Nino, cosa speri di trovare a Yuma, adesso che sei salito sull'ultimo treno che ti ci porterà?
«Di arrivare a Yuma sano e salvo, prima di tutto. Il percorso sarà molto difficile ed irto di ostacoli, ma con il contributo di tutte le componenti, spero di poter riuscire ad essere un buon “macchinista”».
Ti aspettavi questa chiamata alle armi, da parte della tua Chieti?
«È scontato dire: ovviamente no. Spero che la situazione economico-tecnica migliori. Io, da parte mia, ho accettato una situazione molto difficile nella quale porterò tutta la mia professionalità, il mio impegno ed entusiasmo».
Per alcuni sei un “hombre vertical”, per alcuni sei spigoloso e inadatto ai tempi moderni. Chi è, oggi, coach Nino Marzoli?
«Premesso che non sono io a potermi giudicare, penso di essere coerente con le mie idee sempre e di essere un uomo di basket a 360 gradi. Penso, sinceramente, di aver ricevuto molto meno di quanto ho dato a questo sport e spero che il tempo sia galantuomo».
Torni ad allenare gli uomini dopo alcune stagioni nella femminile. Mi dicesti che le donne ascoltano di più. Sarà un problema adesso che torni a predicare ai maschi?
«Assolutamente no. Poi dipenderà dalla manodopera a mia disposizione, ma spetterà sempre a me farmi capire».
Pensa al giorno del tuo esordio in Legadue Silver 2013/2014 e dimmi la cosa che pensi ti farà più emozionare...
«Vivo di emozioni, perciò non ce n’è una sola. Comunque, spariranno tutte quando l’arbitro alzerà la palla contesa della partita».
Avete iniziato a costruire la squadra con la conferma di Diomede e il ritorno di Di Emidio. In che ruoli prenderete gli stranieri? (Domande inviate prima dell’annuncio di Glover, n.d.r.).
«Dovendo costruire una squadra da zero, nei ruoli classici: play e centro/ala-centro».
Farete due extracomunitari subito, oppure uno e un comunitario?
«Siamo aperti a qualsiasi soluzione. Dipenderà se troveremo i giocatori più adatti per noi, a prescindere dal passaporto che avranno».
Quali saranno i valori fondanti del tuo Chieti?
«Quelli ai quali mi sono sempre ispirato e ai quali, a maggior ragione, mi ispirerò in questo caso: gioco di squadra, lavorare duro e non arrendersi mai. Poi dipenderà sempre dagli interpreti».
Come farai a spiegare ai figli di Twitter e Facebook la feroce determinazione “marzoliana”, nata prima del telefax?
«Prima fammi conoscere gli interpreti di questo classico del “western” (Quel treno per Yuma, n.d.r.) e poi dopo rifammi la domanda e ti risponderò».
Qual è l'obiettivo del vostro campionato?
«Mi sembra ovvio e scontato, per cui nella domanda è già insita la risposta».
Chiudi con un appello ai tuoi concittadini tifosi...
«Si scordino il passato e si stringano intorno ad una realtà che rappresenta il loro nome, in un momento di grande difficoltà sotto tutti i punti di vista. Il loro contributo sarà fondamentale per raggiungere il famoso obiettivo».