[Ricerca Avanzata]
Martedì, 7 Maggio 2024 - Ore 2:06 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana
IL NUOVO CAPO DELLO STATO VISTO DAI SUOI GRANDI ELETTORI ROSETANI
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica.

Tommaso Ginoble, Deputato della Repubblica.

Giulio Cesare Sottanelli, Deputato della Repubblica.

Interviste ai deputati Tommaso Ginoble e Giulio Cesare Sottanelli, che oggi hanno votato Sergio Mattarella.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 31 Gennaio 2015 - Ore 23:45

Sergio Mattarella è, da poche ore, il 12° Presidente della Repubblica Italiana.
 
Due dei 665 grandi elettori che oggi hanno votato per lui sono rosetani: i deputati Tommaso Ginoble del Partito Democratico e Giulio Cesare Sottanelli di Scelta Civica.
 
ROSETO.com li ha contattati telefonicamente, per commentare questa elezione e gli aspetti ad essa collegati, come lo “scacco matto” assestato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi al resto dei leader politici italiani. Ecco le interviste.

 
TOMMASO GINOBLE
 
Tommaso, hai votato Mattarella?
«Sì, convintamente».
 
Come si è arrivati al suo nome?
«Era uno dei nomi, il più autorevole, uscito da una riunione di una sessantina di parlamentari fatta al ristorante “Scusate il ritardo”, che si trova al Pantheon, una ventina di giorni fa. A quella riunione c’erano Guerini, Richetti, Fioroni e altri. E c’ero anch’io».
 
Per molti è stata solo l’ennesima magata di quell’enfant prodige di Matteo Renzi...
«Il Presidente del Consiglio è stato straordinario, perché in un colpo solo è riuscito a proporre un nome al di sopra di ogni sospetto, compattare il partito e dare una immagine di classe politica attiva e pronta ad agire con immediatezza. Il tutto senza essere succube di nessun patto oscuro. Chapeau!».
 
Cosa significa l’elezione di Sergio Mattarella?
«Un segnale dato all’Europa di capacità del nostro Governo di continuare sulla strada delle riforme e del reale cambiamento. Un cambiamento che può anche riscontrarsi nella modalità di individuazione del candidato e sua votazione. Credo perciò che sia anche un messaggio di speranza per tutta l’Italia, che arriva in un momento in cui pure gli indicatori economici sembrano dire che il peggio, in termini di crisi economica, è alle spalle».
 
Cosa pensi che abbia davvero convinto i grandi elettori, parlando della candidatura Mattarella?
«Il fatto che Sergio Mattarella non abbia mai brigato per ottenere questo ruolo».
 
Per te, vecchio DC, una soddisfazione supplementare vedere Mattarella al Quirinale?
«Certo. Non ho mai fatto parte, nei miei anni nella DC, delle grandi maggioranze dorotee. Sono sempre stato nella sinistra democristiana minoritaria, che è poi il mondo di Mattarella. E mi emoziona ripensare che proprio Roseto degli Abruzzi fu un laboratorio politico a livello nazionale, nell’ormai lontano 1987, per il compromesso storico».
 
Così, per gran parte dei lettori, è troppo criptica. Spiegacela meglio...
«Nel 1987, Roseto fu il primo Comune d’Italia sopra i 15.000 abitanti a fare un governo di compromesso storico PCI-DC con i simboli dei due partiti. A sancire quello storico risultato, che portò Claudio Angelozzi a fare il Sindaco, arrivò da Roma addirittura Antonio Tatò, braccio destro di Enrico Berlinguer. Io all’epoca ero capogruppo della DC e poi entrai in Giunta. Mi piace pensare che un po’ di quel lungo percorso fatto di sensibilità che si incontrarono, iniziato nel 1987 a Roseto, oggi sia arrivato al Quirinale».
 
Hai votato anche il secondo mandato a Giorgio Napolitano. Quali le differenze fra quella e questa votazione?
«La rielezione di Napolitano fu una pezza messa dalla politica per tappare il buco della propria incapacità di individuare un altro candidato. Questa rielezione è invece avvenuta nel mezzo di una legislatura di grande fascino rispetto alla precedente. Sono in atto importanti riforme, delle quali si parlava, senza farle, da decenni. Quindi direi che c’è più spirito costruttivo. Restando soltanto all’atto del voto, quando eleggemmo per la seconda volta il Presidente Napolitano furono giorni in cui ebbi l’impressione che qualcuno stesse giocando. Stavolta, invece, nel Transatlantico non c’erano voci che si accavallavano, ma sussurri consapevoli di chi sentiva su di sé il peso di un voto e il dovere di agire».
 
Che Presidente della Repubblica sarà Sergio Mattarella?
«Rigoroso. Un arbitro imparziale. Nessuno pensi che si possa influenzare, perché il suo passato parla per lui. Sarà un Capo dello Stato che avrà la forza e l’autorevolezza di richiamare ognuno al proprio ruolo».
 
Un’ultima cosa. Hai tessuto le lodi di Renzi. E, d’altronde, questa è la sua vittoria più limpida. Cos’ha di speciale l’ex Sindaco di Firenze?
«Una capacità di lavoro spaventosa e la velocità che riesce a imprimere alle cose. La stessa velocità con la quale lui vuole che i provvedimenti del Governo debbano essere messi in atto per il bene del Paese».
 
Tommaso, ma tu non eri bersaniano?
«Sono diventato coscienziosamente renziano».

 
GIULIO CESARE SOTTANELLI
 
Giulio, hai votato Mattarella?
«Sì e ne sono molto contento».
 
Il ricordo più bello della giornata?
«Il Presidente Emerito, Giorgio Napolitano, che al voto 505 per Mattarella è stato il primo ad iniziare ad applaudire e l’ultimo a smettere. Parliamo di un uomo di quasi novanta anni...».
 
Rispetto a quando votaste Napolitano, che differenze hai notato?
«Nella seconda elezione di Napolitano il Parlamento sembrava unito, poi al voto si scoprì che non era così. Oggi, invece, nonostante un Parlamento molto diviso c’è stato un nome capace di unire molto i grandi elettori, che invece furono ipocriti quando affidarono il secondo mandato a Napolitano».
 
Che Presidente della Repubblica sarà Sergio Mattarella?
«Un ottimo Presidente, perché grande conoscitore delle istituzioni e della nostra Costituzione. Penso perciò che sarà un garante perfetto. La sua storia personale porta la grande ferita della morte del fratello, assassinato dalla mafia, e la prova di rettitudine con le dimissioni da Ministro in occasione del suo no alla Legge Mammì. È una persona senza macchia in cui gli italiani possono rispecchiarsi. L’unica cosa da scoprire sarà vedere quanto sarà conservatore rispetto alla volontà di innovazione propugnata da Renzi».
 
Chi è il vincitore di questa partita, politicamente parlando?
«Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha ricompattato il suo partito estendendo l’approvazione sino a SEL e convinto Alfano di non poter non votare Mattarella. Ha grandi capacità politiche e non è un caso se, a 40 anni, sta dove sta».
 
Sì, ma adesso come la metterà con il Patto del Nazareno e con Berlusconi, che finora gli è servito per non farsi ricattare dai suoi, dando forza al percorso delle riforme?
«Io non credo che Berlusconi, le cui aziende da quanto leggo e sento stanno andando benissimo, vorrà tirare troppo la corda con Renzi, anche perché le file dei fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle si ingrossano ogni giorno di più. E se togliamo le possibili rogne che gli potrebbe creare Berlusconi, vediamo chiaramente come questa elezione del Capo dello Stato abbia permesso al Presidente del Consiglio di finire di distruggere Forza Italia, massacrare il Nuovo Centro Destra e ricompattare il PD. Politicamente, un capolavoro assoluto. E lo dico da osservatore esterno, visto che non sono del PD. Che dire? Chapeau!».
 
Luca Maggitti
Stampa    Segnala la news

Condividi su:




Focus on Roseto.com
Roseto.com - Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere. - Registrazione al Tribunale di Teramo N. 540 Reg. Stampa del 19.08.2005.
Direttore responsabile: Luca Maggitti   Editore: Luca Maggitti   Partita IVA 01006370678
© 2004-2024 Roseto.com | Privacy | Disclaimer Powered by PlaySoft