Mario Boni, Andrea Pecile, Claudio Bonaccorsi. Loro hanno tirato fuori 100 euro ciascuno per supportare il Roseto Basket e messo il loro urlo a disposizione di una città intera. Tu che fai, urli con loro?
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Mica lasceremo che il Roseto Basket muoia, vero? Ecco un modo, concreto, per aiutarlo.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 18 Luglio 2004 - Ore 20:00
Il Roseto Basket rischia seriamente di non iscriversi al prossimo campionato di serie A, stagione 2004/2005.
I soci stanno trovando i soldi, le istituzioni stanno provando a trovare altri soldi. Ma c’è poco, pochissimo tempo.
Io scrivo di basket e dovrei limitarmi a raccontare i fatti e aggiungere le opinioni.
Invece non ce la faccio. Stavolta non ce la faccio proprio.
Perché quello che più mi rode, quello che ritengo sinceramente insopportabile (e spero che anche i non rosetani lo pensino) è che Roseto, un posto in cui a basket si gioca dagli anni ’20, rischi di sparire dalla geografia del basket che conta per qualcosa che niente ha a che vedere con lo sport e con il basket giocato.
Di più, per una regola che va contro l’ordinamento italiano e, infine, per una casualità di date, visto che, paradossalmente, se il debito verso l’erario fosse già stato accertato, la rateazione sarebbe magari cosa fatta e la Comtec non avrebbe alzato il cartellino giallo, dando una settimana di tempo per sanare la posizione.
Non mi sarei esposto se ci fossero file di giocatori che avanzano i propri compensi o se a Roseto avessero accertato situazioni da bancarotta. E’ giusto che chi opera in questo modo chiuda baracca.
Ma qui si tratta di fare un ultimo sforzo per andare incontro alla vita, sportiva, di una città intera.
Qui c’è il dovere di esporsi, di metterci la faccia, e un po’ di grano, perché rischia di sparire non il Roseto Basket di Alcini, Martinelli e compagnia bella. Qui rischia di sparire il “Roseto” e cioè quel contenitore di sorrisi, emozioni, lacrime, gioie, disperazioni che ha accompagnato la crescita della città fin dagli anni ’20. E che è un po’ di tutti quelli che gli vogliono bene.
E allora no, non ci sto. E spero che in tanti non ci stiano. Nessuna divergenza di vedute su una stupida normativa fiscale deve seppellire due volte Giovanni Giunco, Remo Maggetti, l’Avvocato Mastrangelo e tutti quelli che non ci sono più ma che, quando ci sono stati, hanno portato il basket nel cuore e tifato Roseto.
E allora, insieme ad alcuni amici e grazie ad una Associazione e alla squisita disponibilità del Direttore della Tercas di Roseto degli Abruzzi, Danilo Ranalli, ho deciso di aprire un conto corrente, una sottoscrizione aperta, per supportare il Roseto Basket.
Il conto corrente che accoglierà le offerte sarà aperto domattina, presso la Tercas di Roseto degli Abruzzi, in centro.
I promotori di questo conto corrente sono l’Associazione LGL e il sito internet ROSETO.com.
Il garante del conto corrente è il Direttore della Tercas di Roseto degli Abruzzi, Danilo Ranalli.
Mi sono fatto un conto facile facile. Io dico che chi tiene alla vita del Roseto Basket può, nonostante i tempi, nonostante il caro vita, nonostante tutto, tirare fuori 100 (cento) euro “una-tantum”.
Se 1.000 “pazzi romantici” dicessero sì, si potrebbero donare, disinteressatamente e senza chiedere nulla in cambio, 100.000 (centomila) euro alla società. Una bella sommetta direi. Non oso pensare a risposte più calorose …
Non credo (ci spero però) che la sottoscrizione da sola basterà a costituire il malloppo necessario a sanare il debito verso l’erario. Però sono certo che servirà, tanto più sarà grande la somma, a permettere a un sodalizio sportivo sfiancato dagli ultimi esborsi, di ricominciare senza l’acqua alla gola.
Io dico: Rosetani, Amici e Avversari del Roseto Basket, proviamoci tutti insieme!
Perché Amici e Avversari? Perché senza avversario non c’è gara. E senza gara non c’è basket.
Servono 100 euro a testa, almeno 100 euro (eventuali benefattori sono attesi a braccia aperte) per dare un segnale tangibile, per contarsi, per iscriversi alla lista di chi vuole bene al Roseto Basket ed è disposto a fare uno sforzo senza chiedere nulla in cambio.
Spesso, quando succedono catastrofi, la gente fa a gara per essere solidale. Beh, io, da rosetano, paragono la possibile sparizione del Roseto Basket a una catastrofe sociale, seppur limitata al microcosmo rosetano (anche se credo che la più piccola delle squadre di serie A sia un patrimonio di tutto il basket italiano).
Evitiamo, quindi, la catastrofe del basket rosetano mettendoci la mano in tasca e senza chiedere niente in cambio.
Diamo 100 euro al Roseto Basket, senza pretendere azioni (chi vorrà potrà comprarle a parte), consci che si tratta di una “una-tantum” eccezionale per uscire da una situazione eccezionale.
Facciamo come hanno fatto tre giocatori di basket che con Roseto, almeno in due casi, hanno avuto a che fare.
Parlo di Mario Boni, Andrea Pecile e Claudio Bonaccorsi. Tutti e tre, da quando c’è la grana del Roseto Basket, consci del rischio, chiamano per sapere che aria tira e se “il Roseto” si salverà.
SuperMario ha firmato a Jesi, Pecile a Roseto non ha mai giocato e giocherà a Granada anche la prossima stagione, il Bomba è ancora in bilico e non sa dove giocherà. Ma non chiamano per questo, non lo fanno per interessi. Chiamano perché vogliono bene a Roseto.
Così, quando ho detto loro della sottoscrizione, non mi hanno neanche fatto finire di parlare. Mario Boni e Claudio Bonaccorsi hanno aderito e mi hanno concesso di usare la loro immagine per divulgare l’iniziativa, così come ha fatto Andrea Pecile, dal quale non mi aspettavo nulla, non avendo lui mai giocato a Roseto, ma dal quale ho avuto un spinta che spiega bene cosa voglia dire “voler bene” a una piccola città che fa del basket il suo fiore all’occhiello.
Appena divulgata la cosa, ho avuto i miei cari e alcuni amici subito pronti a raccogliere la sfida. Domattina aprirò il conto alla Tercas versando i primi 13 contributi (non siamo scaramantici …).
Ho informato della cosa il Roseto Basket, specificando che vorrei tenere la sottoscrizione aperta il più possibile per dare a loro una discreta sommetta che sia di supporto. Quindi vediamo come va, intanto fino al 22 luglio 2004. Poi decideremo il da farsi.
Ho intenzione di dare quotidiana informazione mediante il sito, di concerto con il Direttore della Tercas, per quanto riguarda i contributi. Ci metto la faccia e, con me, ce la mette il garante Direttore della Tercas di Roseto: niente sarà meno che trasparente.
La mia idea è semplice: chiunque versa i 100 euro (o somma superiore) lascia nome, cognome (o estremi dell’Associazione o della Società) e cifra. La banca mi comunicherà gli estremi e io provvederò ad aggiornare la “Lista Rosetana”, divulgandola sul sito ROSETO.com.
Chi volesse aiutare ma rimanere anonimo, dovrà specificare che preferisce che, al posto del suo nome, sia scritto “anonimo”.
Domattina, il tempo di aprire il conto, divulgheremo gli estremi per la donazione.
Cittadini, gruppi di amici che delegano un cassiere che va in banca, associazioni … insomma tutti sono i benvenuti per questa raccolta assolutamente straordinaria, finalizzata al supporto del Roseto Basket.
E chi è fuori Roseto degli Abruzzi? Beh, un bonifico bancario risolverà il problema!
Contiamoci e vediamo chi, al di là delle belle parole, riesce a fare un sacrificio per il bene del Roseto Basket e di Roseto sportiva tutta.
Con 100 (cento) euro si fanno cose quasi tutte banali. Con 100 euro non si cambia la vita. Invece, in questo caso, molte persone, con 100 euro a testa, possono salvare la vita di un vecchietto arzillo, ultra-ottantenne, che vuole continuare a vivere e che, sorridendo, tende la mano in cui tiene un pallone da basket. Questo vecchietto si chiama Roseto Basket.
Non giriamoci dall’altra parte.
POST SCRIPTUM
Mentre, nella canicola della domenica pomeriggio, pensavo a “come fare per fare quel che adesso ho fatto”, due canzoni, quasi casualmente, mi hanno commosso e aiutato a fugare i dubbi.
La prima che ho sentito è “Canzone dell’appartenenza” di Giorgio Gaber e dice, fra le altre cose, che “Appartenenza è avere gli altri dentro di sé”. Quanti di voi hanno dentro il Roseto Basket? Beh, se vi sentite un po’ dentro questa squadra, che è più di una squadra, vuol dire che Roseto vi appartiene e che voi gli appartenete.
La seconda che ho sentito è “Marcha de la Unidad Popular” di Sergio Ortega, che inizia gridando: “El pueblo unido jamás será vencido!” e che continua, cantando “… que vamos a triunfar”. Io credo che, tutti insieme, tanti, con poco, possiamo fare la nostra piccola impresa.
Luca Maggitti
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