Franco, Siena è al quinto scudetto nelle ultime sette edizioni. Gli ultimi quattro sono consecutivi. Tanto bravi da essere noiosi?
"Tanto bravi da provocare la peggiore delle invidie, quella dell'incapacità ad essere imitati, che poi è figlia di una via di comodo: la scusa pronta".
Siena è così dominante che più di un addetto ai lavori, già dalla scorsa estate, chiosava: "A cosa serve aspettare 9 mesi per vedere chi perde in Finale 4-0 contro Siena". Tu che dici, a cosa serve?
"Cui prodest? Se lo chiedeva Seneca 2000 anni fa. E bisognerebbe rileggerselo, Lucio Anneo Seneca, prima di sdilinquirsi per un Coelho di oggi. Serve a perdere fiducia e contatto con la realtà. Il basket è anestetizzato e non si rende conto di aver perso chilometri in negativo nella scala d'interesse dei media. E siccome dicono che la comunicazione sia il petrolio del terzo millennio, quella del basket è in riserva".
Ferdinando Minnucci è un dirigente illuminato, un ras, un padrone del vapore temuto o cosa?
"Basterebbe orbo in un mondo di ciechi. E' bravo, in realtà. Furbo e fortunato".
Si è parlato abbastanza della forza di un gruppo certamente dotato di risorse, ma che è un carro armato che macina tutti da 4 stagioni?
"Il segreto di Siena è che sono bravi e che ognuno fa quello che gli compete".
Lo scarto medio nelle 4 gare della Finale è stato di 19,75 punti. Una sorta di KO tecnico, parafrasando la boxe?
"Asciugamano quasi sempre a portata di mano da gettare sul ring da parte degli avversari".
E' stato lodato abbastanza un coach come Simone Pianigiani, che da quando ha iniziato a fare il coach (4 stagioni) ha vinto 4 Scudetti e ha solo 40 anni?
"C'è chi ha vinto prima di lui e più di lui. Gli manca l'Europa, però".
Hai qualche consiglio da dare ai dirigenti sportivi delle altre squadre?
"Programmate e date meno retta agli agenti, soprattutto se sono gli stessi dell'allenatore. Come diceva un vecchio saggio, esiste un solo affare che si ingrossa in mani altrui".
Come vedi la stagione 2010/2011? Potrebbe essere l'ennesimo monologo senese?
"Come direbbe Veltroni: ma anche no".
FRANCAMENTE
