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Uomini di Basket
ALESSANDRO ANGELI: IL CAMPIONE DEL MONDO OVER 45 LANCIA LA SFIDA.
Alessandro Angeli a Salonicco, con l’Italia Over 45 con cui ha vinto il Campionato del Mondo di categoria di Maxibasket.

Alessandro Angeli in palestra a Salonicco, dopo la vittoria in Semifinale.

Alessandro Angeli con la maglia del Roseto Sharks nel campionato di C2 2009/2010, l’ultimo vinto sul campo dai rosetani, nella gara contro il Maccabi Ripalimosani.
[Mimmo Cusano]


Intervista all’ex rosetano, che ha ancora voglia di giocare ogni domenica. E che si allena – da 30 anni – con più costanza di tanti giovanotti.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 24 Luglio 2013 - Ore 14:45

Alessandro Angeli arrivò a Roseto degli Abruzzi nel 2009, chiamato in C2 da Michele Martinelli – sempre lui – per mettere mano a un campionato e portarlo a casa senza problemi (quello della rinascita degli Sharks, l’ultimo vinto sul campo).
 
“Sandrino” fece il suo, faticando il giusto in uno squadrone che aveva altri “fuori categoria” come Janis Porzingis e Domenico Marcario (ma pure gli indigeni Marco Verrigni e Andrea Pomenti lo erano).
 
Ventelli e trentelli, ma soprattutto l’abnegazione e l’impegno che non ti aspetti da uno che ha giocato davvero a basket, negli anni gloriosi e nelle serie professionistiche italiane e anche nelle massime serie di Spagna (Murcia, ACB) e Francia (Evreux, PRO A).
 
La fama di spaccapalle lo precedeva, ma a Roseto quel che saltò agli occhi non fu la sua irascibilità, bensì l’assoluta dedizione all’obiettivo di quel campionato: vincerlo dominandolo e senza storie. Lui e Porzingis (altro giocatore sprecatissimo per la C2) avrebbero potuto giocare con i mignoli, invece ci diedero dentro con una volontà spesso sconosciuta persino ai ragazzi giovanissimi che di “fame” ne dovrebbero avere moltissima.
 
Domenica scorsa, Alessandro Angeli – classe 1965, quindi 48enne – ha vinto a Salonicco con l’Italia Over 45 il Campionato del Mondo di Maxibasket. La chiacchierata è perciò un piacevole obbligo.
 
Alessandro, ma hai davvero 48 anni?
«(Sorride)... sì, la carta d’identità non è truccata. Sinceramente però è una risposta un po’ complicata, nel senso che la mia età biologica, per il tipo di vita che ho sempre fatto e l’allenamento molto assiduo che faccio ogni giorno da circa 30 anni, mi permette di essere sempre molto competitivo in tutto ciò che faccio».
 
Quindi quanti te ne senti addosso?
«Mi sento un 35enne, ovviamente per tenermi un po’ largo (ride ancora)».
 
Sei, obiettivamente a guardarti, in grande forma. Quanto e come lavori sul tuo fisico?
«Dedico ogni giorno due ore di palestra al mio corpo, suddivise in lavoro con i pesi che comprende gambe, braccia, addominali e dorsali (diciamo un total body) e un altro tipo di allenamento che genericamente chiamo “cardio”, che è fondamentale per lo sforzo fisico massimale, per poter giocare a basket nel modo che intendo io e cioè di corsa e non camminando».
 
Curi la tua alimentazione?
«Pratico una alimentazione controllata, ma non maniacale. Diciamo che è molto proteica e che non esagero mai in nulla. Poi non bevo alcolici e non fumo».
 
Altri accorgimenti, per essere un Over 45 con la tua forma fisica?
«Il mio segreto è allenarsi, allenarsi, allenarsi. E poi sono molto competitivo di testa, quindi se faccio una cosa devo essere sempre in grado di poterla fare al meglio, altrimenti non mi metto neppure».
 
Parliamo del Campionato Mondiale di Salonicco. Ti aspettavi la Medaglia d'Oro Over 45?
«Sinceramente, dagli allenamenti svolti in Italia, no. Poi, invece, in Grecia si è creato un gruppo, tra i giocatori che andavano di più in campo, fortissimo e senza gelosie. Tutti pronti a sacrificarsi per la squadra. E lo specchio era la nostra difesa, veramente arcigna».
 
Anche ai Mondiali, ventelli come se piovesse. A che media hai chiuso?
«Faccio prima a darti i miei tabellini: 24, 30, 23, 25, 25, 20».
 
OK, media di 24,5 punti per gara. Come hai trovato la manifestazione, a livello umano e sportivo?
«A livello sportivo le squadre sono tutte molto agguerrite e ben costruite, ma la cosa che mi ha sorpreso più piacevolmente è stata che in partita ci si picchia, a volte ci si insulta, ma poi appena finita tutti in campo insieme a fare foto e scambiarsi complimenti sinceri. Questo è lo spirito che adoro».
 
Medaglia d'Oro, nello stesso giorno, per tre highlander come te, Claudio Capone con l'Over 40 e Mario Boni con l'Over 50. Un pensiero per questi due tuoi amici, avversari in tante battaglie sui campi?
«Sono molto contento per Mario e Claudio, perché anche loro hanno ancora la voglia di misurasi su un campo da basket, gioendo come bimbi ad ogni canestro fatto come fosse sempre il primo della carriera. Mando loro un grande abbraccio e l’arrivederci alla prossima competizione».
 
Dopo i vostri Ori, qualche giocatore ha osservato, su Facebook, che si dovrebbero rendere obbligatori gli Over, non gli Under. Al di là della battuta, cosa pensi delle leggi a tutela dei giovani?
«Potrei parlare per ore di questo argomento, ma qui dico soltanto che nello sport non devono esistere tutele per nessuno. A mio avviso non conta che età hai o di che razza sei, ma soltanto cosa sai fare e, soprattutto, dimostri di saper fare in campo. Fino a qualche anno fa non esistevano queste imposizioni e il basket è sempre andato avanti, producendo giocatori. Oggi, con queste tutele, diventa un’illusione per molti ragazzi, che non si rendono conto che il loro posto non se lo sono guadagnato con il sacrificio, ma grazie a una legge stupida. Poi un giorno si svegliano, l’età della tutela è passata e – già a 23 anni – si accorgono che non sono più giocatori. Direi che in questo modo si fa soltanto il male del basket e il male dei giovani».
 
Ho trovato molto bello che, nello stesso giorno (domenica 21 luglio 2013), l'Italia abbia vinto Ori nelle tre categorie Over e anche quello Under 20 Europeo. Ma allora, dimmi, questo basket è in crisi oppure no?
«Il basket, purtroppo, se non si cambia radicalmente è destinato a sparire».
 
Tornando a te, quanti campionati hai giocato finora?
«Penso 27 o 28, non ricordo con precisione».
 
Alessandro, dimmi la verità, ma avresti ancora voglia di continuare a giocare a livello professionistico?
«Sinceramente sì, perché fisicamente sono ancora molto competitivo e penso che potrei essere un esempio per come ci si allena e con quanto entusiasmo e dedizione bisogna farlo».
 
Ti saluto rinnovandoti i complimenti per l’Oro Mondiale e sfidando la tua onestà intellettuale: dimmi in quale lega potresti “tenere botta” e per quanti minuti...
«Fino alla vecchia B2. E non quella attuale, dove la prossima stagione giocheranno – con tutto il rispetto – anche Minnie e Topolino. Penso che in DNB potrei fare ancora la differenza, giocando oltre 30 minuti. Poi, ovvio che più si sale e più, per essere competitivo, lo sforzo fisico aumenta. Di conseguenza – con l’onestà intellettuale che mi chiedi – sopra la DNB il minutaggio dovrebbe scendere drasticamente».
 
Alessandro Angeli, novello Corradino di Svevia, lancia il suo guanto di sfida. Per fortuna, senza dover poi offrire il capo al boia. Vediamo se qualcuno saprà raccoglierlo ed offrirgli una opportunità. Noi facciamo il tifo per “Sandrino”, inviandogli un rosetanissimo “in bocca al lupo”.
 
Luca Maggitti
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