 |
Andiamo...
Il Pilota
(Ivano Fossati - "Ventilazione")
Il pilota non porta mai
pensieri pesanti
che sarebbero già da soli
tutto carico in più.
Né sciarpe, occhiali e ricordi
lasciati distanti,
che la bestia è pesante da tirare su.
Con la nebbia di Milano
che gli morsica il culo
per allegria,
col carrello e i bagagli
tutti quanti già su,
a vedere Linate diventare Pavia
oh, che tempo, che tempo, dai che andiamo via
oh, che tempo, che tempo, dai che andiamo via.
Tenuto conto
che la terra non finisce mai
troppo lontano,
specialmente per chi se la calcola da lassù,
i profumi di Grecia non toccano
queste altezze padane
mentre i cieli di Rimini arrivano bene da giu.
Solo l'Africa, qualche volta,
restituisce il sapore
dell'andare via,
ma di tempo per soddisfarsi
mica sempre ce n'è
per chi vede ogni volta Linate
che diventa Pavia
e sa bene che il tempo cambia andando via
e sa bene che il tempo cambia andando via.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Il cielo...
Anche se a volte ci serve da specchio, di tutti i luoghi abitati il cielo rimane il più enigmatico. E forse, se ha sempre avuto qualcosa di inaccessibile e di sacro, è perché Dio lo ha voluto così: in caso contrario, ci avrebbe fatti più leggeri dell’aria. Più o meno con queste argomentazioni filosofiche, nel 1670 – quando già si sapeva che l’aria, essendo un gas, aveva un peso – il gesuita Francisco Lama fu invitato ad accantonare il progetto di un pallone aerostatico.
William Langewiesche, incipit di “La virata” (1998), Adelphi 2006.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Amsterdam
Amsterdam
(Diaframmma - Siberia, 1984)
Scender le scale sfiorando il muro
non dare importanza
a chi passa vicino.
Cercando qualcosa di indefinito
la notte svanisce al piano di sopra.
...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Amsterdam
Amsterdam
(Diaframma - Siberia, 1984)
Nelle mia mente
ogni cosa sopravvive in silenzio
sento l'attrito
di grida esiliate dal mondo.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Amsterdam
Amsterdam
(Diaframma - Siberia, 1984)
Come frammenti pulsanti di vita
voci alterate si sono dissolte.
Dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove il giorno ferito impazziva di luce,
dove il giorno ferito impazziva di luce...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Banche...
"Cos'è derubare una banca rispetto a fondarne una?"
Bertolt Brecht
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Orgia di raggi...
Ammucchiata pedalante.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Pioggia...
Here comes the rain...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Testacoda
Maybe 69...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Contrapposizioni...
Biciclette.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Suicidio
Pedalando verso la morte...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Cogli l'attimo...
...prendi la barca!
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Il canale...
...della pace.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
La forza della musica...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Pensieri pedalanti
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Advertising
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Evidenza...
Un uomo sulla spalla di un gigante vede più lontano di tutti e due.
George Herbert
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Caffè...
...solo per chi scrive molto ma molto bene...
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|
 |
Don Chisciotte
Confessione di Alonso Chisciano
(Fossati, Lamberti Bocconi – Discanto)
Giro nel mio deserto e stò tranquillo
ho solo il vento per barriera
Ah, che cavaliere triste
in realtà avevo dato il cuore
alla luna
e la luna l'ho barattata col temporale
e il temporale con un tempo ancor meno normale
e il tempo stesso con una spada
che mi accompagnasse
fuori dei confini di quello che è reale.
E più mi accorgo di amare l'ignota destinazione
più lungo sterpi e rovesci
non ritorno.
A me, a me, a me
una pazzia d'argento
al mio cavallo una pazzia di biada
Ah, come hai potuto pensare
di cambiarci la strada
che se la morte è soltanto un mare
vedi, mi ci tuffo vestito
Ahi, polvere delle mie strade
ah, scintille del mio mare inaridito
come hai potuto pensare
di spogliarmi proprio adesso
giro nel mio deserto e fa lo stesso
Per non scalfire il tuo senso morale
ma dentro
caro il mio ingegnoso narratore, dentro,
dentro è tutto un altro carnevale
Mi porto dietro latta, legni
l'antico arsenale
carambole di fantasmi io conservo
conservo pezzi di temporale
le chiacchiere sul mercato
che vergogna, che spavento
la normalità eterna
Risvegliarmi un'altra volta senza fiato
fra il pianto scemo del barbiere
e il sudore muto del curato
io qui vedo l'orizzonte
e faccio finta di accettare
le predizioni della scimmia che indovina
Io, tirar di scherma con la grandine, le dame.
Ah, che compagnie infelici
cavalieri di specchi, minestre di radici
dormo nella follia
e tutto il teatro con me
Ma senti che odore di carta e incenso
da una parte ti dico grazie
e dall'altra continuo
solo e senza corpo a scornarmi con il vento.
Foto: Nicola Celli
|
|
|
|