Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
VILLA BORGHESE: GIRO COMPLETATO!

Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 03 Maggio 2021 - Ore 18:00

Doverosa premessa: non ho le conoscenze né di uno studioso di storia, né di arte, né di una esperta guida di Roma. Quello che segue è un approccio, una sorta di boa d’appoggio che, nell’aiutare a galleggiare, dia il tempo di “vedere e sentire” quello che un peripatetico come me vede e sente. Le innumerevoli pubblicazioni sull’argomento soddisferanno certamente chi s’è finora sfiancato a causa dei miei scombiccherati pensieri in libertà, sopportati  dall’editore di Roseto.com.

LA PRIMA PARTE DEL GIRO A VILLA BORGHESE
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=18877

LA SECONDA PARTE DEL GIRO A VILLA BORGHESE
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=18896

LA TERZA PARTE DEL GIRO A VILLA BORGHESE
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=18912

LA QUARTA PARTE DEL GIRO A VILLA BORGHESE
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=18937

Se ad un romano dici: “Muro Torto”, lui pensa subito a quel tratto di strada, che trae origine da Piazza della Croce Rossa (per intenderci il Ministero dei Trasporti) e, dopo aver attraversato Villa Borghese con una serie di sottopassaggi, sfocia a Piazzale Flaminio, quella che  “casca in bocca” a Piazza del Popolo.

Salendo da Piazzale Flaminio in direzione della Stazione Termini e viceversa, sopra di te vedi stagliarsi un Muro. È davvero storto. Ecco il Muro Torto! Ma è proprio un ponte! Sono sopra il ponte e guardo giù. Un fiume di macchine nei due sensi di marcia. Soltanto per le migliaia di scooteristi che si esercitano in gimcane a volte spericolate, il traffico “nun esiste”.

Viste le continue soste dovute al “tappo” creato dai semafori, fermate di autobus e metropolitana, nonché dagli attraversamenti pedonali di Piazzale Flaminio, i guidatori, una volta, quando c’era ancora l’abitudine di comprare i quotidiani, passavano il loro tempo a leggere. Si sente dire che qualcuno, nelle lunghe soste, ha avuto il tempo di prepararsi per superare il dottorato alla Cornell University in Ithaca.

In epoca più recente, invece, si ascolta la radio e si usa il cellulare per inviare like agli sms che  gli altri inviano. Scrivere, anche soltanto per manifestare la non condivisione, è  diventato un esercizio davvero spossante, ma leggere poi, non ne parliamo.

Casca a fagiolo l’espressione: “Una immagine vale più di mille parole”. Ah, ecco perché esistono i like e le emoticon! In un recente video un videomaker (sarebbe un creatore di video), ha affermato: “Oggi i filmati su youtube non debbono superare i due minuti, se vuoi che li vedano!”. Va tutto di corsa!

E pensare che io mi ostino a scrivere pezzi, pur pungendomi vago il sospetto che neanche i miei parenti più stretti spendano il loro tempo a leggerli. L’unico che li legge, ma  “soltanto” in ragione del suo ufficio è l’editore di Roseto.com. Che bella tempra! Abruzzo forte e gentile!

Ah già, sto entrando ai giardini del Pincio. Per me il Pincio non si batte! Il posto, l’affacciata, i colori, gli odori, il silenzio (a certe ore), il ponentino (la sera), il tramonto col cielo rosso, appagano l’anima. Ogni cosa che ti circonda inizia a vibrare. Le foglie emettono suoni, tutto emette suoni. Per rendere l’idea, al Pincio mi sento come quel tizio all’esito di novanta sedute dallo psicanalista di fiducia.
 
Da dove comincio? Da questo grandissimo suonatore di tromba che delizia tutti col suo accompagnamento dato da strumenti elettronici. Suona benissimo. È un sudamericano. La solita frase fatta: “Hanno la musica nel sangue!”. Quasi tutti versiamo qualcosa nel suo cestino. E lui ringrazia sempre.

A destra, dritto oppure a sinistra ? Vedo che affittano risciò. In campana: con questi mezzi, qualche volta la pedalata sarà così faticosa che “chi mà cecàto ammè!” uscirà spontaneo. Per i più pigri, anche se si mette la scusa di  accompagnare i pupi, c’è un bel trenino. Se invece  mantenete ancora un buon equilibrio, cosa migliore del monopattino elettrico non c’è. Se ne avete voglia e gambe, scegliete una bici. Al solo pensiero della pedalata m’è venuta sete. Là, più avanti c’è un bar. Mi rifocillo.
 
Mi devo fermare! Quattro atletici poliziotti motociclisti sono in piedi accanto alle loro super motociclette. Hanno facce aperte e sorridenti. Vedi subito in loro  dei validi ed efficienti tutori dell’ordine, sempre pronti, in qualsiasi situazione. Infondono sicurezza, tant’è che le persone si avvicinano pur se con timidezza. Ecco allora degli “sfrontati”: giovinetti che si scialano nel fare la foto vicino alle moto coi poliziotti schierati. Ed ecco che si inizia a chiacchierare  

Un piccolo, ma davvero piccolo bambino viene poggiato delicatamente su una moto. Uno dei poliziotti lo sorregge amorevolmente. Il modo e la delicatezza con le quali trattiene il piccolo, fanno capire che dev’essere padre anche lui!
 
Questa è l’immagine che la gente vuole vedere: le forze dell’ordine come noi! Sempre presenti! Con te, se ne hai bisogno. Non resisto, mi avvicino anch’io e chiedo se posso scattare una foto. Accettano volentieri. Li ringrazio.

Al Pincio sono presenti centinaia di busti. A qualcuno è stato asportato il naso, mentre a qualcun altro nientedimeno che la testa. Gli autori, moderni Vandali, non sono certo amanti dei beni della collettività, ma evidentemente soltanto dei loro beni.
 
Qualche personaggio è noto. Chi non ha mai sentito parlare di Garibaldi e del suo: “Obbedisco”?  Certo se si comincia a chiedere di Giolitti, il gioco diventa un po’ più complicato. Piena riabilitazione con Leonardo  da Vinci. “Ah, ho visto lo sceneggiato in televisione! Un po’ palloso, quando si fermava a vedere gli uccelli che volavano!”. Ma hai visto come illustrava il corpo umano?  “Veramente in  TV vedo solo CSI Scena del crimine!”.

Per la stragrande maggioranza degli altri busti: il buio è quasi assoluto. Un tale mi colpisce. È Luigi Carlo Farini. Chi è mai costui? Wikipedia, aiutami tu! Leggo che è stato nientedimeno che presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia nel 1862-1863. Soddisfatta immediatamente la mia curiosità, sono certo che potrò dimenticarlo presto. È vero: la memoria a breve termine è proprio a breve termine.

Perché l’informazione rimanga nella memoria a lungo termine dovrei fare esercizi di ripetizione cadenzati nel tempo. Ma a che mi serve? Meglio rimanere nella mia ignoranza crassa e sorridere beatamente, quando qualcuno mi pone una domanda alla quale non so rispondere.

In televisione, seguendo alcuni quiz televisivi, ci adiriamo nei riguardi di quei concorrenti che sorridono quando ignorano. Non il minimo rossore colora le loro gote! Questi sì che sono grandi! A pensarci bene  neanche noi sapevamo la risposta! È vero, ma noi non abbiamo avuto la faccia di tolla di presentarci al quiz televisivo. Una voce in sordina: “Non è vero, la domanda l’avevamo presentata. Sono loro che non ci hanno chiamato!”.

Ora mi chiedo: se per tutti quelli che si sarebbe voluto non dimenticare sono stati creati appositi busti, e oggi non ricordiamo che pochi nomi di questi illustri personaggi, cosa dovrebbero fare i nostri politici per essere ricordati dalle generazioni future? Va bene, facciamo loro il busto, poi si vedrà se si tratta di oblio o di amnesia. Io propendo per l’oblio!

Arrivo al piazzale, meglio dire alla terrazza belvedere. Qualche anno in pieno inverno era presente un impianto che consentiva il pattinaggio sul ghiaccio.  Da giovane andavo abbastanza bene sui pattini a rotelle, ma quelli sul ghiaccio quando li ho provati sono risultati subito un’altra “pedalata”. Il ricordo comunque rimane piacevole.

Amici, che vista dal piazzale! Dritto in fondo la cupola di San Pietro. Ma si, quello è Castel Sant'Angelo, e quello in fondo a sinistra? Ma è il Gianicolo! Ma è possibile? Ma sì, quello è il Quirinale. Se si arrivasse a vedere il tricolore issato, sapremmo che il Presidente della Repubblica è in sede.

E questa piazza qui sotto, sul quale il piazzale si affaccia? Magnifica, larga, bella, pulita? È Piazza del Popolo! A me sembra che piazze così grandi e belle a Roma non ce ne siano.

Al centro un obelisco con fontane e leoni. Gli  obelischi sparsi per Roma mi spingono a pensare: ma come hanno fatto gli antichi romani a  portarli dall’Egitto? Non c’erano certo i container di oggi. Fermi là: e allora per la costruzione del Colosseo? Mi sto incasinando. Mi fermo qui.

Intorno a piazza del Popolo conto tre chiese. In quella di S. Maria del Popolo, “appiccicata”  a porta Flaminia, fra gli altri tesori d’arte, entrando, a sinistra, trovi due opere di Caravaggio. Più le guardi e più ti chiedi: ma come ha fatto?  Valgono almeno un selfie! Chissà quanti emoticon arriveranno! Stop! Non ho sufficienti competenze di storia dell’arte e il cammino inizia a diventare periglioso.  

Spingo lo sguardo in avanti e riconosco via Cola Di Rienzo. Voi, che tutto sapete, mi ricordate che era un condottiero. Fate bene perché, come molti romani, io ricordo invece la via, perché è piena di negozi e  là ci si compra bene.

A pochi passi dal belvedere del Pincio c’è la Casina Valadier. Si erge maestosa e la trovo elegantissima. È circondata da giardini e dal suo terrazzo, il panorama è davvero strepitoso. Cupole, strade e tetti.

Un mia cugina fece organizzare il ricevimento di nozze nei locali della Casina Valadier. Tutto fu eccellente, ma io ebbi l’infausta idea di mettere delle scarpe che risultarono strette. Le scarpe strette sono come il mal di denti: pensi solo a quello. Il piacere che provai quando mi fu concesso di toglierle, si avvicinò all’estasi. Preso dal ricordo, controllo. Ma si, indosso scarpe comode!

Un cenno particolare meritano le terrazze sulle quali si affaccia il Pincio. Le terrazze che vedi, a volte, pur se piccole, sono una ricchezza: ci si può ancora stendere il bucato che il solito ponentino provvede ad asciugare. Risparmiamo su  un elettrodomestico lava-asciuga. Ma quello che a me piace di più delle terrazze è che i romani, specie d’estate, lì si ritrovano.
 
Provate ad affacciarvi al Pincio quando la città accende le sue luci. Tutti i terrazzi risplendono. Riuscite a sentire il tono allegro di tante voci. I bambini giocano e si rincorrono, i genitori chiacchierano. Qualcuno   ha portato della porchetta da Ariccia. Va consumata con pane casereccio ed accompagnata da vino dei castelli.

Gli anziani si godono il fresco e la compagnia dei giovani. Eh sì, agli anziani piace la compagnia! La centellinano, se la gustano. Ne hanno sempre così poca!

Continuo a girare e mi fermo di fronte al monumento a Enrico Toti, un bersagliere privo di una gamba, divenuto eroe nella Grande Guerra. Finite le munizioni lanciò la stampella contro il nemico. Quanti di noi italiani lo ricordano? Chi è la Ferragni però non ci sfugge...

Guarda: questa costruzione riporta la scritta “Ascensore”. L’ingresso è sbarrato. Mi avvicino. Certo, sarebbe bello se lo rimettessero in funzione! Più avanti c’è un orologio che funziona ad acqua. Indica l’ora sbagliata, ma rimani lo stesso a bocca aperta. L’inventore doveva avere un bel cervello. Io rimango ancora meravigliato nel vedere come l’acqua arrivi al piano del mio appartamento. Va bene, c’è la pompa che la sospinge! Eh si, sembra facile, ma come funziona una pompa che riesce a spingere l’acqua? Mamma mia, sono rimasto all’abc!

Il giro di Roma finisce qui. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di poggiare il proprio occhio oltre la terza riga di quanto pubblicato su Roseto.com. Se, per caso, qualche sopravvissuto ai miei sfiancanti pensieri in libertà, nutre lo stravagante schiribizzo di volerne leggere altri, provi a farlo  sapere a Luca Maggitti, editore di Roseto.com.
 
Abbrraasss.

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