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Divisione Nazionale B – Girone C – MEC Energy Roseto Sharks
PIERPAOLO MARINI, QUEL TALENTO CHE TUTTI CHIAMANO OBAMA
Pierpaolo Marini.
[Mimmo Cusano]


Pierpaolo Marini.
[Mimmo Cusano]


L’articolo pubblicato su IL TEMPO.

Articolo dedicato al giovane rosetano, pubblicato oggi su IL TEMPO.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 11 Gennaio 2013 - Ore 23:00

Pierpaolo Marini, guardia-ala piccola di 192 cm del Roseto Sharks, è un ragazzo rosetano che a ottobre compirà vent’anni. Viso da bambino su un corpo cresciuto troppo in fretta, parla poco ma non passa inosservato. Altrimenti non avrebbe addirittura tre soprannomi.
 
Il primo è stato ‘Cobra’, coniato da Saverio Di Blasio, istruttore che lo ha svezzato al minibasket, che chiosa: «Ipnotizzava e, al momento giusto, colpiva battendo l’avversario».
Il secondo, istituzionale e arrivato con lo sviluppo, è ‘Obama’, per quella sua somiglianza – dalla carnagione olivastra al viso – con il presidente degli Stati Uniti d’America.
L’ultimo, il più saporito, è il dialettale ‘Vracciò’, che sottolinea la lunghezza delle sue braccia.
 
Pierpaolo sorride appena e si schermisce dietro un silenzio che è un impasto di umiltà e valori tradizionali, inculcati da una famiglia che gli è molto vicina. Il padre, Tonino, lo segue dappertutto ed è per lui come la canna dritta al quale il giovane arbusto viene legato dai contadini per crescere sano.
 
Rosetano purosangue, Pierpaolo è una delle belle sorprese del Roseto Sharks, secondo in classifica nel girone C della DNB con una striscia aperta di 5 vittorie. Neppure ventenne, ‘Obama’ nutre un amore viscerale per la sua squadra del cuore, tanto da aver rifiutato questa estate anche un ingaggio in categoria superiore (DNA), pur di restare nel Lido delle Rose e trovare minuti in un posto – quello di esterno – che a Roseto vede la presenza di un altro bravo giovane (classe 1989): il titolare Niccolò Petrucci. Ma Pierpaolo è così, la sua alma mater non si tocca, come chiarisce Ernesto Francani, che lo ha allenato sia in C2 sia in C1: «Obama è un ragazzo che stravede per la sua squadra. Questa estate, prima di iniziare il campionato, lo avevo invitato a riflettere bene sulla scelta da fare, anche guardando alle offerte in categoria superiore e considerando la sua carriera. Lui però, innamorato del Roseto come me, ha voluto restare».
 
Il giovane di belle speranze del basket rosetano ha iniziato nella Scuola Minibasket Roseto di Saverio Di Blasio, dalla quale sono usciti anche altri atleti che oggi si fanno onore in cadetteria, come Innocenzo Ferraro (capolista con il Nord Barese in DNB), Alessio Di Sante (compagno di squadra di Marini nel Roseto), Edoardo Di Emidio (già a Chieti e oggi in DNC a Lanciano), Luca D’Eustachio (giovanissimo fresco di Trofeo delle Regioni con l’Abruzzo) e coach Pierpaolo Di Gianvittorio, oggi assistente in DNB e responsabile del settore giovanile a Marostica, nonché capo allenatore del Veneto secondo al Trofeo delle Regioni dove l’Abruzzo, vincendo il derby contro le Marche, ha ottenuto un discreto nono posto.
 
Saverio descrive così il suo ‘Cobra’: «Pierpaolo ha seguito le orme del fratello Gianluca, che faceva minibasket prima di lui, guardandolo allenarsi. Si è innamorato del basket in un modo incredibile. È un ragazzo riservato, che sembra timido e invece è solo umile e ben educato, segno che ha alle spalle una famiglia dai solidi valori. In gruppo, nel minibasket, si è sempre fatto benvolere e dovunque io lo abbia portato, in giro per tornei in Italia, le famiglie che ci hanno ospitato lo hanno sempre amato per la sua compostezza».
 
Dopo il minibasket, Marini va in C2 alla Virtus Roseto di Ernesto Francani nel campionato 2009/2010. A 16 anni, in campo il suo coach se lo ricorda così: «Lavoratore puntiglioso, dimostrava più della sua età visto come si arrabbiava per un tiro sbagliato o una prestazione negativa. Me lo sono ritrovato poi nella stagione successiva in C1 a Roseto, dove ha giocato poco, ma ha lavorato duro in allenamento, migliorando molto in difesa e nella velocità di piedi». Per Francani, ‘Obama’ ha un futuro da giocatore: «Con lo sviluppo e la corretta muscolatura, le sue prestazioni crescono e può farsi valere di più sul piano atletico. In poco tempo è molto migliorato e credo gli abbia fatto molto bene la stagione scorsa, passata in doppio tesseramento fra la Serie A di Teramo, dove giocava nelle giovanili, e la DNC di Lanciano. Io credo lui possa migliorare ancora e, con l’esperienza che gli deriverà dai minuti in campo, diventare un giocatore professionista».
 
Coach Alessandro Ramagli, che lo ha allenato a Teramo nella scorsa stagione, portandolo qualche volta anche in panchina in Serie A, ha avuto parole di elogio per il taciturno rosetano, osservando che forse era arrivato un po’ tardi in una squadra professionistica, ma non precludendogli soddisfacenti sviluppi di carriera, viste le qualità.
 
Intanto, Pierpaolo continua il suo processo di maturazione seguendo i consigli del coach veterano Phil Melillo, da un mese e mezzo alla guida del Roseto Sharks. Dopo 16 gare – con due partenze in quintetto base – Marini gioca 15,9 minuti di media, durante i quali segna 6,3 punti, cattura 2,7 rimbalzi e totalizza 7,5 di valutazione.
 
Nell’ultima, facile vittoria interna contro il Bernalda, ‘Obama’ ne ha segnati 17 in 24 minuti, con 6 rimbalzi e 15 di valutazione. Anche nella penultima gara fra le mura amiche del PalaMaggetti, e cioè nel tosto derby contro il forte Pescara, Marini si è messo in bella mostra, segnando 12 punti e catturando 3 rimbalzi, totalizzando 17 di valutazione in 21 minuti. Quando gioca davanti al suo pubblico, il ragazzo assorbe gli applausi, prende coraggio e offre prestazioni che, quando arriveranno anche in trasferta, faranno di lui un protagonista assoluto del girone.
 
Coach Phil Melillo osserva: «Credo sia uno degli under più interessanti del girone, se non il più interessante in assoluto. Ha di buono che è super intelligente cestisticamente e sa fare un po’ di tutto, ma in tutto ha margini di miglioramento. Tira bene da tre punti ma può migliorare, penetra bene ma può migliorare, difende con applicazione ma può migliorare. Una cosa che credo ottima in relazione al suo ruolo di esterno è che non ha paura di andare a rimbalzo di attacco, riuscendo anche a strappare carambole ai lunghi». Insomma, il futuro è dalla sua parte, vista la giovane età e la serietà con cui prende il suo ‘lavoro’ di giocatore di basket, anche se la mattina va a scuola (frequenta l’Istituto d’Istruzione Superiore Moretti di Roseto).
 
Quanto alla sua timidezza, Phil Melillo è ottimista «Obama è un po’ chiuso, ma noi ogni tanto gli facciamo qualche battuta per farlo sorridere un po’, anche perché è raro che in allenamento si distragga o perda la concentrazione». E, a proposito di Obama, la domanda finale al coach oriundo statunitense e nativo di Newark è d’obbligo: quali le differenze cestistiche fra il presidente USA, appassionatissimo di basket e pure discretamente munito di talento nei pressi dell'area pitturata, e il suo giovane giocatore? Melillo scoppia a ridere, raccoglie l'assist e risponde pronto: «L’Obama americano è forte ma è mancino, il nostro è destro».
 
[Pubblicato su IL TEMPO del 11.01.2013.]
 
Luca Maggitti
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