domani, primo aprile, quando si recheranno a Roma, per manifestare sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico.
Oltre a una quarantina di dipendenti di Pineto e una ventina provenienti da Sambuceto, ci saranno delegazioni da tutta Italia, visto che la vertenza, a livello nazionale, coinvolge 34 punti vendita dei 78 complessivi (circa 3.800 dipendenti).
Purtroppo, l’incontro con Ministero e azienda del primo aprile è sfumato e la cosa è stata riferita in tempo reale durante il consiglio comunale, provocando lo sconcerto di lavoratori e istituzioni. La paura è che la crisi di liquidità sia troppo grande e che la richiesta di concordato non sia più percorribile, con conseguente pericolo di fallimento per il Mercatone Uno.
Lavoratori, sindacati e istituzioni hanno comunque stretto un fronte comune che porterà tutti alle porte del Ministero domani, sperando che nelle stanze romane qualcuno dia ascolto a scioperanti e rappresentanti istituzionali.
Sostanzialmente, le istituzioni hanno messo alcuni punti fermi.
Il primo è che sull’area di Pineto nella quale insiste il Mercatone Uno non sarà possibile fare speculazione edilizia, blindando la destinazione d’uso.
Poi un’azione concertata a livello locale, regionale e nazionale che provi a scongiurare la chiusura della filiale.
Infine, la gestione degli ammortizzatori sociali per i dipendenti.
Fra i sindaci più agguerriti, quello di Atri, Astolfi, e quello di San Giovanni Teatino, Marinucci, che hanno sottolineato l’importanza di fare rumore a livello nazionale, mentre il consigliere regionale Monticelli, ex sindaco di Pineto, ha proposto una cooperativa di dipendenti che rilevi e gestisca la filiale, supportata dalle istituzioni.