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Kareem Abdul-Jabbar
IL MITO DEL ‘GANCIO CIELO’ A PESCARA, FRA IL BAGNO DI FOLLA, IL SAX VENDUTO A YELVERTON, LUIGI LAMONICA E IL ROSETO SHARKS.
Pescara, 11 marzo 2017. Kareem Abdul-Jabbar in conferenza stampa.

Pescara, 11 marzo 2017. Kareem Abdul-Jabbar e la falange macedone di smartphone che lo accoglie.

Pescara, 11 marzo 2017. Kareem Abdul-Jabbar durante il suo intervento.

L’articolo pubblicato, con richiamo in prima pagina, sul MESSAGGERO Abruzzo domenica 12 marzo 2017.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 14 Marzo 2017 - Ore 09:00

«Io e Charlie Yelverton siamo amici. Anche lui è un appassionato di jazz, così quando si interessò al mio sassofono decisi di venderglielo».

Pesca nei primi Anni ’70 del secolo scorso con disinvoltura Kareem Abdul-Jabbar, parlando di un Selmer venduto per 100 dollari dopo una partita scacchi a Yelverton, di NewYork come lui e di un anno più giovane (classe 1948, contro 1947).

Yelverton oggi vive a Varese e suona ancora quel sassofono.

Jabbar, nel frattempo, è diventato un simbolo che ha saputo unire sport e cultura.

Parla con calma l’inventore del “gancio cielo”, che della sua creatura dice: «Fu la soluzione al problema. La NCAA mi vietò di schiacciare, io perfezionai uno strumento in grado di creare grossi problemi alle difese».

Jabbar parla nella sala conferenze dell’Aurum e uno dei suoi bodyguard, Matteo Di Pietro, se lo mangia con gli occhi. Matteo, rosetano, è oltre due metri e giocava a  basket nelle giovanili del Benetton Treviso, poi la sua vita ha preso altre strade e oggi si è ritrovato a prendersi cura dei 218 centimetri dell’ex Lakers.

Scorrono le immagini della sua carriera e il campionissimo NBA svaria dalla musica all’attuale situazione degli Stati Uniti, prendendo in contropiede Donald Trump: «Il Presidente dice che lui vuole che l’America torni ancora grande, ma io so che è sempre stata una grande nazione».

Nessuna riflessione sull’Italia: «Non conosco la situazione del vostro Paese, per questo non mi permetto di dare giudizi».

Quando dalla sala stampa intitolata a Tosti si trasferisce alla D’Annunzio, un video accompagna i suoi passi e una falange macedone di smartphone spruzza di luce la penombra. Andatura dinoccolata, giubbotto di pelle, occhi curiosi e stupore: «Ehi, che accoglienza calorosa. Non sapevo di avere così tanti tifosi in Italia!».

La visita abruzzese di Jabbar prosegue sul filo dei ricordi, ma nessun rimpianto: «Non ne ho. Forse potevo vincere più di quanto ho vinto, forse avrei potuto ottenere di più dal mio talento in campo, ma non ho rimpianti, ho sempre fatto tutto quanto potevo al meglio».

Parte un assist ai tantissimi giovani che pendono dalle sue labbra e tengono in mano canottiere, palloni e altri cimeli da autografare: «Tutti noi abbiamo dei talenti, e ognuno di voi ne ha. Credete nei vostri talenti e coltivateli».

Dalla platea arriva Brandon Sherrod del Roseto Sharks, che gli chiede come ha fatto a tenersi lontano dalle tentazioni e dai guai nei suoi anni dello Showtime losangelino. Jabbar chiosa: «Dovevo fare una scelta, se fare la bella vita o l’atleta. E siccome volevo fare  carriera, mi sono tenuto lontano dalle distrazioni».

Felice il giocatore degli Squali rosetani con un talento speciale per il canto, che insieme ai suoi compagni di squadra gli consegna la canottiera del Roseto numero 33 con il suo cognome sulla schiena.

Massimo Pomilio prende la parola, elogiando un importante rappresentante del basket europeo che ha radici abruzzesi e rivolgendosi a Jabbar: «Kareem, tu sei il più grande di tutti, ma noi a Pescara abbiamo il miglior arbitro del mondo: Luigi Lamonica».

Il più titolato degli arbitri italiani è in sala, parte un grande applauso al quale si unisce il capocannoniere di tutta la storia della NBA.

L’emozionante pomeriggio volge al termine. Jabbar, scortato, si avvia in una saletta privata,  ma il suo grande cuore prende il sopravvento e nonostante la puntuale manager il campionissimo dispensa foto, autografi e sorrisi.

Luigi Lamonica gli regala una copia del suo libro Decidere, mentre da Roseto arriva un libro sulla storia cestistica del Lido delle Rose e un messaggio di Mahmoud Abdul-Rauf.

Se il suo gancio cielo fosse un frammento poetico, sarebbe il finale di “Nostalgia” di Giuseppe Ungaretti: «E come portati via, si rimane».


ROSETO BASKET STORY > Video
KAREEM ABDUL-JABBAR A PESCARA, 11 MARZO 2017.


Kareem Abdul-Jabbar e il sassofono venduto a Charlie Yelverton
Risposta alla domanda di Luca Maggitti: «Ricorda di aver venduto il suo sax a Charlie Yelverton nei primi Anni ‘70, dopo una partita a scacchi?».
https://www.facebook.com/724025957636400/videos/1361684073870582/


ROSETO.com > Archivio
KAREEM ABDUL-JABBAR A PESCARA, 11 MARZO 2017.


Domenica 12 febbraio 2017
Miti del Basket – L’uomo del Gancio Cielo, il Capocannoniere della NBA.
INCREDIBILE MA VERO: KAREEM ABDUL-JABBAR A PESCARA SABATO 11 MARZO 2017!

L’articolo pubblicato in prima pagina sul MESSAGGERO Abruzzo sabato 11 febbraio 2017.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=15958

Martedì 14 febbraio 2017
Kareem Abdul-Jabbar a Pescara l’11 marzo 2017
UN MODULO PER REGISTRARSI E PARTECIPARE ALL’EVENTO

L’eccezionale interesse suscitato ha spinto gli organizzatori ad adottare una registrazione dei partecipanti. Il link all’interno dell’articolo.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=15972

Sabato 11 marzo 2017
AbruzzoBasket
IL GIORNO DI KAREEM ABDUL-JABBAR

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo sabato 11 marzo 2017.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=16038

Luca Maggitti
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