Tonino Valerii
CLINT EASTWOOD, UN RICORDO

Il compianto fondatore e direttore artistico di Roseto Opera Prima, ricorda il grandissimo attore e regista in un articolo pubblicato nel programma del festival cinematografico del 2005.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerd́, 07 Giugno 2019 - Ore 12:45

L’immagine primaria che si presenta ogni volta che penso a Clint Eastwood è quella di una trattoria col pavimento letteralmente coperto di carapaci, di gamberi giganti e scampi (i famosi carabineiros) e del suo volto meravigliato, incerto se passarci sopra o restare in attesa che qualcuno facesse pulizia.

Il suo igienismo era proverbiale.

Era il 20 maggio 1967, una domenica e stavamo al “Rincon de Pepe”, un ristorante di Almeria, i cui crostacei erano nominati lungo tutta la Costa del Sol e io lo avevo invitato a pranzo per festeggiare i miei trentatré anni.

Contrariamente al solito era sorridente (il suo volto, normalmente, era atteggiato ad una assorta riservatezza) e forse solo al momento dell’ingresso nel ristorante si pentì di aver accettato il mio invito. Poi però, mangiando gli ottimi crostacei, dovette ricredersi, visto che si abbandonò ai piaceri della tavola.

Era strano, Clint. Non parlava mai (tantomeno con il regista Sergio Leone), sedeva all’ombra a leggere i giornali e settimanali americani che gli arrivavano tramite l’Ambasciata. Non faceva mai osservazioni sul copione e sulle riprese. Badava molto a quello che doveva mettersi addosso. Se qualcosa non andava, diceva: “No, questo no, questo non è western”.

Non si vedeva mai con nessuno. Finito il lavoro tornava in albergo e l’auto, che la produzione gli aveva assegnato, a un certo punto doveva consentirgli di fare jogging per non meno di dieci km. Quindi, doveva seguirlo per oltre un’ora a passo d’uomo!

Tornato in hotel, saliva in camera e non ne scendeva più. Dopo le prime settimane, arrivò la moglie, che lo seguiva sul set. Non li ho mai visti scambiarsi una parola, un cenno, un sorriso. Seppi poi che erano già in crisi e che, tornati a Hollywood, si separarono.

Non ci voleva molto a capire che ce l’avrebbe fatta. A capire che aveva qualcosa dentro che non riusciva ancora ad esprimere. Che il film che stava girando sarebbe stato la spinta propulsiva verso mete più alte e che quel regista italiano gli aveva, magari a contrasto, indicato vagamente la strada de seguire.

Don Siegel poi seppe fare il resto. E si vede: non era difficile capire che Clint si sentiva meglio “dietro” la macchina da presa che davanti. Ovvero “davanti”, ma con lui stesso “dietro” a dirigerlo!

Tonino Valerii


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TONINO VALERII
Io, il cinema, Leone, Fonda, Gemma, Hill, Spencer.

Intervista del 6 giugno 2009, di Luca Maggitti.
https://www.youtube.com/watch?v=U4jxDfHpcyg&t=207s


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TONINO VALERII


23 febbraio 2015
ALEJANDRO GONZALES INARRITU, OSCAR 2015, PREMIATO AL SUO ESORDIO NEL 2001 DAL FESTIVAL ROSETO OPERA PRIMA.
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ADDIO, TONINO VALERII.
Ci ha lasciati un vero uomo di cinema e di cultura. ‘Roseto Opera Prima’,  il festival da lui creato e diretto, è fra quelli che contano. Il ricordo di Mario Giunco, pubblicato su Eidos News.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=15713

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Una battuta di ‘Pippo’ in ‘Don Matteo’ innesca qualche riflessione e apre il libro dei ricordi.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=16812







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