Teramo ha chiamato – appena rimessi in decente ordine carte e soldi – e coach Alessandro Ramagli ha risposto.
L’uomo di Livorno, capace lo scorso campionato di salvare la squadra arrivando in corsa e fidando su un “gruppo ariano” non certo grondante di talento, ha detto sì, per la gioia dei tanti in società che lo volevano fortemente, a partire dal Patron Lino Pellecchia e dal Direttore Sportivo Lorenzo Marruganti, che – appena avuto il via libera dai nuovi proprietari – si è attaccato al telefono con il preciso intento di spiegare a Ramagli che le brume brianzole al profumo d’Eurolega, annusate da primo ufficiale, non valevano il profilo del “gigante che dorme”, scrutato da capitano.
E allora, nonostante le lusinghe del miglior coach di Serie A (“Andrea Trinchieri è stato davvero squisito”, chiosa il Nostro), Alessandro Ramagli ha virato verso Teramo, senza chiudere l’accordo con la volpe argentata Bruno Arrigoni e definendo invece con la società biancorossa un contratto biennale.
Oggi è previsto il primo bagno di folla, alle 16, presso la sede del Teramo in Via De Albentiis. Poi sarà il tempo di mettersi subito al lavoro.
Intanto, due chiacchiere ad accordo ormai ufficializzato.
Alessandro, alla fine sei tornato…
“Sentirmi fortemente voluto è stato un onore e un segnale chiaro. Sentivo di dover tornare. Per questo ho rinunciato alla ipotesi allettante e gratificante di Cantù, che ringrazio per avermi cercato”.
Tutti a tessere le tue lodi. Al di là del rischio di montarti la testa, cosa pensi di aver lasciato nella tua prima esperienza teramana di così forte, da produrre questa ferma volontà di ripartire da te?
“Credo, semplicemente, di essere stato me stesso. Un uomo schietto, che non ha mai nascosto le carte né le difficoltà. E se questo mi ha portato alla riconferma io ne sono felice”.
Teramo ha contratto con Polonara, Martelli, Cerella e Marino. La squadra quindi puoi farla dal principio, insieme a Marruganti. Non ti chiedo nomi, ma almeno linee guida…
“Direi che la squadra della scorsa stagione ha fatto vedere individualità e valori che sono le prime linee guida dalle quali ripartire. Quindi inizieremo guardando a quella squadra per costruirne una nuova che sarà, giocoforza, comunque diversa”.
Il tuo braccio destro sarà ancora Emanuele Di Paolantonio?
“Le mie impressioni favorevoli, che ti dicevo prima in relazione alla squadra in campo, sono naturalmente da estendere a tutta quella che io chiamo la squadra invisibile, che lo scorso campionato è stata fantastica e determinante. I tanti che quotidianamente hanno lavorato in campo e fuori per la salvezza del Teramo. Per cui direi che si riparte da quello staff e quindi da Emanuele”.
BENTORNATO
